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Qualche spunto di riflessione perchè la Giornata Internazionale della persone con disabilità, che si celebra oggi, abbia un ampio significato

Oggi è la giornata internazionale di tutti coloro che non parcheggiano su un posto riservato alle persone con disabilità neanche per i fantomatici cinque minuti.

È la giornata internazionale di quelli che non credono negli spazi ad accesso differenziato, dove resta ben chiaro il divario fra i cosiddetti “normali e anormali” (inutile rabbrividire. Questi termini si usano ancora).

È la giornata internazionale di tutti coloro che si impegnano di persona senza aspettare che qualcuno compia gesti al suo posto al fine di migliorare una fetta di mondo.

Oggi è la giornata internazionale della persona con disabilità, ovvero tutti noi: quella mente meravigliosa che appartiene a Stephen Hawking non sarà mai comparabile a quella di una persona considerata normodotata. Chi è allora l'abile e chi il dis-abile?

Mi entusiasma la definizione “diversamente abile” perché comprende tutti noi, nessuno escluso. Non sarò mai in grado di fare il lavoro di un informatico e l'informatico stonato non sarà mai in grado di esibirsi su un palco cantando. Eccoci quindi entrambi dis-abili, l'uno rispetto all'altro.

Questa differenziazione ci rende ricchi come un giardino di spezie e non dovrebbe spaventarci. Che ci spaventi invece il mondo pieno di barriere architettoniche e mentali, vera e propria giungla  per una persona con disabilità!
Qualcuno ha preso questo grande puzzle chiamato MONDO e ha buttato all'aria tutti i pezzi: finché mi metto seduta in un angolo da sola a cercare di ricostruirlo avrò un magro risultato e mangerò pane e frustrazione.  Ciò che mi auguro per questa giornata (ma soprattutto per quelle che verranno) è che si abbia il coraggio di sporcarsi i pantaloni e sedersi per terra per tentare di rimettere insieme tutti i tasselli di questo grandissimo, splendido puzzle.
Non è utopia, sappiamo tutti come funziona: io costruisco un pezzo, tu ne costruisci un altro, li mettiamo insieme e ne otteniamo uno molto più grande di quello che avremmo se lavorassimo sempre da soli.

Ben venga dunque ogni forma di solidarietà, ma soprattutto la voglia di mettere in moto (e mi vengono in mente quelle antiche automobili che andavano attivate a giri di polso e manovella) quella dote umana che spesso fa la timida ma che è insita nella nostra natura: IL CORAGGIO DI LAVORARE TUTTI INSIEME.

E’ emozionante essere protagonisti usando le diverse abilità di ognuno di noi e veder nascere giorno dopo giorno qualcosa di indistruttibile.
Altro che pane e frustrazione: buon appetito a tutti!

Lila Madrigali

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