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Nessun taglio del nastro, dato che la struttura è già operativa da un bel pezzo, ma tanta soddisfazione per l'inaugurazione dell'Ufficio Disabilità e Handicap in veste rinnovata e definitiva, dopo frequenti traslochi da un edificio all'altro. L'impegno dell'Università di Padova  a favore degli studenti disabili parte da lontano, precisamente dal 1994, quando parlare di disabilità era subordinato ad episodi specifici di discriminazione. Due anni dopo l'Ateneo fu il primo in Italia a creare la figura del Delegato del Rettore per la disabilità, un referente ora obbligatorio nel nostro Paese, oggi identificato nella persona del professor Edoardo Arslan.

Nel '97 è stato creato l'Ufficio Disabilità, dotato di personale proprio, che è andato sempre crescendo. Qualche cifra: a Padova gli studenti disabili, ai quali l'ufficio vuole garantire il diritto allo studio, rappresentano lo 0,5% dell'intera popolazione universitaria, con 350/400 iscritti. Una sessantina di loro sono seguiti regolarmente, gli altri saltuariamente o a distanza. Si tratta mediamente di un livello elevato di handicap: il 35% di loro, infatti, ha una disabilità gravissima, che richiede strumenti e ausilii anche nella vita quotidiana. Il 50% ha disabilità a livello motorio, il 20% visivo, il 10% uditivo, il rimanente 10% è affetto da altre tipologie. Il 28% è costituito da disabilità che hanno un grado di invalidità del 100%. La novità sta nell'approccio garantito dall'Università di Padova, e dall'impegno morale e etico, in particolare del Magnifico Rettore Giovanni Marchesini. Lo studente è come gli altri, né più né meno, con gli stessi diritti e doveri, con gli stessi problemi e le stesse aspirazioni. Visti i frequenti contatti con i "colleghi" stranieri, i responsabili dell'ufficio rivelano che l'Italia non è certo l'ultima in questa speciale classifica, e che tiene testa con ottimi risultati a Inghilterra e Germania. Nel 2001 cinque studenti hanno potuto usufruire di borse di studio all'estero, nell'ambito del progetto Socrates-Erasmus, e la speranza è che nel 2002 questo numero possa aumentare. Altro nodo da risolvere l'inserimento nel mercato del lavoro, che implica un approccio corretto alla legge vigente sull'inserimento obbligatorio, ma anche la garanzia che i laureati con qualità professionali specifiche siano sfruttati a dovere. In questo sono in prima linea, oltre all'Università, anche Esu (Ente per il diritto allo studio) e Provincia, l'ente che poi in concreto redige le liste da consegnare alle aziende. Ma non è finita. Tre anni fa il Bo (così è chiamata l'Università Padovana) ha aderito al progetto pilota europeo "Workable", per inserire tre studenti in altrettanti stages Socrates-Erasmus. Il CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria Delegati Disabilità) vede Padova come rappresentante nazionale, e nella città del Santo confluiscono per questi aspetti anche Verona e Venezia, tutti componenti del CISSD (Coordinamento Interuniversitario Servizi ai Disabili).

A Padova esiste inoltre una commissione ad hoc, che interessa soprattutto la facoltà di ingegneria elettronica, una facoltà nevralgica per l'aiuto ai disabili in termini di progresso tecnologico, e dove tra i più attivi si è distinto Carlo Ofelli, purtroppo scomparso poche settimane fa, al quale sarà intitolata l'aula laboratorio di informatica. Della commissione, definita "Disabilità ed Handicap", fanno parte docenti, rappresentanti degli studenti (due), e del personale amministrativo.

L'ufficio, che ha quattro persone, e che è diretto dalla dottoressa Mimma De Gasperi, è dotato di una sofisticata aula studio (vedi foto), con nove postazioni attrezzate (hardware e software) per le diverse disabilità, come hedmouse (controllo del mouse con la testa), stampante braille, display braille, videoingranditori, tastiere speciali, sintesi vocali, ecc..., e per primo ha consentito, anni fa, l'accesso a Internet, ora garantito anche agli altri studenti. E' aperto dalle 8.30 alle 18.30 tutti i giorni. Una delle preoccupazioni principali, per il futuro, viene dagli obiettori di coscienza, sostegno importante, che dal 2004, con l'abolizione del servizio militare obbligatorio, potrebbero venire a mancare. Per questo è stato emesso un bando per un servizio civile volontario retribuito, aperto a ragazze di età compresa tra i 18 e i 26 anni di età, nonché ai ragazzi riformati per inabilità al servizio militare. L'attività prevede un impegno di 36 ore settimanali per 12 mesi, ed è retribuito con una paga di 433,83 euro mensili al lordo della ritenuta fiscale (18%) e prevede anche la fornitura gratuita del vitto per tutta la durata del progetto nonché la possibilità della fornitura dell'alloggio gratuito. In realtà il bando scade proprio in questi giorni, ma è allo studio una proroga dei termini. Per informazioni, l'ufficio si trova in via del Portello 25, 35129 Padova. Telefono 049-8275038. Fax 049-8275030. E-mail: mimma.degasperi@unipd.it

 

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