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Due pullman hanno trasferito in Italia dal confine polacco 21 bambini provenienti da un istituto per minori nei pressi di Kiev e 42 bambini con le mamme, in una operazione di CIR e Save the Children

Da quando la guerra in Ucraina è scoppiata, immediata e forte è stata la risposta solidaristica da ogni parte del mondo per aiutare i civili e, tra loro, i più vulnerabili, come i minori, malati e non. In particolare per i bambini malati oncologici, la cui sopravvivenza è già messa a repentaglio dalla malattia, il dispiegamento si sta facendo importante, anche dal nostro Paese, per portarli in salvo da strutture che oggi si trovano sotto bombardamenti. Giusto una settimana fa tredici piccoli malati oncologici sono stati fatti atterrare a Torino, e oggi sono ricoverati all'ospedale infantile Regina Margherita.
E’ notizia di oggi della prima evacuazione medica intra-europea dall’inizio del conflitto in Ucraina, che ha visto il trasferimento di alcuni bambini ucraini con malattie croniche dalla Polonia al nostro Paese. L’operazione è avvenuta su richiesta della Polonia, ed è stato sostenuto operativamente ed economicamente dal Meccanismo di Protezione Civile europeo.

Ma sono moltissime anche le bambine e i bambini che in Ucraina vivono senza i genitori: quasi 100.000, secondo le stime, con un alto tasso di minori affidati alle istituzioni (1,3%): istituti, scuole e orfanotrofi che non vengono risparmiati dalla guerra in corso, che li espone al rischio non solo delle bombe, ma anche di terribili circuiti di sfruttamento.

In risposta ad una richiesta di aiuto giunta da Leopoli, il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) - l'organizzazione umanitaria indipendente nata nel 1990 in Italia su iniziativa delle Nazioni Unite con l'obiettivo di difendere i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo – e Save the Children -   l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro -  hanno  organizzato una operazione di soccorso che ha visto il trasferimento in Italia, in stretto coordinamento con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, di 92 persone, tra minori e famiglie ucraine vulnerabili, giunte al confine polacco in fuga dal conflitto. 

Due pullman attrezzati con beni di prima necessità e un team specializzato che comprende un pediatra e operatori esperti di protezione dei bambini e delle famiglie rifugiate sono stati inviati al confine polacco con l’Ucraina da dove hanno trasferito in Italia 21 bambini provenienti da un istituto per minori nei pressi di Kiev e 42 bambini con le mamme, per un totale di 92 persone.

Save the Children Italia ha inviato al confine polacco due pullman equipaggiati con i beni di prima necessità per consentire ai bambini e alle famiglie di affrontare il viaggio. A bordo anche, un team di Save the Children specializzato nella protezione minori, oltre a un pediatra e due interpreti ucraini volontari, hanno fornito il necessario supporto ai bambini e alle famiglie nel lungo viaggio fino all'approdo in Italia. L'operazione è stata predisposta in stretto coordinamento con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, i ministeri competenti e le ambasciate. L'arrivo in Italia è stato coordinato con le istituzioni locali di Trieste, la frontiera da cui i pullman hanno fatto ingresso in Italia.  Della realizzazione di tale operazione, infine, sono state informate le competenti autorità consolari ucraine.

Il viaggio è stato lungo, e non il solo: i piccoli e le famiglie avevano già affrontato un lungo viaggio, prima per arrivare a Leopoli e da lì per raggiungere la Polonia, dove sono già fuggiti più di 1 milione e 500 mila profughi del conflitto, metà dei quali sono bambini.

I 21 bambini non accompagnati sono oggi accolti dall'Istituto degli Innocenti, in collaborazione con il Comune e la Prefettura di Firenze, la Regione Toscana, il Tribunale dei Minori. I nuclei delle mamme con i bambini accolti a Roma nella rete predisposta dalla Protezione Civile della Regione Lazio. Questi bambini e le loro mamme si trovavano in condizioni di particolare vulnerabilità a Leopoli e sono stati segnalati e sostenuti al fine di permettere anche il loro arrivo in totale sicurezza.   

I partecipanti alla missione raccontano di aver accolto bambini particolarmente provati non solo per la guerra, ma anche per il freddo e per la mancanza di sonno e pasti adeguati.I due pullman dove sono saliti sono stati il primo luogo dove hanno potuto riposare in sicurezza, dopo giorni e giorni di fuga. I più grandi si sono presi cura dei più piccoli e per loro, alla difficoltà dell'intera situazione, si è aggiunto il peso di questa responsabilità. Le mamme con i bambini che abbiamo accolto sono in condizione di particolare vulnerabilità, preoccupate per il futuro dei propri figli e angosciate per quanto sta accedendo nel loro paese e per i propri cari tuttora lì", ha dichiarato Niccolò Gargaglia, che ha guidato la missione per Save the Children.

Della necessità di intervenire collettivamente a livello di Europa è certa Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children: "C'è bisogno di un impegno corale da parte dei paesi europei per non lasciare da soli i bambini che sono tuttora in Ucraina o ai confini con i paesi limitrofi, soprattutto se non accompagnati, senza i genitori e figure adulte di riferimento. Occorre assicurare un percorso sicuro che possa metterli in salvo, proteggendoli anche dal rischio di cadere in circuiti di traffico e di sfruttamento (…)”.

"Abbiamo condiviso con Save the Children una richiesta di aiuto arrivata dall'Ucraina che non potevamo in alcun modo lasciare inascoltata. Bambini soli e mamme in difficoltà con i propri figli che cercavano un luogo sicuro per fuggire agli orrori della guerra. Quello che vogliamo sottolineare, e di cui ringraziamo, è stata la risposta immediata anche da parte di tutte le istituzioni coinvolte che hanno garantito l'assistenza necessaria per portare a termine questa operazione umanitaria in condizioni di sicurezza e in tempi rapidi. Crediamo che questo sia un insegnamento che dovrebbe guidarci non solo in questa drammatica crisi, ma ogni volta che siamo chiamati a dare delle risposte di protezione: solo con un impegno collettivo e una risposta coordinata i diritti di tutti sono garantiti. Come in questo caso dove nessuno si è sottratto. Ora il nostro compito sarà quello di assistere queste famiglie e questi bambini affinché il loro percorso di integrazione sia positivo. Su questo ci impegneremo sin dai prossimi giorni." ha dichiarato Roberto Zaccaria, Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati.

Qui sotto, un video con le dichiarazioni dei partecipanti alla missione


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Redazione

Photo Credits: Francesco Alesi per Save the Children

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