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Una coooperativa sociale veronese fondata da giovani ipovedenti propone un modello integrato di assistenza che si basa sul web e le risorse informatiche

Perdere la vista non significa necessariamente perdere anche autonomia e qualità della vita. Le nuove possibilità di riabilitazione passano attraverso la tecnologia, sia con l'utilizzo diretto di strumenti (pc, tablet e smartphone), sia come veicolo di supporti di natura psicologica. Propone questo modello integrato di assistenza - informatica ed empatico-psicologica - che si basa sulla “terza frontiera della riabilitazione” (dopo gli ausili ottici e quelli elettronici, le risorse web ed informatiche), la cooperativa sociale Yeah, attiva da anni nel campo dell’accessibilità.

GLI ESPERTI - Yeah è una cooperativa sociale veronese fondata dai giovani Marco Andreoli, esperto in disability studies, e Fabio Lotti, educatore esperto in disabilità sensoriali. Ai loro si affiancano i contributi di Arianna Elvironi, psicologa e psicoterapeuta, e Marta Andreoli, pedagogista ed assistente sociale. La cooperativa offre consulenza, formazione ed assistenza a persone cieche, ipovedenti e ai loro familiari, sia nella sede di Verona, che a domicilio, che on line.

ASSITENZA TECNICA E PSICOLOGICA - Cuore del modello riabilitativo che si avvale di Internet, proposto da Yeah, è la messa a disposizione non tanto di un “progetto”, quanto di una risorsa sempre disponibile, alla quale si può accedere dalla propria abitazione, con evidenti vantaggi per chi ha difficoltà negli spostamenti, fruendo sulla piattaforma web di un servizio fornito da personale qualificato, che ha oltretutto conoscenza diretta del mondo della cecità e dell’ipovisione.
L'assistenza che il team di Yeah offre è sia di natura tecnologico-informatica che empatica e psicologica. Questo perché l'uso delle tecnologie e la riabilitazione sono assai legate all'accettazione e alla presenza di un supporto che possa comprendere le difficoltà.

IL METODO YEAH - Il metodo adottato da Yeah consiste nell’affiancare la persona che ha perso o sta perdendo la vista, aiutandola innanzitutto a conoscere quegli ausili e quegli strumenti che possono restituirle autonomia. Viene quindi presentata all’interessato una panoramica degli ausilii esistenti e di quali obiettivi i singoli strumenti permettono di raggiungere. Segue poi una fase di ascolto delle preoccupazioni, dei desideri e delle resistenze o difficoltà dei pazienti: ad essi viene offerto un sostegno psicologico e affiancamento nelle loro motivazioni. Solo allora ha inizio il percorso vero e proprio, nel corso del quale i primi risultati raggiunti aumentano il desiderio di proseguire.

ABILITA’ ACQUISITE - Scrivere sulla tastiera del pc con tecnica a dieci dita, organizzare file e cartelle, leggere documenti di word, gestire le e-mail, leggere quotidiani o ascoltare audiolibri, usare Skype. Queste sono alcune delle attività che le persone seguite da  Yeah imparano a svolgere. O ancora, gestire il proprio smartphone, scrivere e leggere messaggi, sfruttare i comandi vocali, conoscere la propria posizione, o usare applicazioni come scanner lettore di denaro, di etichette o codice a barre, chiamata di taxi, consultazione di orari di bus e treni.
I titolari hanno riscontrato come i progressi conducano rapidamente ad una crescita dell'autostima e dell’autonomia personale, ad un migliore stato generale di salute e alla riattivazione di capacità personali, su tutte la costruzione di relazioni soddisfacenti sia personali che in ambito lavorativo.  

TIPOLOGIA DI UTENZE - Per quanto riguarda la sua utenza, la maggior parte dei servizi di Yeah  sono stati erogati ad utenti della fascia tra i 36 e i 65 anni, seguiti dalle persone anziane (66-89 anni), ed in minore percentuale si sono rivolte a Yeah persone più giovani, tra i 10 e i 35 anni. Due le tipologie di utenti che si rivolgono alla cooperativa sociale veronese: chi ha perso o sta perdendo la vista e lentamente lo sta accettando, e chi ha perso invece la vista da tempo ma non ha trovato supporti adeguati in passato.
Il 23% dei supporti sono stati erogati in sede a Verona, il 38% a domicilio dell'utente ed il 39% online, dunque tramite Skype o telefono. I dati statistici rivelano inoltre come i due terzi di chi si rivolge a Yeah intraprenda un percorso che dura nel tempo, anziché fruire di consulenze singole in cui si esaurisce l'intervento.

Sembra quindi funzionare questo approccio che unisce all’affiancamento tecnico, quello di natura psicologica e motivazionale: spesso ciò che manca è il supporto per partire, per scoprire che tante cose si possono ancora fare (o iniziare a fare), pur con una disabilità che sembra portaci via tanto della nostra autonomia.
Dal lavoro di Yeah negli anni  sono nati percorsi di successo e storie positive: come quella di Bruno, giornalista cieco di 61 anni, che ora scrive articoli e realizza interviste con l'aiuto della sintesi vocale; o di Grazia, farmacista ipovedente di 51 anni, che ha ritrovato entusiasmo e fiducia per il proprio lavoro dopo aver imparato l'uso dello zoom e del contrasto elevato, e che ora riesce a consultare documenti e mail in ufficio. E molte altre ancora.


Per info sui servizi e le iniziative di progetto Yeah:
http://www.progettoyeah.it/ 

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