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Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano
Al Presidente della Commissione Unione Europea.
Al Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati Italiana
Al Presidente Del Senato e della Camera Della Repubblica Italiana
Al Presidente Nazionale delle Regioni
Ai Presidenti dei Gruppi Senatoriali del Senato della Repubblica Italiana
Ai Parlamentari tutti

Ai mezzi di informazione, trasmissioni televisive, associazioni.

OGGETTO: PETIZIONE POPOLARE A SOSTEGNO DELLA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE CON DISABILITA’

Vi vengono oggi consegnate le firme secondo quanto previsto dall'art. 50 della nostra Costituzione che  si sono raccolte attraverso una petizione popolare indetta  dall'e-group Vita Indipendente di Yahoo groups il cui url è http://it.groups.yahoo.com/group/VitaIndipendente/.
Vi hanno partecipato e preso coscienza nuovi soggetti che rappresentano l'universo radicalmente cambiato e in continua evoluzione della disabilità e di chi si schiera dalla sua parte.
Un universo di persone umane che vuole trasformare in vincolo, concretezza e positività ciò che oggi le leggi prevedono superando finalmente le condizioni di sudditanza, precarietà, incertezza e
insicurezza che limitano o bloccano il libero sviluppo della personalità sancito dagli art.. 2, 3 e 38 della nostra Costituzione.
Il  principio cardine che guida la nostra azione è la centralità della persona con disabilità e il riconoscimento della sua libertà di scelta, dignità e autodeterminazione.
Condizioni  individuali e sociali considerate inviolabili dal dettato costituzionale, ma nella pratica lese, eluse o ignorate quotidianamente, proprio laddove maggiore dovrebbe essere la presenza e la sensibilità nei confronti della disabilità ossia nelle pubbliche Amministrazioni e Istituzioni
quando viene a mancare il loro intervento necessario e programmatico in sintonia con lo spirito legislativo e costituzionale.
Siamo convinti che nella società moderna, il diritto alla vita indipendente, l'accesso alle nuove tecnologie ed agli ausili  e la possibilità di essere partecipanti attivi della nostra vita e della vita del Paese lungo tutto l'arco della nostra vita, diventano diritti primari per assicurare ancora il principio di uguaglianza e per realizzare una società più equa e più giusta.
A tal fine solleciteremo parlamentari di diversi schieramenti politici e  lo stesso Governo ad intervenire.

QUESTI I PUNTI ESSENZIALI DELLA NOSTRA PETIZIONE:

