
E' nato esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo (8 gennaio 1942), ha un Q.I. superiore alla media, due mogli, tre figli, un nipotino, dodici lauree honoris causae e una sedia a rotelle che lo accompagna da una vita.
Stephen Hawking, infatti, soffre di una rara forma di sclerosi che aggredisce il sistema nervoso e ne è stato colpito all'età di 21 anni.
Ma non è tutto. Si dice che gli sia anche portatore del disturbo dell'attenzione e, come sembra, chi ne soffre avrebbe, appunto, un Q.I. superiore alla media e utilizzerebbe modalità di pensiero differente da tutte le altre persone. Come lui anche Beethoven, Winston Churchill, Ernest Hemingway, Leonardo da Vinci, Salvador Dalì, Galileo, Steven Spielberg, Lev Tolstoj, Van Gogh e molti altri "geni" storici.
Attorniato da uno stuolo di assistenti che lo aiutano e interpretano il suo pensiero continua a viaggiare per il mondo e nel suo ultimo libro ha spiegato il mistero dell'universo citando Amleto.
Se inizialmente si pensava che, finendo nei buchi neri, la materia si annullasse; qualche anno fa l'astrofisico Stephen Hawking ha proposto una nuova teoria,
paragonando i buchi neri a dei frullatori che alla rinfusa risputerebbero gli elementi base della materia che risucchierebbero sotto forma di stelle, asteroidi e pianeti.
E noi? Saremmo come formiche sulle foglie che camminano a testa in giù o in su, senza avere una precisa cognizione del sopra e del sotto di questo universo non tridimensionale, bensì multidimensionale.
Noi, formichine, avremmo allora idea solo del nostro mondo piccolo e limitato, saremmo , conclude Hawking, come Amleto, chiusi in un guscio di noce e considerandoci signori dello spazio infinito.
"L'universo in guscio di noce" si chiama, infatti, il suo ultimo libro che è già un best-seller perché, anche se a volte il lettore scorre le pagine con un bel punto di domanda, è scritto perché ci possa capire qualcosa e tutti i segreti dell'universo sono scrutati come se si analizzasse una piccola sfera un po' appiattita sempre più o meno come un guscio di noce.
E se c'è chi ha salutato il suo libro come un magnifico testo con intuizioni fulminanti e geniali, che sembra scritto da Galileo, Newton e Einstein, altri, malignamente, etichettano il suo successo come esclusivamente mediatico.
Ma al di là di queste dispute critiche, forse macchiate da un po' di invidia, tutta la sua vita è un fortissimo esempio di dove può condurre la tenacia e la speranza.
Dice Hawking di essersi sentito come un condannato a morte il giorno in cui ha saputo la diagnosi della sua malattia
ma ad aspettarlo non c'era la forca, ma una vita piena di affetti, onori e soddisfazioni
e anche una parte in "Star Trek", accanto a Newton e Galileo.
E a chi gli chiede che cosa se ne faccia di tutti i soldi che guadagna, l'astrofisico risponde, sottolineando le sue condizioni, che se non fosse ricco sarebbe morto.
Ma, nell'introduzione del suo libro, dice anche che "in fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza che arrivare".
"L'Universo in guscio di noce", Mondatori, pp 224, 18,60 .
Per info:
www.hawking.org.uk
www.mondadori.com