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Un terremoto elettorale: l'Italia azzurra non c'è più? Il vero risultato non è tanto l'11 a 3, ma la sconfitta di Forza Italia, e probabilmente del berlusconismo, del tentativo di tradurre in progetto politico una folgorante intuizione personale. Se quella di quattro anni fa fu in larga misura una vittoria personale, questa è senza dubbio una debacle anche personale.

Si partiva da 8 a 6 per il centrodestra., ma dopo questa tornata elettorale la situazione si è rovesciata, arrivando a 11 a 2 per il centrosinistra: il Polo resta la maggioranza nel Parlamento, ma non nel Paese, e il Governo s'indebolisce.

La CDL rimane al potere nelle due roccaforti lombarda e veneta, ma cede all'Unione il Piemonte della Fiat, della borghesia produttiva. L'asse del Nord, lungo la quale Berlusconi aveva costruito i suoi successi, appare ora molto indebolita. La Casa delle Libertà perde anche nella Lazio dei ministeri, di Roma capitale, dove risiede l'anima tradizionalmente più popolare e populista di An. E ancora in Liguria, in Puglia, in Calabria, in Abruzzo.

Che l'Unione abbia vinto alle Regionali non doveva essere una sorpresa. Che abbia vinto così, invece, se lo aspettavano in pochi. "Gli italiani ci chiedono di prepararci a governare", commenta un euforico Romano Prodi, che aggiunge: "Quando siamo sereni, uniti e propositivi vinciamo". Anche per il segretario Ds Piero Fassino "l'Unione vince in modo incontestabile. La maggioranza di Berlusconi non è più riconosciuta dalla maggioranza degli italiani".

"Un segnale chiaro, inequivocabile, un campanello di allarme": così il leader di AN Fini definisce i risultati. "Negare questo dato - aggiunge - che ha un chiaro significato politico, sarebbe fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia". Insomma, dice Fini "il centrodestra ha bisogno di un bagno di umiltà, solo così forse il 2006 premierà ancora la Cdl".
Dagli ambienti del centrodestra, poi, molti hanno lamentato l'assenza di Berlusconi durante la campagna elettorale. E il premier, da Arcore, ha dichiarato: "Voglio vedere cosa hanno da dire, ora, dopo avermi messo i bastoni tra le ruote quando ho tentato di tutto per raggiungere un accordo elettorale con la Mussolini, con i Radicali, anche con Rotondi e la sua Dc!...Ma alle Politiche - ha concluso - si fa come dico io".

L'Italia apre un nuovo capitolo, mentre ci aspetteranno dodici mesi di campagna elettorale permanente, in attesa delle prossime elezioni politiche. In mezzo, i ballottaggi e il referendum sulla fecondazione. E ancora, un Polo che dovrà dimostrare che un altro centrodestra è possibile, un cavaliere ferito e una sinistra che dovrà guardarsi da facili trionfalismi.


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[La Redazione]

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