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Al Convegno Internazionale dedicato ai "Trattamenti convenzionali ed innovativi nella Sclerosi Multipla", organizzato dalla sezione di Asti dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla, con il patrocinio della ASL 19 della Regione Piemonte e della Associazione Cannabis Terapeutica (ACT), hanno partecipato circa 350 persona tra medici, pazienti e loro familiari.
Grande è stata la soddisfazione per i risultati presentati, in anteprima assoluta, dal Prof.Alan J. Thompson della Università di Plymouth, uno dei principali ricercatori insieme al Dott. John Zaijcek, sull'efficacia terapeutica della cannabis nel trattamento della Sclerosi Multipla .
Lo studio è stato finanziato dal Medical Research Counsil and th MS Society of Great Britain and Northern Ireland e pubblicato sulla rivista Lancet del 7 Novembre 2003, ed è il più ampio avviato nel trattamento dei sintomi della Sclerosi Multipla, coinvolgendo 630 pazienti affetti da sclerosi multipla stabile e spasticità nella sperimentazione clinica della Cannabis.
I pazienti sottoposti a questa ricerca sono stati trattati alternativamente con un estratto naturale di cannabis, con un cannabinoide sintetico o con un placebo; lo studio si è svolto in doppio cieco, cioè nè i pazienti nè i medici sapevano a quali gruppi di trattamento appartenessero le persone.
I risultati hanno dimostrato che i cannabinoidi potrebbero essere clinicamente utili nel trattare alcuni sintomi correlati alla sclerosi multipla, ma è altresì necessaria una ulteriore ricerca con misurazione dei risutati ,che valuti adeguatamente l'impatto dei sintomi nella malattia cronica .
In particolare per quanto riguarda la spasticità, misurata utilizzando una scala di valutazione obiettiva (scala di Ashworth) non sono emerse differenze statisticamente significative tra i pazienti trattati con derivati della cannabis e quelli trattati con placebo (pur essendovi un trend favorevole ai derivati della cannabis).
Lo studio dimostra invece un significativo miglioramento della capacità di deambulazione: la mobilità misurata, come tempo di camminata, è risultata significativamente migliorata.
I pazienti trattati con cannabis hanno riferito, inoltre, una significativa riduzione di sintomi quali il dolore, gli spasmi muscolari, la spasticità, i disturbi del sonno e i farmaci ben tollerati, nessuna segnalazione di effetti collaterali particolari.
Anche il Prof. Geoffrey Guy ha presentato i risultati dei primi quattro studi completati con gli spary sublinguali a base di estratti di cannabis prodotti dalla GW Pharmaceuticals di Londra.
Tali studi confermerebbero sia efficacia che una buona tollerabilità dei derivati della cannabis nel trattamento del dolore neuropatico e della spasticità associati alla SM, e circa 1000 pazienti stanno partecipando ad altre 5 sperimentazioni della GW Pharm.

A seguito di questi incoraggianti risultati, il Presidente nazionale dell'AISM, il Prof. Mario Battaglia, ha reso noto che l'Associazione chiederà ufficialmente al Ministro della Salute di promuovere un'ampia ricerca per valutare gli effetti dei derivati della cannabis con accurati metodi di valutazione che coinvolga tutti i centri clinici di riferimento per la cura della sclerosi multipla.

Il presidente di ACT, dott. Salvatore Grasso, ha sostenuto la necessitàdi predisporre in Italia un adeguato quadro legislativo che consenta  l'accesso a questi farmaci a tutti quei pazienti con SM, le cui terapie convenzionali non diano risultati apprezzabili

Al dott.Salvatore Grasso abbiamo posto qualche domanda per chiarire se l'attuale DDL Fini sull'uso di sostanze stupefacenti fosse in qualche modo in relazione con la battaglia dell'ACT per la legalizzazione della Cannabis per uso terapeutico.

Sin dalla nostra nascita abbiamo sempre cercato di tenere nettamente distinta la battaglia per la regolamentazione dell'uso terapeutico da quella per la legalizzazione dell'uso ricreativo, a partire dal dato di fatto che la legge attualmente in vigore (DPR 309/90) consente, almeno formalmente, l'utilizzo terapeutico.
A partire da questa distinzione è stato possibile mettere insieme, in numerosi Consigli comunali, provinciali e regionali, maggioranze trasversali che, superando la sterile contrapposizione tra proibizionisti e antiproibizionisti, hanno trovato un punto di accordo nel riconoscere la necessità di una regolamentazione di sostanze, sulla cui efficacia in svariate patologie esistono evidenze scientifiche crescenti.

Il riconoscimento di questo dato di fatto scientifico continua a trovare qualche irriducibile oppositore tra quanti ritengono che l'uso terapeutico sarebbe solo una 'scusa' per introdurre surrettiziamente la legalizzazione dei derivati della cannabis.
Questa è a nostro parere una obiezione priva di fondamento.
Che nasconde una preoccupazione: che l'approfondimento delle conoscenze scientifiche su queste sostanze sveli il carattere pregiudiziale di certa propaganda anti-cannabis, mettendone in discussione i presupposti ideologici.
Detto ciò, come medico non posso fare a meno di rimanere molto perplesso di fronte alle attuali proposte di Fini, che ritengo poggino su premesse assolutamente ascientifiche.
Ma ci tengo a sottolineare che su questo terreno esprimo opinioni personali, che nulla hanno a che vedere con le finalità statutarie di ACT
".

Visto i risultati della sperimentazione tornerete a discuterne col governo?
Riteniamo che i risultati della sperimentazione inglese su cannabis e sclerosi multipla diano ulteriore forza alla battaglia per il riconoscimento del valore terapeutico dei derivati della cannabis.
Nei mesi a venire continueremo ad incalzare sia il Governo, che sarà chiamato a misurarsi con la proposta di sperimentazione italiana venuta fuori dal Convegno di Asti, che il Parlamento: chiederemo con maggior vigore che la Commissione Affari Sociali della Camera inserisca sollecitamente nel Calendario dei propri lavori l'esame dei progetti di legge giacenti nei suoi cassetti.
E siamo pronti, qualora la calendarizzazione della nostra proposta di legge dovesse essere ulteriormente rinviata, a fare arrivare la voce dei pazienti sin sotto le finestre di Montecitorio
.
Se i medicinali a base di cannabis venissero approvati dalla UK Medicines Control Agency cambierebbe qualcosa nel panorama legislativo italiano?
Se i farmaci a base di cannabis ottenessero l'approvazione dell'MCA per i pazienti italiani sarebbe immediatamente possibile ottenerli tramite la complessa procedura che regola la importazione delle specialità medicinali dall'estero (la procedura è descritta in dettaglio nella sezione *FORUM E FAQ* di http://medicalcannabis.it).
Ma è chiaro che a quel punto la legittima aspettativa dei 50.000 pazienti italiani affetti da sclerosi multipla sarebbe quella di poterli acquistare, con ricetta medica, nella farmacia sotto casa!
E credo che Governo e Parlamento si dovrebbero far carico di spiegarci perchè ciò non debba essere possibile!

Fonti:

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