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Usati, sfruttati, umiliati, senza diritti, abbandonati a se stessi, vera carne da macello: così si definiscono gli operatori A.E.C. di Roma, che si occupano dell'assistenza degli alunni disabili nelle scuole capitoline.
E se la prendono soprattutto con la malagestione del Comune che, nel portare avanti questa funzione fondamentale, lo fa mescolando servizio pubblico e servizio privato: ad oggi ci sono in servizio nelle scuole circa 300 operatori comunali e oltre 500 appartenenti alle cooperative sociali.

Non ci si aspettava che anche quest'anno il Comune proseguisse con la gestione mista, dopo ripetuti ordini del giorno, approvati all'unanimità dal Consiglio Comunale di Roma, che si sono espressi in favore della totale amministrazione pubblica del servizio di assistenza degli studenti disabili.
Ora gli operatori A.E.C. accusano il Municipio di sperperare ingenti risorse a favore di certe società cooperative che sottopagano il lavoro degli assistenti che ricevono 6€ all'ora, niente, data la prestazione, ma soprattutto se confrontati a quelli che dipendono direttamente dal Comune a cui spettano 15€ all'ora.

Inoltre, prosegue il Coordinamento A.E.C., la Giunta non ha ancora riconosciuto il fondamentale ruolo educativo degli assistenti educativi, che in questo periodo si trovano a dover affrontare un grosso carico di responsabilità e ad occuparsi a 360 gradi degli alunni disabili e della loro assistenza specializzata, senza alcun supporto dal Comune.
Riconoscere i ruolo degli educatori permetterebbe l'istituzione automatica di graduatorie di incarichi e supplenze in ogni Municipio, per la sostituzione del personale.
La situazione è tale da far sì che adesso, nel caso in cui un insegnante di sostegno si ammali, i bambini disabili di cui questo si occupa non potrebbero più andare a scuola e ciò comporterebbe un carico aggiuntivo per le famiglie e, soprattutto, una limitazione nel percorso di apprendimento dell'alunno.

E non solo: la realizzazione di liste e graduatorie avvierebbe un processo di formazione e di apprendimento continuo e costante.
Ma non è così, e la conclusione a cui arriva il Coordinamento dell'A.E.C. è che al Comune non stia per niente a cuore la logica del miglioramento e della qualità del servizio e del personale, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale di una riqualificazione di tutto il settore.

In conclusione, gli operatori A.E.C. chiedono prima di tutto la totale gestione pubblica del servizio di assistenza ai bambini disabili, che sarebbe l'unico modo di ottenere la garanzia di un servizio di qualità efficiente e efficace, che rispetti i diritti sia degli alunni che degli operatori.
Di conseguenza richiedono che non ci si affidi più alle cooperative sociali che schiavizzano il lavoro degli assistenti.
Vogliono, inoltre, l'istituzione di graduatorie per gli incarichi e le supplenze e di corsi di formazione e di aggiornamento.
E, per finire, reclamano la necessità di incorporare, già da questo anno scolastico, alla pianta organica del Comune di Roma la figura professionale dell'educatore, con compiti chiari e precisi, in modo tale da garantire l'assistenza specialistica immediata agli studenti disabili.

Il miglioramento della qualità lavorativa e del servizio scolastico, sembra dover passare ancora una volta per una lotta serrata tra le parti in causa, nella quale, però, c'è in gioco un diritto umano insindacabile, quello allo studio.

Per informazioni
Coordinamento A.E.C. - Assistenti Educativi Culturali
E-mail coordinamentoaec@libero.it

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