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autismoIl Trentino è a un passo dall’avere una struttura tra le migliori in Europa in grado di prendere in carico persone autistiche dalla loro nascita fino alla morte visto che al momento sono in genere abbandonate alle loro famiglie, con disagi enormi e ripercussioni drammatiche per le tante persone coinvolte. Sarà un centro che porterà la nostra provincia all’avanguardia assoluta.
Una buona notizia per chi ha a che fare con l’autismo, dove i malati, dopo i 20 anni di età , sono privati di qualsiasi assistenza. Secondo Daniele Cozzini, che ne ha studiato il progetto, «questo luogo, che dovrebbe sorgere a Coredo, in val di Non, ha la possibilità di ricevere il via libera per la prima tranche di finanziamenti già quest’anno». Nonostante la crisi e i tagli alle opere pubbliche, infatti, l’opera (che avrebbe costi attorno ai 7 milioni di euro) è fra quelle considerate in pole position per la partenza definitiva. Al suo interno vi saranno non solo zone residenziali e per lo svago ma anche laboratori e strutture per la cura e la riabilitazione. «Sarà pensata - continua Cozzini - soprattutto per quei malati che, passati i 20 anni, ora gravano solo sulle famiglie, anche se sarà ovviamente aperta anche ai più giovani». E’ questo quanto emerso a Trento nel corso del convegno nazionale organizzato dalla Fondazione trentina per l’autismo. «In Trentino i malati sono 450 e un bambino ogni mille nasce con questa malattia» ha spiegato Giovanni Coletti, presidente dell’Associazione genitori soggetti autistici trentini (Agsat) che ha snocciolato altri dati per far capire quanto sia difficile e doloroso il mondo di quelle famiglie che hanno in casa bambini autistici: «Il 94% delle mamme è costretta a licenziarsi: lo stress insopportabile e continuo che un genitore deve subire quando in casa c’è un figlio autistico porta a dei costi enormi». Coletti, a tal proposito, afferma che ogni anno «un bimbo autistico costa alle casse pubbliche almeno 14 mila euro, i suoi genitori, per le malattie legate allo stress che provoca dover badare in qualsiasi momento a lui, possono arrivare a costare 16 mila euro l’anno».
In questo senso si inserisce l’importanza di una struttura come quella trentina: «Oggi con la diagnosi precoce, fino ai 24 mesi d’età , e con cure adatte si può arrivare a migliorare le condizioni del bimbo autistico fino al 98% rispetto alla condizione iniziale» spiega ancora il presidente dell’Agsat, il quale però subito dopo denuncia: «Capita che ci siano ancora bambini a cui l’autismo viene diagnosticato a 7-8 anni: questo provoca danni irrimediabili ed è, con i protocolli di diagnosi esistenti oggi, inaccettabile».



Fonte: Trentino del 21-05-2011