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locandina la buona scuolaLo scorso 5 maggio circa l'80% dei docenti ha scioperato contro il DDL in discussione alla Camera


In queste settimane abbiamo assistito a diverse iniziative avviate dai lavoratori della scuola per manifestare dissenso verso il Disegno di Legge (DDL) n. 2994, meglio conosciuto come La Buona Scuola, rispetto a cui il governo aveva avviato nei mesi scorsi una consultazione popolare.

Le ragioni del disaccordo sono molteplici e non possono essere analizzate in questa sede. Il nodo centrale dell'opposizione, però, si è concentrato sulla nuove modalità previste per il reclutamento e l'assunzione in servizio dei docenti, nonché sul relativo e massiccio rafforzamento di potere assegnato ai Dirigenti Scolastici (DS). In questi giorni, dunque, leggiamo sui giornali i pareri fortemente discordanti dei sostenitori del DDL, i quali hanno affermato a più riprese che esso non è stato capito e che i docenti hanno timore della valutazione e di chi invece lo avversa, ravvisando i rischi legati all'esclusivo potere concentrato nella mani di un dirigente.

Il DDL prevede infatti che i DS abbiano il potere di formare la propria squadra, su modello aziendale, in relazione alla produttività dei docenti. Ogni tre anni, dunque, gli insegnanti verrebbero scelti all'interno di albi territoriali e potrebbero non essere confermati nella stessa sede. La discrezionalità di questa scelta si concentrerebbe nella figura dei capi d'istituto. La finalità, evidentemente, è la funzionalità della scuola, il suo successo. I timori, però, sono tanti: c'è chi teme la possibilità di clientelismi, chi si chiede che fine farà la continuità didattica, chi vede sfumare l'oggettività del proprio percorso formativo in favore di un mercato legato esclusivamente al volere di un dirigente. Non manca lo sconforto di chi percepisce questa eventualità come frustrante e mortificante. La dibattito serrato, perciò, continua e, al momento, non emergono margini di concertazione delle posizioni.

Ci interessa però qui evidenziare soprattutto un punto preciso del DDL e cioè l'art. 21, che in parte riguarda il sostegno.
COSA NE SARA' DEL SOSTEGNO? - Il DDL prevede la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine di favorire l'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso l'istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria. Ciò significa, sostanzialmente, che vi sarà separazione delle carriere dei docenti di sostegno rispetto ai colleghi curricolari, che accoglie istanze già contenute nella Proposta di Legge A. C. 2444, presentata dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (FISH), di cui nei mesi scorsi ci eravamo già occupati. Quanto previsto nell'art. 21 del DDL, dunque, è stato accolto con favore da S. Nocera, uno degli estensori della PdL 2444, il quale ravvisa anche la positività degli indicatori di qualità previsti rispetto all'inclusione; mostra invece alcune riserve rispetto ai nuovi poteri attribuiti al dirigente scolastico, sottolineando la positività di alcuni emendamenti in discussione che potrebbero attenuarne la discrezionalità. Questi ultimi prevedono che la responsabilità della scelta dei docenti venga condivisa, in qualche misura, con gli organi collegiali.

Certo, rimane da chiedersi da chi sarebbero formati tali organi, perché se è vero che i docenti verrebbero selezionati ogni tre anni, essi, lungi dall'essere interni agli organi collegiali, sarebbero invece insegnanti da selezionare. Si potrebbe rispondere che all'interno di essi resterebbero i docenti non presenti ancora negli albi - nei quali rientrerebbero solo i nuovi assunti ed i docenti che chiedono trasferimento - ma allora, come qualcuno ha già sottolineato, vi sarebbero docenti di serie A e docenti di serie B. Questi ultimi sarebbero esposti ad un precariato a tempo indeterminato per tutta la vita professionale.  Auspichiamo pertanto che vengano individuate soluzioni che possano consentire la continuità didattica agli alunni con disabilità. 


APPROFONDIMENTI

I motivi della protesta

In disabili.com

La buona scuola e il progetto di inclusione

Tina Naccarato


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