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Sono state individuate le risorse per gli assistenti all’autonomia e comunicazione. Il governo si impegna a garantire l'erogazione dei fondi prima dell'inizio dell'anno scolastico

Nelle settimane scorse ci siamo occupati delle disposizioni della L. n. 145/18, di bilancio, riguardanti l’inclusione scolastica. Il comma 561, in particolare, riguarda l’incremento di 25 milioni di euro annui del finanziamento per l’assistenza all’autonomia e comunicazione degli alunni con disabilità frequentanti le scuole secondarie di secondo grado, per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.

Il DPCM del 21/12/18, inoltre, è dedicato al riparto del contributo di 75 milioni di euro, per l’anno 2018, a favore delle regioni a statuto ordinario e degli enti territoriali che esercitano le funzioni relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali. Il contributo è erogato a favore delle regioni a statuto ordinario che provvedono ad attribuirlo alle province e alle città metropolitane che esercitano le funzioni relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione. Tale contributo, da considerarsi integrativo rispetto alla copertura finanziaria prevista nelle disposizioni regionali attinenti alle funzioni non fondamentali delle province e città metropolitane, è ripartito nella misura dell'80% in proporzione alla presenza degli alunni disabili, limitatamente alle scuole secondarie superiori presenti in ciascuna provincia nell'anno scolastico 2017/2018 e del 20% in proporzione alla spesa media storica sostenuta dalle province per l'esercizio delle suddette funzioni nel triennio 2012-2014.
Qualora le funzioni di assistenza per l'autonomia e la comunicazione siano svolte, a seguito di specifiche disposizioni legislative regionali, da soggetti diversi dalle province e dalle città metropolitane, la quota del contributo è attribuita alla regione che stabilirà le modalità di riparto tra gli enti territoriali interessati. La ripartizione dei fondi è visionabile in Gazzetta Ufficiale. Si tratta dunque di impegni di spesa ormai ufficializzati nelle norme da destinare alle figure di assistenza ad personam che lavorano nelle scuole italiane.

In merito ai tempi previsti per l’erogazione delle risorse, ogni anno si assiste, purtroppo, a ritardi significativi che troppo spesso implicano un avvio del servizio tardivo che condiziona sensibilmente la qualità del lavoro scolastico. L’erogazione tardiva dei fondi, infatti, non permette una programmazione del lavoro ed una risposta repentina alle famiglie ed agli alunni. Un recentissimo ordine del giorno, però, presentato da L. Granato e M. Montevecchi (M5S), impegna il Governo a stanziare le risorse in tempi certi per garantire l'erogazione dei fondi agli Enti Locali e pagare gli stipendi prima dell'inizio dell'anno scolastico. Proprio i ritardi nell'erogazione delle risorse, infatti, provocano ogni anno la mancata assegnazione di decine di migliaia di operatori in tempo utile. Il testo prevede, perciò, che i fondi destinati vengano erogati prima dell’avvio dell’anno scolastico, in modo da garantire l’assunzione delle figure di assistenza all’autonomia e comunicazione previste.

Ricordiamo, infine, che si tratta di una figura professionale distinta da quella del docente di sostegno, con compiti e competenze specifiche. Si tratta di un operatore che facilita la comunicazione dello studente con le persone che interagiscono con lui, stimola lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni dell'autonomia, media tra l'allievo con disabilità ed il gruppo classe per potenziare le relazioni tra pari, lo supporta nella partecipazione alle attività scolastiche.

La procedura prevede che nella certificazione e nella diagnosi funzionale venga riconosciuta la necessità di tale figura. Una volta ricevuta la richiesta da parte della famiglia, il Dirigente Scolastico deve inoltrarla all’Ente Locale competente che deve provvedere alla sua assegnazione. Nel caso in cui l’assistente non venga assegnato, la famiglia può diffidare il Dirigente Scolastico o l’Ente Locale, a seconda della responsabilità nella mancata assegnazione e nel caso la diffida non sortisca effetto, può attivare un ricorso al TAR.

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Tina Naccarato

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