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La ballerina, coreografa e attivista per i diritti delle persone autistiche, molto seguita sui social, smonta uno per uno gli stereotipi sul 2 aprile e parla del suo film e del suo libro

Domenica sarà il 2 aprile e, come ogni anno dal 2007 (anno in cui è stata indetta dall'ONU, ndr), ovunque si celebrerà la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo. Nonostante le tante iniziative che si svolgono a ogni latitudine e le altrettante parole spese sull'argomento, la domanda è sempre la stessa: si tratta di vera consapevolezza? A smontare uno per uno tutti gli stereotipi sulla ricorrenza e sui suoi simboli tradizionali è la ballerina, coreografa e attivista per i diritti delle persone autistiche Red Fryk Hey.

red fryk heyRed, cosa rappresenta per te il 2 aprile?
In positivo rappresenta una ricorrenza che potrebbe far parlare di più di autismo, facendo sì che le persone autistiche come me che possono e vogliono raccontarsi possano farlo; sarebbe bello, però, che succedesse sempre. In negativo, al contrario, rappresenta le tante e troppe persone che, invece di creare consapevolezza, creano ancora più confusione perché non sono informate né aggiornate, non ascoltandoci e alimentando stereotipi sbagliati: indubbiamente si può parlare di autismo anche da altri punti di vista, ma è sbagliato soffocare la nostra voce, cosa che il 2 aprile accade spesso.

Il 2 aprile porta con sé alcuni simboli molto criticati dalle persone autistiche: quali sono e perché?
L'autismo viene spesso rappresentato con la tessera di un puzzle, simbolo scelto da persone non autistiche che ci definiscono come enigmi da risolvere o puzzle da completare, e che considerano la nostra mente come una mente a cui mancano dei pezzi. Tutto questo ha un significato offensivo legato alla concezione sbagliata di autismo come sinonimo di disabilità cognitiva: anche se una condizione non esclude la presenza dell'altra, infatti, entrambe vengono viste come negative.

E cosa dire del blu?
Il blu fu scelto quando si pensava che le persone autistiche fossero solo di sesso maschile ed è legato a una nostra presunta tristezza. La comunità autistica, al contrario, ha scelto altri simboli come l'infinito accompagnato dai colori dello spettro, l'oro o il rosso: quest'ultimo, in particolare, è significativo perché opposto al blu; a proposito, è stato anche lanciato l'hashtag #redinstead (invece rosso, ndr). Credo, in definitiva, che sia ora di smetterla con le maratone in blu o di rappresentarci come pezzi di puzzle: occorre utilizzare una simbologia giusta, abbandonando quella imposta da persone neurotipiche. Dobbiamo fare una rivoluzione!

Sei un'attivista molto seguita sui social: secondo te, cosa occorre fare per sensibilizzare ancora di più le persone sull'autismo?
Prima di tutto le persone autistiche che vogliono e possono raccontarsi verbalmente andrebbero ascoltate, e non solo sui social ma anche all'interno di eventi pubblici, nelle scuole. Oltre all'ascolto, sarebbe importante osservare i nostri modi di esprimerci, come può essere per me la danza, anche se è opportuno ricordare che siamo tutti diversi. Infine, il fatto che a livello sociale alcuni di noi siano considerati "più diversi" di altri non vuol che siamo un problema o che siamo sbagliati, ma è necessario venirsi incontro e ascoltarsi costruendo ponti.

Quest'anno hai fatto un film ,"The mind with red wings": ce ne puoi parlare?
È da molto tempo che avrei voluto realizzare un film "danzato" perché, oltre a rappresentare il mio primo interesse e la mia più grande passione, la danza è anche il mio lavoro. Da quando ho saputo di essere autistica ho avuto l'ispirazione per esprimermi raccontando, contemporaneamente, il prima e il dopo questa scoperta: nella prima parte di "The mind with red wings", infatti, attraverso una ricerca cupa e introspettiva immersa nella natura metto in scena il periodo in cui provavo a capirmi e a dare delle risposte ad alcune domande che mi facevo, mentre nella seconda ho inserito un estratto del mio spettacolo di danza sulla mente autistica per raccontare alcuni aspetti della mia acquisizione di consapevolezza e sfatare alcuni stereotipi sbagliati sull'autismo.

Dulcis in fundo hai scritto un libro: "Red, i colori dell'autismo"...
Si tratta di un fumetto realizzato in collaborazione con l'illustratrice Carla Castagno: nasce come progetto per l'infanzia che cerca di spiegare in modo chiaro, semplice e diretto diversi aspetti legati all'autismo; per questo può essere adatto anche a un pubblico più adulto.

Potete seguire Red Fryk Hey sui social attraverso i suoi profili dedicati alla danza (Red Fryk Hey) e alla divulgazione sull'autismo (Autistic Red Fryk Hey).

Marco Berton

Photo Credits: l'immagine a destra è tratta dalla pagina Fb di Red Fryk Hey

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