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La scuola virtuale ancora non c'e'. Almeno, non completamente attiva. Però, chissa' perché c'è in atto una regola che a me non piace proprio. Sul WEB ci sono di fatto le classi differenziali di vecchia memoria! Ed anche, nel panorama della produzione multimediale, c'e' in atto questa sottile e forse
poco notata suddivisione. Da una parte i "normali" e dall'altra gli "handicappati". Ma e' così difficile pensare ad un software che, in qualche misura, si adatti a tutti? Che si rivolga ad una classe con la sua peculiare varianza? E poi: nel WEB ci sono troppe "barriere architettoniche" che di fatto impediscono l'accesso all'informazione dell'utenza in situazione di handicap.Un cieco ha fatto fotografare l'immagine del suo monitor relativa al sito ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione così come la riceveva, con un sistema a sintesi vocale. Risultato: messaggi di errore al 98%. Il
sistema non era in grado di decodificare le informazioni ricevute per renderle idonee all'uscita audio. Quindi l'utenza con problemi di vista non può di fatto accedere all'informazione di questo sito e di moltissimi altri strutturati in modo analogo. Lo stesso problema con tutti i CD Rom delleVarie Enciclopedie multimediali esistenti in commercio. Ma non ci sono solo i ciechi. Oltre agli intuibili problemi legati alla decodifica di messaggi sonori da parte di chi ha problemi di udito, c'è da
rilevare anche la difficoltà di alcuni all'usuale movimento del mouse. Infine, le disabilità cognitive connesse con deficit di attenzione: quando le pagine sono troppo complesse, o con immagini in movimenti troppo rapidi, le capacità residue non consentono di cogliere l'informazione prodotta. Eppure ci sono, da anni, regole abbastanza agevoli per rendere il proprio sito WEB o il proprio CD Rom multimediale accessibile a tutti gli handicappati. Sto parlando del progetto WAI: Web Accessibility Initiatives proposto dal "Consorzio W3C". In questa sede non è ovviamente possibile approfondire le tematiche del progetto WAI. Volendo recepire i documenti originali si può puntare a
http://www.w3.org/WAI oppure attivare un qualunque motore di ricerca con la chiave "W3C". Oggi la realtà della scuola italiana non può permettersi di sottovalutare questo problema. Ai tempi della Scuola di Don Milani c'erano le classi formate da ricchi e le classe formate da poveri. Ma nell'interno di ciascuna aula scolastica la varianza nelle problematiche di apprendimento negli alunni non era molto ampia. Ma oggi? Nella Scuola dell'autonomia, tra il "normale" e l'"handicappato" c'è anche l'immigrato con tutte le sue problematiche di comprensione linguistica. A Roma, in una Scuola Media del centro, c'è una classe in cui la metà degli alunni non è italiana. Ed allora continuiamo pure la nostra progettazione MULTIMEDIALE. Però rendiamola anche MULTIMODALE per l'accessibilità di tutti gli utenti. E, se siamo perfezionisiti, anche RIDONDANTE: l'informazione, oltre che in italiano standard, andrebbe proposta in italiano semplificato. Gli utenti con carenza di vocabolario o con codice linguistico ridotto sicuramente apprezzeranno i vostri sforzi. "Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati"

Don Lorenzo Milani

Riccardo Celletti

e-mail: r.celletti@mclink.it

Intervento pubblicato su OnLynx - Online Magazine. Riflessioni su multimedia, ipertesti e internet, con un occhio particolare alle applicazioni didattiche.

http://www.onlynx.it/

Nicola Quirico - nicola@disabiliforum.com

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