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"Questa mattina, nel recarmi a Roma al dipartimento per le politiche sociali e previdenziali, del Ministero del Lavoro, per partecipare alla riunione della Commissione per la valutazione dei progetti relativi all'Anno Europeo delle Persone con Disabilità, mi sono capitati dei fatti  che mostrano in maniera inequivocabile come la nostra società, anziché crescere e maturare la consapevolezza del valore delle diversità, dell'importanza di attribuire dignità e attenzione anche alle persone disabili, stia invece inesorabilmente degradando soverchiata dai disvalori del calcio, del protagonismo televisivo, dell'arricchire facile.

Arrivato all'aeroporto di Venezia, essendo io cieco, ho chiesto assistenza al banco del Check-in - esiste infatti una procedura per cui le persone disabili devono essere accompagnate a bordo dell'aereo.
Mi è stato così affidato rapidamente un signore che mi ha accompagnato fino al Gate.
Qui la signorina, nel ritirarmi la carta d'imbarco, mi ha chiesto se potevo salire nell'autobus, domanda retorica, credo, giacché le persone cieche come me hanno le gambe e, peraltro, non riuscirei ad immaginare quale altro mezzo poteva offrirmi per arrivare sottobordo dell'aeromobile.
Così, il signore che mi aveva riaccompagnato sino a lì mi ha ripreso per il braccio e mi ha condotto all'interno dell'autobus poggiandomi la mano su un sostegno.
Fin qui sembrava tutto rientrare nella norma nelle procedure codificate, e invece no!
Nel frattempo l'autobus si è riempito ma nessuno dell'assistenza mi era rimasto accanto.
Così, quando i passeggeri sono scesi per avviarsi alla scaletta dell'aereo, ho provato il forte disagio di essere solo, abbandonato, di dovermi ricercare un'attenzione, un aiuto per poter salire con gli altri nell'aereo.

Ho sentito la dolce voce di una signora che risultava un po' attardata nella fila sotto la scaletta.
Ho posto attenzione se l'autista dell'autobus o qualcun altro si stava preoccupando di me, ma niente! Miracolosamente quella signora, forse girandosi e vedendomi lì, rimasto solo ed impacciato, mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto.
Sono salito così a bordo, al suo fianco e segnalando con disappunto allo steward il disservizio, ho colto nelle sue parole un senso profondo di rassegnazione "Cosa vuole, nella confusione si saranno dimenticati".

Anno Europeo delle Persone con Disabilità: tante chiacchiere, tanti soldi per dare a questo o a quel personaggio la parvenza di essere sensibile e attento.
Tanti soldi a gente che della disabilità, del valore della diversità, non ha la ben che minima competenza e consapevolezza.
E così arrivo a Roma, pronto a sbarcare e ancora una sorpresa.
Nonostante il fax con richiesta di assistenza per una persona cieca, eccoti arrivare il mezzo di trasporto per le persone in carrozzina.
Io sono giù, sotto la scaletta, accanto allo steward "Aooohh! Ce semo sbagliati!".
 
Rimango lì ad attendere, frastornato dai rumori dei reattori, fino a quando un operatore aeroportuale impietosito dalla mia attesa, rivolgendosi al personale Alitalia, "Moh, er blind  me lo carico io". Insomma, in un'ora e mezza da Venezia a Roma, prima di incominciare una giornata di grandi propositi sull'integrazione delle persone disabili, ho vissuto inesorabilmente sulla mia pelle i risultati dello scadimento della civiltà e della deriva culturale di un popolo che ha perso la bussola dell'etica del lavoro e dei valori veri nei quali credere e per i quali dovrebbe vivere".

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