Menu

Tipografia


FISH confida che l'ipotesi della equiparazione dei titoli conseguiti all'estero "venga accantonato dal Governo e si potenzino invece le università italiane in modo da evitare la carenza di docenti specializzati”

In ambito scuola e sostegno in questi giorni si discute di un tema caldo, legato al riconoscimento in Italia dei titoli di specializzazione sostegno e abilitazione conseguiti dagli insegnanti all’estero.

Nei giorni scorsi i dirigenti del Ministero avevano avanzato l’ipotesi di permettere ai docenti in possesso di titolo estero – abilitazione o specializzazione sostegno – inseriti nella prima fascia GPS (graduatorie provinciali supplenze)  di accettare supplenze con riserva, in attesa del completamento di procedura del riconoscimento del titolo in seguito alle indicazioni fornite dal Consiglio di Stato nella sentenza del 29 dicembre. Si tratterebbe, secondo stime, di oltre 11 mila specializzati e abilitati fuori Italia (soprattutto Romania, Bulgaria e Spagna), che potrebbero accedere intanto alle supplenze.

In seguito dell’incontro del 4 aprile, però, sembra che si sia cambiata idea: il Ministero vorrebbe chiedere al governo l’emanazione di un decreto legge che preveda che i docenti in attesa del riconoscimento del titolo estero siano posizionati in coda alle graduatorie rispetto a chi lo ha conseguito in Italia o lo conseguirà entro giugno 2023. Almeno, stando a indiscrezioni.

Intanto però la questione resta calda. In merito, la FISH esprime forti perplessità all’ipotesi di una equiparazione dei titoli, ricordando come il sistema italiano sia ancora all’avanguardia rispetto ad altri Paesi, dove ancora vigono le classi speciali per soli alunni con disabilità, evidenziando quindi come la formazione conseguita in quegli stati potrebbe non essere in sintonia col sistema italiano, ritenuto all’avanguardia sul fronte dell’inclusione: A differenza del nostro Paese, in cui da oltre cinquant’anni lavoriamo per l’inclusione scolastica, in molti altri Stati esistono ancora le classi speciali per i soli alunni con disabilità. L’approccio di quanti si sono formati professionalmente in quei Paesi è dunque gioco forza differente dal nostro.

FISH quindi confida che l’ipotesi della equiparazione dei titoli sul sostegno conseguiti all’estero venga accantonato dal Governo. Di contro, chiede invece che si potenzino invece le università italiane in modo da evitare la carenza di docenti specializzati.

Una proposta che avanza la federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap per incrementare la presenza di personale docente formato è quella di istituire dei corsi dei laurea per il sostegno presso le facoltà di scienze della formazione. Seguendo questo percorso sarebbe facilitata ed incrementata la specializzazione degli insegnanti di sostegno. Ciò consentirebbe di procedere anche con la nostra proposta di legge sulla separazione delle cattedre, che il ministro dell’Istruzione aveva valutato come positiva.

Conclude Falabella, Presidente FISH: “Dal 1986 in Italia c’è una normativa che cancella di fatto le classi speciali e l’approccio all’insegnamento che ne derivava. Equiparare i titoli esteri per la specializzazione su sostegno didattico significherebbe tornare indietro, e questo non è concepibile. Incaricare, questi professionisti, tramite la messa a disposizione, per un tempo determinato, come già avviene, data l’attuale carenza di personale specializzato è invece una risposta giusta, purché resti temporanea.

Potrebbe interessarti anche:

Riforma scuola e sostegno: basta stabilizzare gli insegnanti? Alcune riflessioni

Redazione

bottoncino newsletter
Privacy Policy

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy