Menu

Tipografia

rATA è un’intervista standardizzata a livello internazionale, che ha lo scopo di raccogliere in tempi brevi informazioni sui bisogni di ausili in una popolazione

Sono stati presentati lo scorso maggio i risultati di una ricerca sulle tecnologie assistive in Italia, i cui dati contribuiranno poi alla realizzazione del primo Rapporto globale OMS-UNICEF sulle tecnologie assistive (GReAT), la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2022.

La ricerca

La ricerca, “rapid Assistive Technology Assessment” (rATA), affidata dall’OMS – a sua volta incaricata dalle Nazioni Unite di redigere il primo Global Report on Assistive Technology – è stata svolta in Italia da un consorzio di enti composto da Istituto Superiore di Sanità, AIAS Bologna onlus, Fondazione CENSIS e Rete Nazionale dei Centri Ausili (GLIC).Per facilitare la somministrazione dell’intervista, la rATA include un elenco di 50 ausili, raggruppati in sei diverse aree di funzionamento (vista, udito, mobilità, cognizione, comunicazione, cura di sé) che l’OMS ha definito ad alta priorità.
Per la ricerca sono stati intervistati 10.176 cittadini, di cui 4.870 (47.9%) maschi e 5.300 (52,1%) femmine, distribuiti tra le diverse aree del paese (Nord Est, Nord Ovest, Centro e Sud) e in diversi contesti abitativi (urbano e rurale, piccole e grandi città). Il campione è stato reclutato in modo casuale tra la popolazione generale.

Gli obiettivi

L’obiettivo, fare il punto sugli ausili, tecnologie essenziali per anziani, persone con disabilità e malati cronici, ma anche sulle tecnologie assistive, come quelle digitali, sempre più diffuse tra chi ha difficoltà funzionali o disabilità ma non considerati a tutti gli effetti ausili: quanto sono diffusi, e quanto il sistema riesce a dare risposta ai cittadini nel nostro Paese?

Quali ausli

Quanti e quali sono gli strumenti e gli ausili più utilizzati nel Paese? L’indagine ha rilevato che poco più della metà (51%) degli italiani intervistati si avvale di ausili nella vita di tutti i giorni. A farla da padroni nella ricerca, in una ideale classifica dei 20 ausili più diffusi, gli occhiali. Questa la diffusione delle tecnologie assistive rilevata:
- ausili per la vista (47%)
- ausili per la mobilità (11%)
- per le difficoltà cognitive (7%)
- per i problemi di udito (5%)
- per le difficoltà della vita quotidiana (4%)
- per difficoltà nella comunicazione (0,9%).

Chi usa gli ausili

In generale, il trend rileva che, ovviamente, aumenta il bisogno degli ausili al crescere dell’età: a partire dai 70 anni salgono, rispetto alla media del campione, le persone che utilizzano ausili diversi dagli occhiali, con queste cifre:
-20% tra i 70-79enni
- 41,4% tra chi ha più di 80 anni
La media del campione si attesta invece sul 16,3%, ndr.

Gli ausili più utilizzati

Il 34,7% del totale degli intervistati utilizza soltanto gli occhiali, che rappresentano l’ausilio più diffuso. La maggior parte delle persone che usano ausili ne utilizza solo uno (il 71,7%), l’11, 5% ne usa due, e il 5,7% più di cinque.

Relativamente agli strumenti adoperati, tra coloro che dichiarano di utilizzare in aggiunta agli occhiali altri ausili (il 9,8% degli intervistati) si trovano:
-i portapillole (3,9%),
- le lenti di ingrandimento (3,2%),
- bastoni (2,8%),
- lo smartphone (2,7%),
- le calzature speciali (2,6%),
- le protesi acustiche (2,4%)
- le stampelle (2%).
Gli altri – prodotti per l’incontinenza, maniglioni di sostegno, materassi antidecubito, busti o corsetti, sedie per doccia etc. – sono sotto al 2%.

TABELLA ausili più usati

Bisogni soddisfatti e non soddisfatti

Quanto sono soddisfatti i bisogni di ausili e strumenti delle persone? La ricerca ha indagato questo aspetto, definendo nell’intervista bisogni soddisfatti quelli in cui emerge la prevalenza di coloro che usano un ausilio e non esprimono il bisogno di un ulteriore ausilio, o non riportano la necessità di cambiare/aggiornare/aggiustare quello già in uso. Sulla base di questa definizione, i bisogni soddisfatti (met need) riguardano il 45,9% (su 51%) degli intervistati Il 6,8%, al contrario, ritiene di avere bisogno di un ausilio ma non lo possiede (unmet need), oppure ha necessità di cambiare quello in uso.
I bisogni non soddisfatti salgono al 14% tra coloro che hanno molte difficoltà e al 12,5% tra chi ha difficoltà molto gravi.

L’indagine ha approfondito anche la soddisfazione rispetto all’adeguatezza degli ausili nei contesti di vita e nelle attività, da cui risulta un’alta percentuale di giudizi positivi: l’81% è soddisfatto in ambiente domestico, il 78% relativamente alla partecipazione ad attività, il 76,6% in ambiti pubblici.

Chi paga gli ausili

Per quanto riguarda il percorso di fornitura ausili, più della metà degli utilizzatori ha espresso un giudizio positivo in merito alla valutazione e all’addestramento all’uso (58,4%). Poco più di un terzo risulta soddisfatto per i servizi di manutenzione e riparazione (39,4%).

Considerando il totale degli ausili, l’8,8% risulta finanziato dalla sanità pubblica a fronte del 76,5% pagato con mezzi propri. Sono soprattutto i prodotti per migliorare la vista a risultare a totale carico degli utilizzatori (solo l’1,8% menziona il soggetto pubblico), mentre per le altre tipologie di ausilio il dato appare più elevato: sono pagati dal SSN:

- il 28% dei prodotti per la mobilità personale,
-il 24,7% degli ausili per la cura di sé e lo svolgimento delle attività quotidiane,
-il 20% degli ausili per migliorare l’udito
- il 7,7% di quelli per le funzioni cognitive.



Per approfondire:

Una sintesi dei risultati

Redazione

bottoncino newsletter
Privacy Policy

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy