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Oltre tre milioni gli italiani hanno il diabete; il 35,2 % dei residenti nei centri urbani è sovrappeso, e 4 italiani su 10 hanno comportamenti sedentari - Approvata all’unanimità alla Camera una risoluzione che impegna il governo ad adottare misure per la salute nelle aree urbane del Paese

3,2 MILIONI DI ITALIANI COL DIABETE - I recenti dati Istat hanno rilevao un numero considerevole di persone con diabete: in Italia, nel 2016 oltre 3 milioni 200 mila persone dichiarano di esserne affette. Si tratta del 5,3% dell’intera popolazione (16,5% fra le persone di 65 anni e oltre).
Il numero, già di per sé importante, fa riflettere se consideriamo che la diffisine del paese è quasi raddoppiata in 30 anni (nel 1980 interessava il 2,9% della popolazione). Va anche detto che questo incremento è dovuto sia all’allungamento della vita 8e quindi a un maggior invecchiamento dellla popolazione), sia ad altri fattori (tra cui una diagnosi più precoce). Inoltre la mortalità per diabete si è ridotta di oltre il 20% in tutte le età.

DIABETE E OBESITA’ – Altra condizione che si sta diffondendo nell nostro Paese anche a causa di condotte scorrette è l’obesità, che insieme al diabete rappresenta una delle più frequenti  malattie croniche non trasmissibili nel nostro Paese. E’ stati riscontrato che un terzo dei cittadini affetti da diabete risiede nei grandi insediamenti urbani; nelle città oltre 500mila abitanti, il 35,2 per cento dei residenti è sovrappeso e il 9,2 per cento obeso; 4 italiani su 10 hanno comportamenti sedentari.

MALATTIE E INCIDENZA URBANA - Di fronte a questa situazione, Health City Institute, Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Federsanità Anci, Rete italiana città sane dell’Organizzazione mondiale della sanità, Coni, Istituto superiore di sanità hanno silgato una http://aic.camera.it/, rivolta agli oltre 8mila sindaci italiani per lanciare questo allarme.
“La crescita drammatica delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, nelle nostre città è condizionata soprattutto dalle modifiche agli stili di vita alimentari e fisici”, ricorda Andrea Lenzi, Coordinatore HealthCity Institute, sottolineando come siano i numeri a testimoniare le dimensioni del problema in Italia: oltre 3 milioni di persone con diabete, delle quali un terzo risiede nei grandi insediamenti urbani, come le 14 Città metropolitane; nelle città oltre il mezzo milione di abitanti, il 35,2 per cento dei residenti è sovrappeso e a questi si aggiunge un 9,2 per cento di obesi; 4 italiani su 10 hanno comportamenti sedentari.

LA POLITICA PER LA SALUTE DEI CITTADINI - Giunge ora un primo importante atto ufficiale da parte delle Istituzioni: la XII Commissione Affari sociali e sanità della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità, con parere favorevole del Governo, una risoluzione, a prima firma dell’On. Daniela Sbrollini, in materia di salute nelle città. Il documento, articolato per punti, indirizza il Governo ad adottare diverse misure per lo sviluppo di politiche per la salute nelle aree urbane del nostro Paese. Questo documento è anche  “(…) un altro tassello per la riforma del nostro sistema di welfare: stiamo sostituendo pian piano una forma assistenziale di welfare, con un welfare invece generativo e partecipativo che si pone alla base di un nuovo patto sociale”, ha dichiaro l’Onorevole.

IL TESTO APPROVATO IMPEGNA IL GOVERNO:
  • ad assumere iniziative per la promozione della salute dei cittadini, studiando e monitorando i determinanti della salute specifici del proprio contesto urbano facendo leva sui punti di forza delle città e riducendo drasticamente i rischi per la salute, nonché prevedendo modalità di coinvolgimento attivo dei cittadini e forme di partenariato pubblico - privato per la realizzazione di politiche che mettano al centro la salute come diritto;
  • ad assumere iniziative per assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all'informazione sanitaria (Health Literacy) a tutti i cittadini, aumentando il loro grado di autoconsapevolezza attraverso percorsi formativi a livello regionale o locale indirizzati agli operatori sanitari e alle associazioni dei pazienti e attraverso modalità di comunicazione con il sistema sanitario, agevolate dalle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali;
  • ad assumere iniziative per inserire l'educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano;
  • ad incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, rafforzando il sistema di incentivi rivolto alle imprese socialmente responsabili che investono in sicurezza e prevenzione e introducendo strumenti atti al controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro, soprattutto relativamente alle caratteristiche degli ambienti;
  • a promuovere una cultura e un'educazione alimentare appropriate attraverso programmi dietetici mirati (menu scolastici e aziendali appropriati) ed eventi divulgativi sul territorio, prevenendo l'innalzarsi dei tassi di obesità e generando un risparmio di risorse sanitarie e sociali;
  • ad assumere iniziative per ampliare e migliorare l'accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, secondo il principio dello «sport di cittadinanza», favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani, migliorando l'inclusione nelle città delle persone anziane e favorendone un invecchiamento attivo come previsto già nel 2012, anno europeo dell'invecchiamento attivo;
  • ad assumere iniziative per sviluppare politiche di trasporto urbano, anche locale, orientate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita salutare;
  • ad adottare iniziative per promuovere l'adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili, rappresentando queste ultime il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano oggi;
  • a considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l'inclusione sociale nel contesto urbano, adottando politiche tese a migliorare le condizioni sociali, economiche ed ambientali dei quartieri disagiati, sia con interventi «mean-tested», sia con interventi volti a migliorare il contesto urbano di riferimento, facendo sì che ogni città si allinei agli standard più elevati di accessibilità e fruibilità dei servizi urbani per persone disabili, adeguando le infrastrutture sanitarie, la viabilità, l'accesso a servizi pubblici di qualsiasi tipo, promuovendo la loro partecipazione anche nelle attività sportive e ricreative adottando politiche di prevenzione e inserimento socio-sanitario per le popolazioni di migranti;
  • a studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini attraverso una forte alleanza con comuni, università, aziende sanitarie, centri di ricerca, industria e professionisti volta a: creare cabine di regia per lo studio e il monitoraggio dell'impatto dei determinanti della salute nel contesto urbano; promuovere partnership multi-stakeholder per dare vita a politiche urbane migliorative; dare vita a una conferenza permanente delle aziende ospedaliere delle aree metropolitane e delle strutture sanitarie territoriali che mettano in atto piani d'azione (piani obiettivo) di erogazione di servizi sanitari attraverso forme di accesso innovative mirate alla cronicità e alla protezione sul territorio dei soggetti portatori di patologie croniche ingravescenti.

Per approfondire:

Il testo integrale: http://aic.camera.it/
 
Redazione

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