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Recita così la parte incriminata del documento dell'Università romana Tor Vergata: "Gli studenti in possesso di maturità quinquennale che hanno conseguito un diploma o un attestato, in materia di professioni sanitarie, riconosciuto equipollente al Diploma Universitario del vecchio ordinamento da appositi provvedimenti legislativi, potranno presentare domanda di riconoscimento in crediti della carriera pregressa, allegando i programmi dettagliati dei corsi seguiti e il proprio curriculum formativo".

E significa che i vecchi titoli delle professioni sanitarie - fisioterapisti, logopedisti, psicomotrici... - saranno giudicati equipollenti, cioè di uguale valore, a una laurea di I livello di Medicina.
Quelle triennali per capirsi.
Un vero atto di sopruso, secondo i professionisti del settore, che lamentano il fatto che saranno iscritti a Tor Vergata, in particolar modo, ma anche a La Sapienza, persone che per la maggior parte persone con titolo assolutamente non riconosciuto da alcun decreto ministeriale.
Bene, solo perché ci hanno riferito di questi due Atenei, ma negli altri in Italia, come funziona?
Va da sé che a farne le spese di questi futuri "medici ad honorem" saranno gli utenti, i malati, chi ha bisogno di un professionista serio.
Mi chiedo, ma di baggianate compiute da medici inesperti o distratti non se ne sentono a sufficienza? Bisogna anche formarli già inadatti al compito?
Ma forse questo rientra nel piano per la rovina totale dell'Università che l'Italia sta portando avanti. Risulta evidente che non solo non si sono abbreviati i tempi di laurea, se tre più due fa ancora cinque, ma la qualità peggiora di giorno in giorno: programmi dimezzati e mai completati, stage dove si impara a fare perfettamente le fotocopie che suppliscono esami e ore di lezione.
All'Università di Padova, ad esempio, i futuri psicologici nel trienno imparano a somministrare il test di Rochard, quello che si vede in tutti i film, quello delle macchie, e potranno leggerlo solo se faranno il secondo Biennio.
Se ancora si ricordano le venti ore di lezione del modulo di qualche anno prima...

Ma, tornando a Roma, un fatto certamente curioso che ci è stato fatto notare è che quasi tutti gli iscritti irregolari proverranno dalla Regione Campania, dove pullulano Scuole private che conferiscono titoloni assolutamente non riconosciuti da Decreti Ministeriali.
Certo, l'Università si riserva di accettare o meno le domande, di decidere quanti crediti questi neo-iscritti devono ancora accumulare, ma il principio non cambia.
Certo, questo non è un fenomeno limitato agli Atenei romani, bisognerebbe spulciare il bollettino delle altre Università italiane.
Questo, di sicuro, non migliora le cose.
Già l'idea che la scuola e l'università siano considerate un'impresa, non convince: se laureiamo in fretta tanti piccoli ignoranti, chi insegnerà dopo?
Ma a parte questo, il medico non è certo una professione come tante altre.
Qui non si tratta di insegnare, anche quello, certo, si tratta di curare, di salvare vite umane.
Almeno, speriamo, che di domande ne siano scartate tante.

Per informazioni sui decreti di equipollenza dei vecchi titoli del Ministero della Salute ai Diplomi Universitari:

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