1) Esigibilità ed applicazione effettiva, nella sua concretezza, della  L. 162/98 che promuove la Vita Indipendente per tutte le persone con disabilità in stato di gravità ai sensi della L.104/92
2) Necessaria promulgazione legislativa che demandi alle Regioni il compito vincolante di erogare l'assegno mensile per la Vita Indipendente.
3) Rendere chiaro e noto che fare "Vita Indipendente" significa avere la possibilità, per mezzo dell'assunzione diretta di assistenti personali, scelti, formati, addestrati dalle stesse persone con
disabilità che fruiscono del loro aiuto, di condurre una vita come quella di tutti e di tutte, con pari opportunità di vita e di autodeterminazione.
Nella filosofia della Vita indipendente non ha importanza per quali ragioni abbiamo una disabilità. Quello che importa è il riconoscere che tutti, indipendentemente dal tipo e dal grado della loro
disabilità, possano imparare ad assumersi maggiore responsabilità, a prendere più decisioni riguardo alla loro vita e ad apportare un contributo maggiore alle loro famiglie, comunità, economia e mercato del lavoro.
In molti paesi ci sono organizzazioni di carità che raccolgono denaro dipingendoci come esseri miseri e da compatirsi.
Queste organizzazioni intervengono a nome delle persone con disabilità ed informano i governi sulla politica per la disabilità, ma alle persone con disabilità di rado viene chiesto di che cosa abbiano bisogno.
4) Affinché ciò possa avvenire oggi, le Regioni, in accordo con i Comuni o le ASL, devono ogni anno stanziare puntualmente il contributo richiesto per ogni progetto individualizzato presentato da ciascuno/a disabile.
5) ELIMINAZIONE, nella L. 104/92, all'art.9  titolato "Servizio di aiuto personale" e nei vari punti successivi della stessa, dell'affermazione secondo la quale "Il servizio di aiuto personale, che può essere istituito dai Comuni o dalle unità sanitarie locali nei limiti delle proprie ordinarie risorse di bilancio, è diretto...".
Una eliminazione necessaria onde evitare al disabile in stato di gravità di sentirsi dire che il contributo non c'è e che la legge permette ciò.
Vi invitiamo a mettervi nei panni di coloro che vivono questa esperienza.
Codeste amministrazioni, ai sensi della legge, possono decurtare i fondi stanziati per la vita indipendente a favore di altri finanziamenti o evenienze che esse giudicano prioritarie al contributo per la vita indipendente delle persone con disabilità.
E tutto ciò avviene legalmente e secondo la loro "discrezionalità amministrativa" ai sensi della l.162/98.
Disponibilità di bilancio e discrezionalità amministrativa sono in contraddizione con lo spirito della vita indipendente, degli art.. 2, 3 e 38 della nostra Costituzione spregiano il desiderio di libertà e di dignità  di ogni persona con disabilita e la rendono un oggetto in balia dell'emergenza economica di turno.
I fondi devono essere usati per i motivi secondo cui sono stati stanziati.
6) I contributi per la vita indipendente devono essere equiparati al costo della vita.
7) modificare la L.162/98 che demanda alle Regioni e ai Comuni, il compito di erogare  il contributo mensile per la vita indipendente.
Ogni dispersione o gestione dei fondi diversa dall'obbiettivo legislativo dell'erogazione deve essere considerata illegittima.
Questa richiesta ha anche il significato di eliminare l'uso arbitrario dei fondi e i vari  "passaggi di mano" degli stessi da parte delle Pubbliche Amministrazioni per mezzo dell'enunciazione di  leggi e
leggine regionali che permettono appunto la gestione  impropria dei fondi nonché della discrezionalità amministrativa fondata sull'uso personalistico e arbitrario dei fondi stessi.
Lo Stato ha il compito di stanziare alle Regioni un fondo esaustivo vincolato all'assistenza personale autogestita per la Vita Indipendente.
Le Regioni, a loro volta, erogano ai Comuni tali fondi.
I Comuni erogano puntualmente e tempestivamente, l'assegno mensile in base alle richieste dei disabili medesimi o delle famiglie, laddove il disabile non possa, non riesca o deleghi alla famiglia o ad un tutore, il ritiro dell'assegno.
Alla stessa stregua le Regioni devono essere vincolate ad accogliere i progetti individualizzati dei soggetti in stato di gravità sia psichica che fisica e di chi li rappresenta e a programmare e stanziare la somma annua ai Comuni in base ai progetti ricevuti, nei tempi stabiliti e tali da non creare impedimento alla realizzazione del progetto di vita indipendente della persona con disabilità.
8) Eliminazione della discrezionalità di recente introdotta nell'uso del Fondo sociale nazionale (il Governo in sostanza ha modificato la normativa riguardante il fondo in modo da riservarsi la facoltà di poterlo utilizzare per fini estranei alle politiche sociali (vedi mucca pazza "?", giovani coppie).
9) estendere ed ampliare alle altre persone disabili la facoltà, prevista nell'ultima finanziaria per le sole persone non vedenti, di richiedere l'assegnazione di un obiettore o volontario del servizio civile per mansioni di accompagnamento
10) L'assistenza personale indiretta  deve essere finanziata anche con la riconversione delle rette destinate all'istituzionalizzazione delle persone con disabilità. (Istituti e centri diurni) . Esse non possono e non devono essere considerate in alcun modo gli unici fondi a disposizione per coprire la spesa in questione.
11) Così dicasi della somma elargita per i soggiorni estivi organizzati dall'A.I.A.S. che deve essere messa a disposizione delle persone con disabilità, quale contributo economico, per permettere
loro di scegliere dove, quando e con chi, andare in vacanza.
12) E' necessario permettere la partecipazione attiva delle persone con disabilità in prima persona o delle loro famiglie alla stesura ed alla realizzazione dei progetti che gli enti locali, oggi, dicono di
proporre in loro favore. Questa prassi deve diventare vincolante per l'approvazione e il finanziamento di questi progetti da parte della Regione.
Vogliamo spezzare il monopolio dei professionisti che parlano a nostro nome, definendo i nostri problemi e suggerendo le soluzioni per le nostre necessità. Il punto di vista di ogni persona con disabilità per quanto riguarda la sua vita deve essere accettato, condiviso.
I governi devono riconoscere le nostre organizzazioni in quanto collaboratrici nell'elaborare la politica sulla disabilità. In diversi paesi  è riconosciuto che le persone con disabilità sono le migliori
esperte nelle materie concernenti la propria condizione di vita.
13) La condizione dello stato di gravità deve permettere al/la disabile di poter usufruire del contributo con l'avvento della stessa e con la presentazione del relativo progetto, immediatamente e senza attendere mesi.
14) Le persone con disabililità di cui sopra non devono essere oggetto di discriminazioni economiche da regione a regione. I nostri bisogni sono gli stessi.
15) Che venga  applicato sempre il Decreto Legislativo 3 Maggio 2000 n. 130 come previsto all’ art. 3  comma 4 punto 2 ter , al fine di impedire la caduta in stato di povertà della famiglia del/la disabile e la conseguente presa in carico sociale di tutta la famiglia per il sostegno economico previsto per le famiglie indigenti.
Inoltre la mancata applicazione del Decreto Legislativo  n.130/2000  lederebbe  la  libertà e l’uguaglianza (nei diritti e nei doveri) costituzionalmente sancita di diritto per tutti i cittadini indipendentemente dalla posizione economica, religione, idee politiche ecc. ecc.

