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Le associazioni propongono un loro piano, chiedendo 7,5 miliardi per la non autosufficienza, 5 dei quali per i servizi domiciliari

La pandemia dovuta al Coronavirus ha lasciato una tragica scia di morti, soprattutto tra i più deboli: gli anziani non autosufficienti, deceduti in moltissimi casi in quelle stesse strutture che di loro si prendevano cura. La tragedia ha riacceso i riflettori su queste realtà, ma anche sulla gestione delle persone anziane nel nostro Paese, mettendo in evidenza criticità - già esistenti - di cui è afflitto il sistema pubblico.

IL PNRR COME OPPORTUNITÀ DI RIFORMA
A lanciare l’allarme è il Network Non Autosufficienza, che vede nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (lo strumento col quale si può accedere alle risorse che la Commissione Europea mette a disposizione degli Stati membri per fronteggiare l’impatto economico e sociale della pandemia, ndr) una occasione per avviare un necessario percorso di riforma del sistema.

LA PROPOSTA DEL NETWORK
Il Network, rilevando che nel PNRR non è presente un vero progetto rivolto ad anziani e famiglie, ha elaborato un proprio piano sulle proposte dei partecipanti (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer – AIMA, Alzheimer Uniti Italia Onlus, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Terzo Settore e La Bottega del Possibile) riprendendo le azioni già stabilite dal Piano modificandole, integrandole con altre e provando a collocarle in un progetto unitario.

GLI OBIETTIVI DI RIFORMA
I principali obiettivi della proposta:
1. rendere più semplice l’interazione con il welfare pubblico
2. avere un sistema di assistenza domiciliare all’altezza delle esigenze di anziani e famiglie
3. riqualificare la residenzialità.
Secondo quanto dichiarato dai promotori, la proposta parte quindi dall’affrontare alcune criticità attuali del settore, come la frammentazione degli interventi pubblici, superabile, secondo i proponenti, unendo i passaggi da svolgere per accedere alle misure e ricomponendo così l’attuale caotica molteplicità di enti, sedi e percorsi differenti.
La principale attenzione è dedicata a un’ampia riforma dei servizi domicilari, affinché siano meglio in grado di sostenere le molteplici problematicità legate alla non autosufficienza e di diventare un effettivo punto di riferimento per le famiglie. Si prevede anche un investimento straordinario per migliorare le strutture residenziali che necessitano di essere ammodernate e riqualificate, bisogno confermato dalle vicende della pandemia.

I FONDI NECESSARI
Un progetto importante di riforma, quello proposto, che prevede una spesa importante: circa 7,5 miliardi per la non autosufficienza, 5 dei quali dedicati ai servizi domiciliari. È la cifra giusta per un avviare una riforma ambiziosa, ma – se non fosse disponibile –  si può anche partire con meno. Il vero pericolo, infatti, non è che i fondi siano inferiori a quelli sperati, ma che il Piano per l’Italia di domani resti privo di un progetto riformatore per un settore tanto fragile – dichiarano i promotori.

Per approfondire:

Il Piano completo

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