Ricercatori francesi hanno messo a punto un prototipo di esoscheletro che un paziente è riuscito a comandare con impulsi del cervello
Tornare a camminare dopo una lesione midollare è il sogno di chi è immobilizzato; lentamente, ma progressivamente, la ricerca sta lavorando per arrivarci, operando su più fronti. E sembra che l’obiettivo si stia avvicinando: ne è prova lo straordinario risultato di uno studio francese, pubblicato sulla rivista The Lancet Neurology, che ha riportato di come un uomo tetraplegico sia riuscito a camminare e a muovere le braccia, grazie a un esoscheletro controllato con la mente.
Si tratta per ora solo di una sperimentazione eseguita in laboratorio, con un esoscheletro sofisticatissimo, e i risultati sono ancora preliminari, ma i ricercatori sono ottimisti su un futuro nel quale questo approccio potrà migliorare l’autonomia e la qualità dei pazienti.
LA PARTE PREPARATORIA - L’uomo, un ragazzo francese di 30 anni completamente paralizzato da quattro anni a seguito di una caduta, è entrato nel 2017 nella sperimentazione di questo progetto con esoscheletro con l’azienda biomedica Clinatec, il centro di ricerca CEA e l'Università di Grenoble, in Francia. Per arrivare a questo straordinario risultato la preparazione è stata lunga e complessa, sai dal punto di vista tecnico che umano. In primis, il ragazzo, che si chiama Thibault, ha dovuto sottoporsi a diverse risonanze magnetiche per registrare la sua attività cerebrale e mappare le aree del cervello che si attivano quando immagina di camminare e muovere le braccia. In seguito, il paziente ha dovuto esercitarsi per controllare un avatar col pensiero, imparando la complicata gestione dei movimenti combinati di gambe e braccia, per farli apprendere all’algoritmo alla base della traduzione del suo pensiero in comandi per l’esoscheletro.
L’ESOSCHELETRO – L’esoscheletro utilizzato nello studio è un prototipo non ancora pronto per uscire dal laboratorio: si tratta infatti di una imponente “tuta robotica” che pesa ben 65 kg, a sua volta sorretto da una struttura. Per la prova di cammino l’uomo è stato inoltre imbragato e collegato a un sollevatore al soffitto, per non rischiare di scivolare.
Per consentire all’uomo di muoversi in base ai suoi comandi, la complessa architettura ha “letto” , grazie a piastre dotate di elettrodi poste sul suo cervello, i segnali della corteccia senso motoria, che sono poi stati inviati ad un computer che li ha interpretati e inviati, attraverso un algoritmo e in tempo reale, all’esoscheletro. Questo passaggio pensiero-movimento deve essere eseguito in pochi millisecondi, altrimenti il sistema diventa difficile da controllare. La prova con l’esoscheletro lo ha visto muoversi e compiere alcuni passi con movimenti non perfetti, ma tanto da farlo sentire come il "primo uomo sulla Luna!
Qui sotto, i tweet del Centro di Ricerca CEA (ai quali vanno i crediti delle immagini qui riportate).
"J'ai dû réapprendre petit à petit. La plasticité cérébrale fait qu'on retrouve les ordres à envoyer pour obtenir les
— CEA_Officiel (@CEA_Officiel) 4 ottobre 2019
bons mouvements, de manière beaucoup plus souple, beaucoup plus naturelle", explique Thibault. #cerveau #mouvement #exosquelette #BCI Photo de J. Treillet pic.twitter.com/dwE45f7TsI
Gli scienziati francesi sostengono che ora si dovrà lavorare al miglioramento di questa tecnologia: l’obiettivo è quello di avanzare anche con progetti per lo sviluppo delle dita, in modo da poter recuperare funzioni che permettano, ad esempio, di tornare a eseguire azioni come raccogliere e spostare oggetti.
Qui sotto, il video di Reuters
In disabili.com:
La robotica per tornare a camminare con una lesione midollare: l’esoscheletro Hal arriva in Italia
Redazione