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La Federazione nazionale Cure Palliative denuncia l'inadeguatezza delle risorse pubbliche stanziate per gli enti che erogano cure palliative in Italia e disparità a livello regionale, e chiede un incontro urgente al ministro della Salute

Quando una persona malata non risponde più ai trattamenti terapeutici, e la prognosi finale è quella dell’inevitabile decesso, è possibile alleviare lo stato di dolore ma anche di prostrazione psicologica della persona malata, come pure di chi le è vicino. Questo significa, in estrema sintesi, ricorrere alle cure palliative, ovvero ad un insieme di trattamenti terapeutici, diagnostici e assistenziali che, oltre a limitare e ridurre il dolore del malato, dei suoi familiari e caregiver, li accompagna verso la morte della persona rispettandone la dignità e i desideri, con l’obiettivo di assicurarne la migliore qualità della vita possibile per ciò che le rimane.

UN DIRITTO DI TUTTI I CITTADINI
Ricordiamo che il diritto a ricorrere alle cure palliative e alla terapia del dolore è un diritto di tutti i cittadini italiani, sancito dalla Legge 38/2010. Successivamente, i nuovi LEA del 2017 hanno definito e caratterizzato le cure palliative e la terapia del dolore, distinguendo gli interventi per livelli di complessità ed intensità assistenziale. Nei LEA sono previste le cure palliative negli hospice, nel livello domiciliare ed anche ospedaliero.

Nonostante ciò, ad oggi più della metà dei malati inguaribili che avrebbe bisogno di cure palliative non accede agli hospice e ai servizi domiciliari specialistici, “con profonde e inaccettabili disparità a seconda del luogo in cui si vive”, denuncia Tania Piccione, presidente della Federazione nazionale Cure Palliative.

LA DISCUSSIONE SUI FINANZIAMENTI
Sul tema a breve è in programma una importante tappa: la discussione nella Conferenza Stato Regioni delle l’entità e delle modalità con cui nei prossimi anni in Italia saranno finanziati gli hospice e le cure palliative domiciliari, con un ritardo che sfiora i 13 anni rispetto a quanto previsto dalla legge 38 del 2010 sul diritto alle cure palliative gratuite, segnala sempre Piccione, che allo scopo ha chiesto un incontro urgente sul tema al Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

FONDI PUBBLICI INSUFFICIENTI
L’appuntamento in Stato Regioni è una tappa quantomai importante, considerando che i finanziamenti sono necessari alla messa in pratica reale delle azioni a sostegno dei malati. Al momento attuale, segnalano sempre dall’associazione, i fondi pubblici stanziati risultano insufficienti, ed è solo grazie alle donazioni libere dei cittadini che supportano associazioni di volontariato ed enti del terzo settore impegnate nel settore, che si riesce a far fronte alle esigenze dei tantissimi malati terminali.

Una situazione che l’associazione dichiara ormai insostenibile, che rischia di far chiudere centinaia di hospice in tutta Italia, con gravi ripercussioni sugli altri presidi sanitari, in primis ospedali e pronto soccorso.

TARIFFE E FORTI DIFFERENZE REGIONALI
La sezione lombarda della Federazione Cure Palliative è stata la prima a lanciare l’allarme, denunciando l’inadeguatezza delle tariffe regionali per gli hospice, ma il panorama non è migliore nella maggior parte delle altre regioni. Spiegano dalla Federazione nazionale Cure Palliative che dallo schema di decreto del Ministero della Salute che definisce tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di cure palliative, infatti, emerge che le tariffe dell’hospice variano da 142 euro al giorno del Molise ai 410 della Valle d’Aosta. Altrettanto ampia è la variabilità delle tariffe relative alle cure domiciliari.
“È del tutto evidente - afferma Tania Piccione - che occorre procedere rapidamente a un processo che superi le disparità regionali. Differenti tariffe non possono che determinare profondi divari nelle prestazioni erogate e quindi una drammatica disomogeneità, tra cittadini italiani, nell’accesso alle cure a cui tutti hanno diritto”. Si tratta di un passaggio fondamentale, dal quale dipende la possibilità di offrire assistenza ai moltissimi malati che, alla fine della vita, ancora non trovano risposte adeguate ai loro bisogni di cura.
“Con una popolazione sempre più anziana, fragile, con patologie croniche - conclude Piccione - tutelare la qualità della vita dei malati inguaribili di ogni età non è solo un imperativo etico ma una necessità che dovrà orientare sempre più le priorità e gli sforzi del Sistema Sanitario Nazionale”.

Redazione

Crediti foto: Alberto Calcinai

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