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chiesaDifficili gli adeguamenti, soprattutto per le strutture storiche


A volte, il problema compare fin dall'esterno, sotto forma di scalinata più o meno ripida.
In altri casi, bisogna varcare la soglia d'ingresso per accorgersi che qualcosa non va: spazi stretti, banchi e colonne che possono diventare vere e proprie barriere, percorsi non adeguatamente segnalati per chi non vede.
Sull'accessibilità delle chiese, monumentali o parrocchiali, c'è ancora da lavorare.
Qualcosa, però, si sta muovendo, in particolare per le strutture più recenti, che possono infatti accogliere con maggior facilità gli interventi di adeguamento.
Più complessa, invece, la faccenda nel caso delle chiese "storiche": un patrimonio artistico indiscutibile, che mostra però anche la scarsa attenzione del passato alla questione "barriere architettoniche". E così, trovare una soluzione per queste strutture diventa una vera e propria impresa.

A tracciare un profilo sull'accessibilità delle chiese in Italia è Don Giuseppe Russo, Responsabile del Servizio Nazionale per l’edilizia di culto della CEI, Conferenza Episcopale Italiana.
Sulla base delle Vostre rilevazioni, il livello di accessibilità delle chiese in Italia si può definire alto, medio o basso?
"In effetti, noi non abbiamo un osservatorio dedicato alla rilevazione di questa caratteristica per quanto attiene alle chiese. Come noto, il patrimonio edilizio religioso esistente è ingente, abbraccia secoli di storia e, quindi, culture e sensibilità molto differenti. Tuttavia, se dovessi azzardare una risposta precisa, penserei ad un livello medio di accessibilità se ci riferiamo alle chiese degli ultimi decenni; ad un livello basso se andiamo indietro nel tempo."

Ci sono dei requisiti minimi di accessibilità che devono essere soddisfatti nei luoghi di culto?
"I luoghi di culto in sé non rientrano in normative specifiche di riferimento. Tuttavia, nell’ambito delle istruttorie dei progetti delle nuove chiese, si cerca di imporre un requisito di accessibilità in grado di consentire almeno l’accesso e la
fruizione degli ambienti interni."

Quali sono gli interventi che, nel complesso, si stanno svolgendo maggiormente per venire incontro ai fedeli disabili?
"Credo che gli interventi più comuni consistano nella realizzazione di rampe di accesso e nella predisposizione dei servizi appositi. Molto meno frequente è lo studio e la realizzazione di ulteriori accorgimenti, quali i percorsi specifici per i non vedenti."

Gli utenti lamentano ancora una scarsa accessibilità delle chiese, non solo nelle loro parrocchie, ma anche in quelle che possono rientrare più propriamente tra i beni culturali ecclesiastici. Le difficoltà ad adeguare queste strutture sono dovute ad un iter procedurale lungo o all’architettura degli ambienti stessi?
"Non ritengo che le difficoltà procedurali incidano troppo. È vero, invece, che molto spesso il ‑¬à‹Å“vincolo’ è posto proprio da una condizione formale-architettonica difficilmente risolvibile, oppure risolvibile con ‑¬à‹Å“sacrifici’ sproporzionati."

Le segnalazioni degli utenti disabili possono in qualche modo favorire l’avvio di interventi in una specifica chiesa, oppure il percorso da seguire è unico e rigoroso?
"Certamente le segnalazioni degli utenti possono costituire il migliore indicatore dei limiti all’accessibilità , così da suscitare idonee riflessioni ed avviare percorsi formativi ad hoc, e progettare interventi di adeguamento intelligenti ed efficaci."

Nel futuro più prossimo, quante sono le chiese che godranno di appositi adeguamenti?
"Non siamo in possesso di dati relativi alla previsione del numero di chiese che potranno essere soggette ad adeguamento. Siamo molto più informati sulle chiese che verranno realizzate ex novo. Per ogni progetto di nuove chiese, ma anche di locali di ministero pastorale, la nostra struttura impone che non siano presenti barriere architettoniche, attraverso l’inserimento di rampe di accesso e di idonei ascensori per i salti di quota consistenti, così come si esige che siano previsti servizi per i disabili."

Il Giubileo nel 2000 sembrerebbe aver dato uno €˜stimolo‑¬ all’accessibilità delle chiese. Nel 2010 a Torino ci sarà l’ostensione della Sindone. Con l’occasione, si prevedono ulteriori interventi, e non solo nel capoluogo piemontese?
"L’ostensione della Sindone a Torino è un evento importante; la sua gestione complessiva riguarda però esclusivamente la diocesi di Torino. Non siamo in grado di dire se siano previsti interventi nel segno di una maggiore accessibilità .
Speriamo, ovviamente, che ciò avvenga!
"

INFO:

Il sito della CEI - Conferenza Episcopale Italiana

Ci siamo occupati di chiese e accessibilità anche nell'articolo:

SE ENTRARE IN CHIESA RESTA UN PIO DESIDERIO

Ne parliamo nel Forum

[Roberto Bonaldi]

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