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Tra le azioni che saranno messe in campo, una valutazione del rischio depressivo, percorsi di affiancamento domiciliare con ostetriche e corsi per le neo mamme

E’ stato ripartito nel corso della Conferenza delle Regioni del 31 gennaio scorso un fondo che interessa in particolare la cura e l’assistenza della sindrome depressiva post-partum (3.000.000 di euro). Il riparto delle risorse è stato poi ratificato con specifica intesa sancita in sede di Conferenze Stato-Regioni.

“E’ un fondo sanitario con ricadute sociali molto significative – spiega Debora Serracchiani, che ha presieduto la Conferenza delle Regioni – si tratta infatti di affrontare la sindrome depressiva post-partum aiutando le donne e i loro familiari attraverso una migliore informazione sui fattori di rischio e, in caso di disagio psichico, favorendone il superamento con migliori percorsi assistenziali. I progetti regionali dovranno potenziare quindi, anche in via sperimentale, l’assistenza che accompagni nel periodo pre e post nascita di un figlio al fine di individuare i fattori di rischio e di disagio psichico perinatale”.

LE AZIONI PREVISTE - fondi serviranno per la diagnosi, la cura e l’assistenza delle donne colpite da questa problematica, dandosi questi 4 obiettivi concordati:
1.  Offrire attivamente alla donna e ai familiari, nell'ambito del percorso nascita, materiale informativo e di sensibilizzazione sull'importanza del disagio psichico e sull'opportunità di un intervento precoce, gia disponibile o di nuova realizzazione;

2. Individuare precocemente la popolazione femminile a rischio di disagio psichico e psicosociale perinatale attraverso la somministrazione di strumenti di valutazione standardizzati, anche prevedendo nei Punti nascita o attraverso i Servizi sanitari territoriali l'offerta attiva, sia alla donna che alla coppia, di colloqui psicologici che favoriscano il superamento de disagio e l'attivazione e il rafforzamento delle risorse personali utili ad affrontare la nuova situazione.
I rischi psichici maggiormente rappresentati sono quelli depressivo, ansioso, ansioso e depressivo. I fattori di rischio psicosociale (da moderato ad elevato), risultano essere soprattutto: numerosità della prole, assenza di supporto sociale, trasferimenti, assenza del partner (intesa anche come indisponibilità emotiva a fornire sostegno), precedenti aborti, patologie gravidiche, ecc.

3. Implementare i fattori protettivi del benessere psichico mediante azioni di sostegno alle donne a rischio per ridurre l'incidenza e la gravita dei disturbi psichici in epoca perinatale, anche favorendo positive competenze genitoriali per assicurare al bambino un ambiente adeguato a sostenere lo sviluppo psichico.
Ad esempio con accesso ai percorsi di accompagnamento alla nascita e alla genitorialità, ma anche visite domiciliari da parte delle ostetriche e delle assistenti sanitarie per le cure neonatali, corsi di allattamento e infant massage, ecc. Il tutto sulla base del rischio.

4. Postvalutazione mediante  la somministrazione gli stessi strumenti  di screening  e di valutazione utilizzati nella fase iniziale per  valutare  l'efficacia  del  trattamento-intervento messo in atto.

LE RISORSE - Le risorse, da finanziare con una quota delle risorse del Fondo per esigenze indifferibili di cui alla Legge n. 190/2014, ammontano a €3.000.000 per l’anno 2016 e aggiuntive rispetto al Fondo sanitario nazionale, sono ripartite in proporzione al numero medio annuo di nati nel quinquennio precedente all’anno di riferimento. In particolare l’80% della quota è erogata in relazione alla valutazione favorevole del progetto stesso ed il restante 20% della quota è erogata dopo la presentazione della relazione finale sulle attività svolte a conclusione del progetto.

Qui sotto, una tabella con la suddivisione dei fondi per le Regioni:

tabella fondi depressione postpartum

Redazione

Immagine: Pixabay

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