Caro Presidente, siamo certi che queste nostre sollecitazioni troveranno in Te un interlocutore attento e sensibile e per questo siamo certe e certi che, nel trasmetterle alle Commissioni competenti, saprai esercitare quella azione di impulso e di orientamento propria del Presidente dell'assemblea dei deputati.
Per questo ti siamo grati non solo per averci ricevuto ed ascoltato ma anche per ciò che certamente saprai fare, nell'ambito delle prerogative del Presidente, perché queste nostre richieste possano
contribuire a modificare e migliorare la nostra legislazione per renderla sempre  più coerente con il dettato,  degli art. 2, 3 e 38 della nostra Costituzione.

ADERISCO ALLA PETIZIONE POPOLARE A SOSTEGNO DELLA VITA INDIPENDENTE, PROMOSSA DALL' E-GROUP VITA INDIPENDENTE DI YAHOO.

Autorizzo l'uso dei miei dati personali a sostegno di questa petizione e per ricevere informazioni secondo la legge  675/96


PETIZIONE POPOLARE APPELLO  PER I DISABILI VIVI DEL 2003

ADERISCI E SOSTIENICI

FIRMA ANCHE TU

PERCHÉ I DIRITTI NON ABBIANO CONFINI

PERCHÉ IL DISABILE NON SIA UNA MERCE

PERCHÉ LA DIGNITÀ NON ABBIA UN PREZZO

PERCHÉ LA LEGGE SIA UGUALE PER TUTTI

FIRMA alla petizione contro l’assistenzialismo arbitrario, per  libertà e la dignità nella vita, per una società più giusta, per una vita civile e non discriminante.

La discrezionalità dei comuni sull’assistenza ai disabili e la non esigibilità della stessa sono un tratto di barbarie sociali, perché fondano i rapporti sociali sull’arbitrio e negano i principi costituzionali di difesa dei soggetti più deboli e ha ricadute sostanziali su diritti fondamentali quali la libertà, la dignità, pari opportunità, diritto alla vita ed alla salute ed il dovere dello Stato a rimuovere ogni fonte di discriminazione e di disuguaglianza fra tutti i suoi cittadini singoli.

Oggi la tutela da questo arbitrio non è  garantita e questo determina una condizione evidente di disparità e di ingiustizia. mentre in varie parti del mondo il disabile si afferma come persona unica nella gestione dei suoi bisogni per la sua autonomia fonte anche di nuove, giuste ed importanti centri produttivi globali e non più di discriminante, ghettizzante assistenzialismo mirato solo a rimpinguare e sostenere le fasce sociali deboli lillipuziane che abitano le tasche di molti amministratori, operatori fantasmi, progetti devianti ed enti ed associazioni che come i funghi nascono e come funghi spariscono raccolti chi sa da chi facendo così emergere  differenze di trattamento, di condizioni sociali,  frammentazioni dei diritti dei disabili e spreco indiscriminato di danaro pubblico a favore di chi?
Certamente non di chi ne ha vera necessità. Da una parte quindi produzione senza confini e, dall’altra, diritti confinati.

