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IL DISTURBO DELLA DEGLUTIZIONE: LA DISFAGIA
prime vie digestive
CONSIGLI UTILI PER LA GESTIONE A CASA DEL PAZIENTE CON DISFAGIA


Nella gestione a casa del paziente con disfagia ci sono alcuni aspetti che risultano particolarmente problematici ma che possono essere appianati se affrontati seguendo le procedure corrette.
Qui di seguito abbiamo raccolto per voi alcune regole fondamentali che possono prevenire alcuni errori comuni e possono indirizzare il nostro comportamento al meglio al fine di assistere nella maniera più idonea la persona bisognosa di aiuto.

PER I MEDICINALI
Per evitare che pastiglia polverizzata e acqua formino un “pappone” è meglio farsi prescrivere farmaci sottoforma di bustine solubili, sciroppi, gocce o sospensioni orali.
Tuttavia poiché anche i liquidi possono essere rischiosi nel processo di deglutizione delle persone disfagiche e portare a soffocamento, a volte può non essere opportuno utilizzare i medicinali in bustine disciolti nell’acqua. Anche nel caso in cui si proceda ad un addensamento dell’acqua tramite gelificante spesso il gelificante si deposita sul fondo ed è difficile inglobare il principio attivo del farmaco nella soluzione ottenuta.
Molto più consigliabile munirsi di un tritapastiglie e triturare le compresse (sempre se divisibili) mescolandole ad esempio alle cremine di frutta disponibili in commercio. In questo modo il paziente non si accorge nemmeno di prendere la medicina ed il composto è anche molto facile da preparare per chi assiste.


PER MANGIARE
NON mangiare o imboccare la persona con la testa reclinata all’indietro e nemmeno darsi un colpo indietro alla testa quando si ingoia una pastiglia, è molto più facile incorrere al rischio di soffocamento in questo modo.
invece tenere la testa inclinata verso il basso mentre si deglutisce così la glottide si apre bene. È più facile se si porta il cucchiaio alla bocca dal basso.
Ci deve essere un allineamento capo, collo, tronco quindi si consiglia di stare seduti bene a 90° con i piedi poggiati a terra e gli avambracci sul tavolo.

posizione corretta a 90 gradi da seduto su una sedia

posizione corretta a 90 gradi da seduto sul letto

Se la persona non riesce a mantenere ritta la schiena frapporre fra la schiena del paziente e lo schienale della sedia o carrozzina un cuscino: il corpo non deve scivolare in avanti!
Lo stesso dicasi per le persone allettate: sollevare il busto durante i pasti con l’ausilio di uno o più cuscini o grazie ad un letto reclinabile e cercare di mantenere la posizione per almeno 15-30 minuti dopo il pasto per facilitare lo svuotamento e prevenire casi di reflusso. Utilizzare anche un tavolino pieghevole da appoggiare al materasso, su cui il paziente possa poggiare gli avambracci.
Se dovesse mancare il controllo del capo, è opportuno utilizzare i poggiatesta abbinabili alla carrozzina.

 ad un ambiente sereno, tranquillo, illuminato e senza distrazioni. Il paziente non deve parlare, guardare la TV, etc... Se c’è una persona che imbocca il paziente deve tenere gli occhi allo stesso livello di chi viene nutrito oppure ad un’altezza più bassa in modo tale che il paziente non sia costretto a sollevare la testa verso l’alto.
L’attenzione deve essere massima: se il paziente si stanca, meglio sospendere il pasto e riprendere in un secondo momento.
 a input verbali per richiamare a sé l’attenzione del paziente.

 alla calma e NO alla fretta.

NON presentare tutti i piatti vicini o davanti al piatto che la persona sta mangiando, né tantomeno presentare i dessert in anticipo che fanno solo gola al paziente. NON va nemmeno bene presentare porzioni troppo abbondanti altrimenti il paziente si affatica e si scoraggia.
 a porzioni piccole e pietanze presentate una alla volta, ad un tavolo ordinato e pulito con tutte le cose necessarie a portata di mano.

NON introdurre un secondo boccone se quello precedente non è stato ancora deglutito e NON servirsi dell’acqua o di altri liquidi per mandare giù.
 alla preliminare rimozione dei pezzi di cibo non deglutiti prima di procedere alla somministrazione di liquidi.

 a deglutire a vuoto tra un boccone e l’altro o a fare piccoli colpetti di tosse per accertarsi che non ci sia cibo fermo.
Cercate in ogni caso di lasciar fare al paziente, non imboccatelo a meno che non sia strettamente necessario ma stimolate le sue abilità residue.


PER L’IGIENE ORALE
Concluso il pasto è necessario procedere all’igiene orale, pratica che va eseguita anche fuori dal momento dei pasti per prevenire il ristagno di muco, saliva, briciole ed il conseguente rischio di aspirazione....
Per i primi tempi NON usate dentifrici e collutori che, in quanto liquidi, potrebbero creare dei problemi ma preferite PIUTTOSTO una garza sterile o uno spazzolino per bambini a setole morbide, imbevuti con piccole quantità di bicarbonato di sodio.


A PROPOSITO DI LIQUIDI… SFATIAMO QUALCHE MITO
1. Non è vero che i liquidi sono più facili da ingerire e deglutire, anzi a volte vanno addensati con appositi gelificanti. Esistono in commercio bevande già addensate pronte: per migliorarne il gusto è possibile aggiungervi zuccheri, sciroppi o succhi di frutta.
2. È da evitare l’uso di cannucce per la somministrazione dei liquidi.
3. Se la disfagia non è eccessivamente grave è sufficiente somministrare liquidi freddi o frizzanti che vengono percepiti meglio.


COSA FARE IN CASO DI SOFFOCAMENTO DA CIBO
NON dare disordinatamente manate sulla schiena.
, se il paziente è cosciente, farlo piegare in avanti con il capo più basso del torace e dare tre - quattro colpi tra le scapole con il palmo della mano. Se il soggetto è privo di sensi, posizionarlo su un fianco con il capo ruotato di lato, liberare la bocca da dentiere e/o residui di cibo e chiamare il 118.

NON dare da bere.
 cercare di rimuovere con le mani protesi dentarie e/residui di cibo, aiutandosi piuttosto con una garza sterile.


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