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È uscito il nuovo libro che l’onorevole Ileana Argentin ha scritto a quattro mani con il giornalista e insegnante Paolo Marcacci: un racconto a due voci sulla disabilità nella scuola

Scuola a rotelle è un libro che sorprende. Mi ha sorpreso perché mi aspettavo un libro più pesante, più tecnico forse, più serioso, sulla disabilità nella scuola, e invece mi ha sorpreso - in positivo - e molto. È un racconto a due voci, ricco di aneddoti ma anche di ricordi, di riflessioni, pure con qualche tirata d’orecchi implicita per noi lettori che siamo stati studenti, un misto di confessioni ma anche di tanta ironia. In mezzo c’è la scuola, l’essere studenti ma anche insegnanti, essere amici, compagni e anche genitori, allora e oggi. E in mezzo c’è anche la disabilità: vissuta sulla propria pelle, vista su un compagno, trattata da insegnante.

A raccontare le proprie esperienze, l’onorevole Ileana  Argentin e il giornalista e insegnante Paolo Marcacci: due voci che si alternano creando in alcuni momenti una sorta di dialogo, in un rimpallo di punti di vista che aiuta il lettore a mettersi nei panni ora dell’una – studente con disabilità allora, onorevole oggi - ora nell’altro – insegnante oggi, studente allora - mentre chi legge ricorda, egli stesso, i suoi tempi di scuola. Ne esce un unicum asciutto e ironico, divertente come non ti aspetteresti, ma anche serio, a tratti crudo nella sua onestà. Perché mentre si sorride leggendo, in una lontana recondita parte di se stessi si finisce per essere richiamati alla propria esperienza fra i banchi di scuola, e allora ci si scopre a domandarsi: “Cosa facevo io da studente di fronte alla disabilità? Quante cose non avevo capito, e quante volte, anche per questo, avrei potuto comportarmi diversamente? E quanto ne so, oggi, della disabilità?”. Dall’altra parte, invece, ci sarà chi, persona con disabilità, potrà probabilmente riconoscersi o non riconoscersi nell’esperienza vissuta da questa ragazza di allora, che racconta quella che fu la sua scuola, luogo di gioie e di dolori, di crescita, anche a costo di sofferenze silenziose, di conquiste e di indipendenza, ma anche di divertimento e cazzeggio. Luogo che ha visto nascere amicizie ma anche consapevolezze che ne hanno fatto la donna che è oggi.
 
Potrei dilungarmi in ulteriori commenti, ma dirò solo che il libro va letto perché è una lettura piacevolissima, davvero. Sul tema ho fatto qualche domanda all’Onorevole Argentin, in particolare sulla sua idea della scuola oggi.

ileana argentinOnorevole Argentin, in questo libro lei ci parla di scuola e della disabilità in aula. Che idea si è fatta della situazione attuale in Italia, rispetto all’inclusione degli alunni e degli studenti disabili?
Devo dire che negli anni, anche rispetto ai tempi in cui ero studentessa io, molto si è fatto ma mentirei se dicessi che non c’è ancora molto da fare: dagli insegnanti di sostegno alle strutture, con molte scuole ancora inaccessibili, fino al problema a monte di tutto, quello culturale, primo punto da migliorare per agevolare l’inclusione dei disabili nelle classi.

Che alunna è stata Ileana Argentin? Quali difficoltà ha trovato nel suo percorso scolastico, legate alla sua disabilità?
Ho cercato di essere una brava alunna ma, allo stesso tempo, ho tentato di combattere i pregiudizi: poiché ero in carrozzina, dovevo per forza essere una “secchiona”,  non potevo essere né bella né simpatica. Sulle difficoltà, nel libro racconto della mia ora di ginnastica alle medie, quando venivo lasciata da sola in classe: una situazione che spero nessun bambino disabile debba più rivivere.

Quali passi in avanti sono stati fatti nella scuola italiana, sul fronte inclusione, rispetto ai tempi in cui lei era studentessa?
Di certo gli adeguamenti di legge – dall’introduzione degli insegnanti di sostegno e degli AEC (Assistenti Educativi Culturali), agli OSS di oggi, al lavoro ancora lungo di eliminazione delle barriere architettoniche – hanno portato benefici, ma ribatto sul discorso culturale: troppi bambini disabili vengono ancora visti, anche dai genitori dei “normodotati”, come un problema e non come una risorsa che può aiutare i propri figli a scoprire la ricchezza della diversità.

In questo libro lei “passa” in qualche modo dai banchi del Parlamento a quelli di scuola. Cosa potrebbe insegnare, a suo avviso, l’ambiente scolastico, anche in fatto di inclusione, all’ambiente politico italiano?
Sicuramente a superare l’ipocrisia che pervade gli adulti, compresi molti miei colleghi parlamentari: lo sa che sono davvero pochi quelli che mi ritengono una politica a 360° e non solo una che si occupa di disabili e di “sfighe”? E inoltre, la scuola insegna a essere gruppo e, come voi saprete, in questo momento storico la politica crea invece tali tensioni da mettere l’uno contro l’altro anche gli appartenenti allo stesso partito.

Onorevole, questi sono giorni davvero caldi per le politiche sociali, con i tagli inclementi al Fondo per le Politiche Sociali e a quello per le non autosufficienze. Perché la politica continua a considerare i cittadini con disabilità cittadini di serie B, come dimostrato da questa tendenza ad attingere alle risorse, già risicate, a loro dedicate?
Le risorse sociali poste dal governo Renzi hanno aumentato di 50 milioni di euro il capitolo delle non autosufficienze, così come di 100 milioni di euro quello degli Affari Sociali. Purtroppo sono state tagliate invece le risorse regionali, cosicché gli enti pubblici territoriali hanno deciso di tagliare sul Sociale. Fortunatamente, a oggi, questo è storia perché nell’ultimo incontro Stato-Regioni sono stati ripristinati tutti i fondi

Segnaliamo che mercoledì 29 marzo 2017 alle ore 17:30, presso la Sala del Tempio di Adriano - Camera di Commercio di Roma (Piazza di Pietra), si terrà la presentazione del volume. Insieme agli autori, Ileana Argentin e Paolo Marcacci, intervengono Gianni Cuperlo, Valeria Fedeli e Nicola Zingaretti. Modera Marco Piazza. Letture di Fiamma Satta e Marco Falaguasta.


Scheda Libro:
Autori: Ileana Argentin e Paolo Marcacci
Titolo: Scuola a rotelle
Casa editrice: Donzelli editore


Francesca Martin

 

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