Il Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio assisterà Munzir e Mustafa, padre e figlio protagonisti dello scatto “Hardship of life” del fotografo turco Mehmet Aslan
Ci sono immagini che hanno una potenza tale da diventare simboli, con l’efficacia comunicativa e l’immediatezza che solo le foto riescono a restituire. E’ il caso

La storia racchiusa in questo abbraccio è il simbolo della tragedia del conflitto siriano, nel quale tuttavia trovano spazio l’amore e il gioco. I due protagonisti sono papà Munzir e il piccolo Mustafia: il primo, senza una gamba a causa di una esplosione avvenuta nel 2006, mentre si trovava nel mercato della città siriana di Idlib, il piccolo, cinque anni, nato senza arti inferiori e superiori per una malformazione causata dall’assunzione di farmaci da parte della madre, colpita durante il conflitto siriano dal gas nervino.
La foto, che ha già fatto il giro del mondo, ha fatto conoscere la storia di Mustafa e Munzir ben oltre i confini siriani, e la bella notizia è che entrambi verranno accolti in Italia per essere curati al Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio. Al Centro Inail, eccellenza internazionale nel campo della riabilitazione, della ricerca e dell’assistenza protesica si sono rivolti Andrea Causarano, medico sportivo già di Roma e Juventus e il fotografo Luca Venturi, direttore artistico del “Siena international photo awards”, promotori della raccolta fondi attualmente attiva sulla piattaforma Go Fund Me che sostiene l’iniziativa per portare padre e figlio in Italia.
Mustafa e la sua famiglia sono attesi nelle prossime settimane nel nostro Paese: si recheranno quindi a Budrio dove saranno visitati e assistiti dallo staff del Centro protesi per intraprendere un percorso protesico-riabilitativo.
Redazione
