Menu

Tipografia


Regione Lombardia delibera i tagli ai contributi per i caregiver di persone con disabilità, per l’attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale non autosufficienza. LEDHA lancia l’allarme

Il 28 dicembre scorso la Giunta regionale della Lombardia ha approvato una delibera (la n.1669) che, recependo quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza, stabilisce tagli ai contributi ai caregiver familiari, prevedendo di compensare questa mancanza attraverso l’erogazione di servizi offerti in modalità diretta dai Comuni. Questo significa, evidenzia la LEDHA, che dal 1 giugno 2024 più di settemila persone con gravissima disabilità che vivono in Lombardia vedranno decurtare da 650 a 400 euro mensili il proprio contributo per l’assistenza domiciliare. Una situazione analoga riguarderà ulteriori diecimila persone con grave disabilità che ricevono contributi per la loro assistenza da parte dei Comuni.

Con questa misura Regione Lombardia applica le prescrizioni ministeriali contenute nel Piano nazionale per la non autosufficienza, che prevede la progressiva conversione dei sostegni offerti in forma di contributi in servizi erogati in forma diretta, ma a subire i tagli saranno proprio quelle figure così indispensabili per molte persone con grave disabilità, ovvero i loro caregiver familiari.
Ricorda a tale proposito LEDHA che le persone con disabilità assistite da caregiver familiari già oggi vivono una situazione estremamente problematica: le prestazioni e i servizi a loro dedicati sono drammaticamente sotto finanziati e la scelta di essere assistiti dai propri familiari non trova un adeguato sostegno economico. I contributi economici o di altra natura, infatti, compensano solo in parte quanto le persone e i loro familiari investono in tempo ed energia, oltre che di spesa.

Secondo LEDHA la decurtazione dei contributi economici ai caregiver, con la previsione che questi vengano compensati attraverso l’erogazione di servizi offerti in modalità diretta dai Comuni, rappresenta una clamorosa smentita dei principi di libertà di scelta e di sussidiarietà su cui si fonda il nostro sistema di welfare.
 E proprio questa modalità di erogazione lascia perplessa la LEDHA, che ravvede una difficoltà di attuazione della misura: il piano regionale prevede ogni mese la conversione dell’equivalente di 1.750.000 euro (a tanto ammonta l'importo oggi destinato a sostenere il lavoro dei caregiver familiari) in ore di assistenza diretta. Chi si occuperà della progettazione, programmazione e implementazione di questi servizi? I servizi sociali comunali che già oggi stentano a sostenere il carico lavoro, anche solo amministrativo, causato dalla proliferazione di nuove misure? Chi avrà il tempo di incontrare e parlare con queste persone e i loro nuclei familiari -molti dei quali oggi sconosciuti ai servizi sociali comunali- per capirne le caratteristiche, le esigenze e le richieste? E con quale personale saranno gestiti questi servizi, dato che già oggi si fatica a trovare educatori, operatori socio-sanitari e altre figure qualificate previste per l’assistenza domiciliare e scolastica? Si chiede LEDHA.

L’appello dell’associazione è affinchè il Ministero consenta a Regione Lombardia di rinviare l’attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza: richiesta che, dichiara LEDHA, la Direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha già inviato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Lanciamo quindi l’appello al ministero perché risponde in tempo rapidi e in modo positivo alla richiesta di Regione Lombardia. Confidiamo che il ministero possa mettere Regione Lombardia nelle condizioni di ritirare questo provvedimento e garantire a queste persone e ai loro nuclei familiari, almeno la continuità degli interventi in atto, il commento di LEDHA.

AISLA: "SCELTA INACCETTABILE"
Forte anche la preoccupazione di AISLA, l'Associazione Italiana Sclerosi laterale amiotrofica, che ritiene questa scelta inaccettabileRegione Lombardia metterà in difficoltà più di 7.000 famiglie già duramente provate dalla malattia, di queste circa 1.000 con Sla, dichiarano.
(…)Sono circa 11.000 le persone che in Lombardia convivono con una gravissima disabilità. Dal 2024, circa 3.000 di questi disabili gravissimi che vengono assistiti “solo” dal caregiver familiare vedranno ridursi il sussidio da 650 a 400 euro mensili. Al pari, si stima che per le poco più di 250 persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale da macchinari (per esempio coma, stato vegetativo o tracheotomia), vedranno ridursi il contributo da 900 a 700 euro al mese. A loro si aggiungono, inoltre, i ragazzi disabili che frequentano la scuola e coloro che convivono con spettro autistico che vedranno il loro sussidio ridotto da 750 a 400 euro al mese.
Rimangono, invece, pressoché invariati gli importi per coloro che possono permettersi di assumere un assistente familiare, circa 3.600 famiglie. Inspiegabilmente l’unica eccezione, in negativo, è riservata alle poco più di cento persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale, come le persone con Sla. A costoro, se assistiti da un professionista regolarmente assunto, Regione Lombardia riduce il contributo da 1.300 a 1.200 euro mensili. Un taglio economico in netta controtendenza al contesto che già registra aumenti significativi nelle spese per assistenti e badanti, con una crescita dei costi mensili fino a 122,59 euro. In aggiunta, l'INPS ha previsto un aumento del 8,1% nei contributi previdenziali per i lavoratori domestici.

Redazione

bottoncino newsletter
Privacy Policy

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy