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La nuova campagna Coordown “Assume that i can” ci mostra quanto sono sbagliate e limitanti le aspettative al ribasso e i preconcetti che ancora esistono sulle persone con sindrome di Down

Ha la Sindrome di Down, quindi non gli insegno questo concetto: non capirebbe.
Ha la Sindrome di Down, dobbiamo accudirlo in tutto: ci sostituiremo a lui
Ha la Sindrome di Down, non possiamo dargli questa mansione: non saprà svolgerla.
Questi appena descritti sono esempi di vita quotidiana, che vedono le persone con sindrome di Down oggetto di valutazione da parte di altri, sulla base di errati stereotipi che hanno però dirette conseguenze sui comportamenti successivi.
Le basse aspettative da parte degli altri sono ciò che può frenare, limitare, impedire lo sviluppo delle piene potenzialità di una persona con sindrome di Down. Dalle basse aspettative, che nascono da stereotipi e preconcetti, si giunge a quella che in psicologia viene definita “profezia che si autoavvera”: comportamenti conseguenti ad una aspettativa, tanto da arrivare alla sua concretizzazione.

copertina della campagna CoorDown con alcuni ragazzi con sindrome di down e la scritta assume that i can so maybe i will
ASSUME THAT I CAN
E’ questo errore di approccio che la campagna internazionale "ASSUME THAT I CAN” lanciata da CoorDown - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down - in occasione della prossima Giornata Mondiale sulla sindrome di Down (21 marzo 2024) vuole smascherare e ribaltare.

LA PROTAGONISTA
Fulcro della campagna è il film "ASSUME THAT I CAN”. La protagonista, una giovane donna con sindrome di Down, sfida le basse aspettative che gli altri hanno su di lei e propone un ribaltamento di prospettiva: all’inizio chi ha intorno crede che non possa bere un cocktail, praticare boxe, studiare Shakespeare, andare a vivere da sola, raggiungere obiettivi importanti. Poi a metà film la svolta: la protagonista invita con determinazione a pensare in modo nuovo e usare in senso positivo la profezia autoavverante: se credi in me, se mi dai fiducia, potrai avere un impatto positivo e allora, forse,  potrò raggiungere obiettivi, anche inaspettati.


Se un insegnante crederà che il proprio studente possa imparare, lo metterà alla prova e troverà le strategie giuste per insegnargli la sua materia, probabilmente la imparerà.
Se un genitore darà fiducia al proprio figlio e lo sosterrà nelle sue autonomie e conquiste, creando le condizioni perché possa sperimentarsi, allora forse il figlio riuscirà.
Se un datore di lavoro o un collega crederà che un lavoratore con sindrome di Down possa svolgere una mansione anche complessa, gliela insegnerà, creerà il contesto giusto perché la impari e probabilmente quella persona la imparerà.
Un cambiamento profondo di immaginario che va oltre la denuncia dei diritti negati, chiama all’azione ogni persona che voglia combattere attivamente per realizzare una vera inclusione per tutti, dichiarano da CoorDown.

LA CAMPAGNA
La campagna è nata dalla collaborazione con l’agenzia SMALL di New York ed è stata prodotta da Indiana Production per la regia di Rich Lee, e la direzione della fotografia di Christopher Probst. La musica è stata composta e realizzata da Stabbiolo Music. 
La campagna ha, inoltre, il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione Cariplo. 

LE TESTIMONIAZNE
Fino al 21 marzo, sui social media di CoorDown troveranno spazio testimonianze reali di persone con sindrome di Down e delle loro famiglie provenienti da ogni parte del mondo con gli esempi degli stereotipi che hanno dovuto affrontare e dei pregiudizi che hanno sovvertito. Sulla scia del trend #OfCourse che ha portato centinaia di migliaia di persone a raccontarsi con la frase “certo che…” usata come introduzione ad azioni che svelano le idee preconcette sul proprio lavoro o ruolo sociale, un’onda virale che ha visto protagoniste anche Kim Kardashian e Mariah Carey su TikTok e con cui saranno chiamati ad attivarsi tutti coloro che vorranno spiegare gli stereotipi associati alla propria identità anche con toni ironici e provocatori.

Gli hashtag ufficiali della campagna #AssumeThatICan #EndTheStereotypes #WorldDownSyndromeDay #WDSD24.

Redazione

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