Non si difende un diritto se lo si lascia a pochi o lo si richiede in pochi, così come un diritto o è universale o non è.
Per questo la vittoria di questa Petizione, che estende a tutti questi diritti, riguarda dignità, sicurezza e libertà , rende effettiva la nostra Costituzione, dà corpo alla Carta europea dei diritti fondamentali.

SEI MOTIVI PER FIRMARE IL CAMBIAMENTO DELL’ATTUALE SISTEMA

  1. "Danneggia l'uomo nella sua libertà, dignità ed uguaglianza e danneggia l’economia delle tasche di ognuno di noi per rimpinguire quelle di pochi  e  che nulla a che vedere con noi disabili”
  2. " Impedisce a noi disabili e famiglie di vivere e contribuire attivamente alla vita del ns Paese”
  3. " È  inadeguato ai reali bisogni individuali"
  4. "Perchè divide e disuguaglia cittadini di uno stesso Paese”
  5. "Perché è fuori dagli indirizzi delle politiche sociali  dell'Europa e del Mondo"
  6. “Perché l'esercizio del diritto non sia come oggi una mera enunciazione di principio ma un  diritto effettivo”

Per informazioni
Laura
E-mail oemnap@tin.it
Tel. 057281900
      3286853028

Mario  
E-mail m.scognamiglio@tiscalinet.it  
Tel. 0573364653
      3339682056

Vita Indipendente
E-mail vitaindipendente@yahoogroups.com

Petizione Vita
E-mail Indipendentepetizionevitaindipendente@yahoogroups.com

Associazione Centro Studi e Documentazione per L’Handicap CSDH
Via Cancellieri 30
51100  Pistoia


Di cosa parliamo quando parliamo di vita indipendente

Il concetto di vita indipendente può essere inteso come la possibilità per la persona con disabilità di compiere delle scelte (qualsiasi tipo di scelta) con le sole limitazioni che hanno le persone senza disabilità.
E' logico quindi che in presenza di disabilità gravi la vita indipendente possa essere attuata
esclusivamente con un servizio di assistenza personale.
Per assistenza personale si deve intendere la presenza accanto al disabile, di un professionista, adeguatamente retribuito, che gli permetta di compiere azioni che altrimenti sarebbero impossibili.
Si tratta quindi di un rapporto di lavoro, dove la persona con con disabilità è il datore e l'assistente l'impiegato.
In parole semplici la persona con con disabilità riceve dall'amministrazione pubblica una cifra con cui pagarsi il servizio, ma è lui a formare, addestrare, decidere chi assumere, gli orari e le mansioni.


Cosa prevedono le leggi 104  162  e 328 e a chi si applicano


La legislazione vigente prevede che le persone con disabilità che lo vogliono, possano vivere in maniera indipendente (lett. l-ter) del comma 2 dell'art. 39 della Legge n. 104 del 1992 cit., così come modificato dalla lett. c) del comma 1 dell'art. 1 della Legge 21 maggio 1998, n. 162, e così come riportato ancora dalla Legge 8 novembre 2000 n. 328.
Ciò si applica secondo la legislazione vigente che prevede l’assistenza personale soltanto per chi viene riconosciuto in situazione di “handicap grave” dall’apposita commissione e quindi si è stati riconosciuti persona con handicap in situazione di gravità


