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La “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” (legge n. 328/00) rappresenta l’esito di una riflessione nata per riformare l’assistenza sociale tradizionale.

Si tratta di una legge che va a ridefinire il profilo complessivo delle politiche sociali nel nostro Paese, segnando il passaggio da un sistema di interventi “riparativi” ad un sistema di protezione sociale attiva, che privilegi le persone, e non le categorie, e che offra prestazioni flessibili e personalizzate.

La legge, allontanandosi dalle forme assistenziali centralizzate, affida alle Regioni e ai Comuni il compito di creare un sistema integrato di interventi e servizi sociali.
I Comuni sono infatti il vero motore operativo della macchina sociale: a loro è riservato il compito di formulare i piani di zona, mentre il compito delle Regioni, svolto tramite i piani socio-sanitari regionali, è quello di programmare, coordinare e indirizzare gli interventi sociali e disciplinare l’integrazione degli interventi stessi, con particolare riferimento all’attività socio-sanitaria.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di generare una nuova cultura ed una nuova pratica sociale.
Al momento però, nonostante le gli scenari federalisti prospettati dalla 328/00, la legge quadro sull’assistenza risulta applicata solo in parte o per nulla dalle diverse Regioni e Comuni italiani, mentre a livello politico nazionale si registra spesso un preoccupante silenzio.

A questa legge fa riferimento l’Onorevole diessino Luigi Giacco nella lettera che ci ha inviato e che noi pubblichiamo.

La legge 328 del 2000, con la sua applicazione, si è data la forza al riconoscimento dei diritti di cittadinanza e non aveva intenzione di provvedere ai bisogni attraverso forme di beneficenza o assistenza.
L’indennità, infatti, è stata concepita non in funzione delle risorse economiche ma rispetto ad un diritto acquisito
”, ha dichiarato l’On. Luigi Giacco (DS), Responsabile nazionale per le politiche dei disabili durante il suo intervento nell’incontro organizzato dalla CISL e dall’INAS “Invalidità civile: l’irrazionalità di un sistema tra diritti negati e abusi”.

C’è necessità di una politica sociale che preveda certezza nella riabilitazione, nella formazione e nell’inserimento lavorativo delle persone disabili.
L’art. 24 della legge 328 aveva delegato il Governo ad una revisione dei criteri di accertamento e certificazione della disabilità in base ai criteri ICF.
È doveroso - prosegue il parlamentare diessino - dare attenzione alle potenzialità residue invece di orientarsi sulle menomazioni, ed è necessario semplificare le procedure per ottenere il riconoscimento all’ottenimento degli emolumenti.
È inoltre importante prevedere quale sia la composizione delle commissioni mediche, affinché sia fatta una semplificazione nell’accertamento, cosicché non vi siano inutili commissioni doppione per far sì che si faciliti la liquidazione e si evitino contenziosi e ricorsi
”.

Il Fondo delle politiche sociali - ha voluto ricordare l’On. Giacco - nella Finanziaria 2005, in discussione in questi giorni al Senato, prevede un taglio di ben 413 milioni di euro rispetto al 2004, e il Ministro Siniscalco in Commissione Affari Sociali della Camera ha dato delle risposte inadeguate rispetto alla questione della non autosufficienza.
Tutto ciò comporta - ha concluso Giacco - un grande taglio a tutti i servizi sociali in tutto il territorio nazionale e qualcuno si dovrà addossare le spese dei servizi, e chi pagherà saranno le famiglie altro che falsi tagli di tasse
”.

Giacco Luigi


Info

La Legge Finanziaria e le misure economiche per il 2005

Ministero del Welfare


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