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Il Circolo Velico è particolarmente gradevole, ci sono moltissime barche a vela di varie dimensioni, è molto bello stare vicino alla banchina e guardare il mare.
Ma ci chiamano: dobbiamo andare tutti in aula per le ore di lezione di teoria: si parla di vento, direzione, nodi e, naturalmente, di sicurezza, sempre necessaria quando si fa un corso per imparare a navigare a vela.

In verità, tutti non vedono l'ora di salire sulla barca, ma dobbiamo aspettare e pazientare...
E, finalmente, il secondo giorno arriva per tutti l'emozione più grande: saliamo a bordo e, guidati dagli istruttori, finalmente si esce in mare!
L'emozione è alta, tra il fiocco da posizionare, il boma che ti passa pericolosamente sopra la testa, un timone che gira a dritta (destra, ndr), e la barca che se ne va a sinistra.

Incredibilmente, senza alcun motore, senza alcuno sforzo fisico, ci si muove e si prende anche velocità: penso sia questa la magia del veleggiare...

Col passare dei giorni la confidenza aumenta, e così si fanno virate, strambate, i più bravi vanno di bolina (quando il vento non è a favore di marcia), mentre i meno bravi solo con il vento a poppa.
Ma tutti - bravi o meno - almeno una volta subiamo l'onta di rientrare trainati da un gommone a motore.
La cosa incredibile è che anche a due passi da Trieste, dove la bora soffia alla grande, è mancato più di una volta completamente anche una lieve brezza, e la barca inesorabilmente si ferma: si 'impianta', come si dice in gergo.

Abbiamo anche 'regatato': un match ad eliminazione diretta.
L'agonismo è subito salito alle stelle, e - devo ammetterlo - anche una persona pacata come me è stata colpita da una sana rivalità, che mi ha portato a gareggiare per vincere.
Per farla breve, non sono arrivato tra i primi tre, e quindi nessuna medaglia, ma ho superato più eliminazioni e sono stato battuto esclusivamente a causa di una piatta totale (mancanza di vento, ndr), e la corrente dovuta all'alta marea mi ha sospinto inesorabilmente fino a toccare la boa, penalizzandomi, quindi, senza che potessi in alcun modo difendermi.

Nelle regate, quando si vince è per strategia di gara e bravura, e quando si perde unicamente per sfortuna (caro Valter, la Redazione - o meglio la componente redazionale che qualche volta in barca ci va - non condivide completamente...).

Un ringraziamento ai nostri: Edy Rossetti, Enio Fari, e Giorgio Boscaroli, al quale non ho ancora perdonato la mia eliminazione dalla regata.
Grande e piacevole esperienza che suppongo avrà un seguito.
Magari con l'acquisto di una barca 2.4 o una Dream, che offre il vantaggio di poterci salire in compagnia.

Ogni anno, a settembre, il Circolo organizza un corso che dura una settimana.
Chi volesse già prenotarlo può farlo, chiedendo di Fulvio Sensi, e rivolgendosi a:

Circolo Velico Oscar Cosulich di Monfalcone
Via dell'Agraria 50
Tel. 0481 711325
E-mail svoc.it@tin.it

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