Gli effetti  dei limiti di tali leggi

I limiti di tali leggi sono tutti riportabili all’ultima legge emanata nell’ambito del sociale che è la legge n. 328 dell’8 novembre 2000.
Fondamentale nella limitazione è la mancanza di diritti esigibili nella legge 328/2000 è stata, riconosciuta dallo stesso On. Gianfranco Morgando, Sottosegretario al tesoro, nella seduta del Senato del 18 luglio 2000.
In merito ai finanziamenti, altra condizione sine qua non per l'esigibilità dei diritti, nella legge 328/2000 viene più volte precisato che le prestazioni sono fornite "nei limiti delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali" (art. 4,6,14,18,20 e 22): il che dimostra ancora una volta, l'assenza di disposizioni azionabili da parte dei cittadini.
Da notare che, ai sensi del 4° comma dell’art. 15 della legge 328/2000 "qualora una o più Regioni non provvedano all’impegno contabile delle quote di competenza entro i termini indicati nel riparto di cui al 2° comma, il Ministro per la solidarietà sociale, di concerto con il Ministro della sanità, sentita la Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997 n. 281, provvede alla rideterminazione e riassegnazione dei finanziamenti alle Regioni".
In parole semplici, se le Regioni sono inadempienti non viene nominato un commissario ad acta incaricato dell’esecuzione dei provvedimenti non assunti, ma sono revocati i finanziamenti, con le evidenti gravissime conseguenze negative.
La legge prevede che tutto possa essere assicurato a tutti, ma nulla è obbligatorio per i più deboli. Un ruolo molto ampio, a nostro avviso preoccupante, è assegnato dalla legge 328/2000 al terzo settore e cioè alla cooperazione sociale.
Non solo il terzo settore partecipa "alla gestione e all’offerta dei servizi" ed è uno dei "soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi" (art. 1, comma 5), ma gli Enti locali, le Regioni e lo Stato sono tenuti a promuovere "azioni per il sostegno e la qualificazione dei soggetti operanti nel terzo settore anche attraverso politiche formative ed interventi per l’accesso agevolato al credito ed ai fondi dell’Unione europea" (art. 5, 1° comma).
È addirittura stabilito che "sulla base di un atto di indirizzo e coordinamento del Governo" le Regioni debbano adottare "specifici indirizzi per regolamentare i rapporti tra enti locali e terzo settore, con particolare riferimento ai sistemi di affidamento dei servizi alla persona" (art. 5 comma 3).
Come risulta evidente, mentre il Parlamento ed il Governo non hanno voluto dare alcuna garanzia agli utenti dei servizi sociali, hanno definito sia sul piano dei principi generali, sia con molti e precisi dettagli il campo di azione del terzo settore.
La speciale benevolenza della legge 328/2000 nei confronti del terzo settore è la conseguenza diretta dell’intesa fra il Governo e il terzo settore sottoscritta il 12 febbraio 1999.
Una delle caratteristiche salienti dell’accordo è il riconoscimento da parte del Governo del terzo settore quale soggetto politico, sociale ed economico in grado sia di "corrispondere in modo efficace alla domanda insoddisfatta di servizi di interesse collettivo e al diffuso bisogno di "beni relazionali" necessari per la convivenza civile e la coesione sociale", sia di incentivare "l’occupabilità di lavoratori svantaggiati".
In concreto, questi soggetti, se senza congiunti o altri che ne rivendichino i diritti, sono emarginati presso le cooperative sociali.
Gli operatori dei servizi sociali, come avviene già attualmente, hanno ampie possibilità discrezionali di inviare nelle cooperative sociali i soggetti che vogliono.
Il compenso del lavoro svolto può anche essere irrisorio.
D'altro lato, se l'utente reclama, rischia di essere espulso e di rimanere abbandonato a se stesso. Disastrose sono, a volte, le conseguenze per gli utenti delle strutture (comunità alloggio, centri diurni ecc.) gestite da cooperative sociali: bambini senza famiglia, adolescenti in difficoltà, handicappati intellettivi ecc.
Le loro difficoltà, infatti, vengono accentuate dal continuo cambiamento degli operatori che sono alla continua ricerca di posti di lavoro più remunerativi.
Soffrono per l’incessante susseguirsi di nuovi addetti e per le continue mutazioni dei programmi e dei metodi educativi.


Questa è la tabella di adesioni firme adottata

COGNOME E NOMELUOGO E DATA DI NASCITALUOGO DI RESIDENZADOC. IDENTITA’FIRMA
     
     
     
     
     
     
     
      
     
         
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     


ADERISCO ALLA PETIZIONE POPOLARE APPELLO A SOSTEGNO DELLA VITA INDIPENDENTE, PROMOSSA DALL' E-GROUP VITA INDIPENDENTE DI YAHOO.

Autorizzo l'uso dei miei dati personali a sostegno di questa petizione e per ricevere informazioni  secondo la legge  675/96


INFO
Cosigliere AIAS, membro del gruppo di Fede Luce di Mazara del Vallo e di Castelvetrano (TP)
Tel. 0923 741512
E-mail aias.morsello@libero.it

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