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Dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva alcune domande e l’apertura a collaborare per integrare lo strumento ai cittadini in età pediatrica  

E’ di soli due giorni fa l’annuncio dell’arrivo della Disability Card, la tessera che, a partire da gennaio 2022, dovrebbe consentire alle persone con disabilità di dimostrare la propria condizione, al fine di accedere a beni e servizi, senza dover esibire ulteriori certificati o verbali.

Su questa novità si stanno muovendo una serie di interrogativi, anche e soprattutto di ordine pratico: chi potrà richiederla? Come funzionerà? Come averla? Che benefici offre?
A questi se ne aggiungono anche altri, e riguardano i più piccoli. Se lo chiede Marina Aimati, medico di Medicina Generale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e mamma di Lorenzo, un ragazzo di 24 anni con disabilità: "Un bambino di 10 anni che ha una invalidità al 100% con accompagno riceverà la Disability Card,? In sua vece chi potrà usarla, il genitore/tutore? Non lo sappiamo ancora e ci chiediamo se questo strumento riguarderà anche i minori under 18?".

"Ci sembra di capire che la Disability Card sia un progetto aperto, per questo motivo come SIPPS, in occasione oggi della Giornata internazionale delle persone con disabilità- afferma Aimati- garantiamo alla ministra per le Disabilità, Erika Stefani, la nostra massima collaborazione per un confronto fruttuoso sul tema della disabilità in età pediatrica. Mettiamo a disposizione la prima guida sulla disabilità per la famiglie, 'Includendo 360', che sarà nuovamente presentata al primo convegno nazionale 'Includendo 360' che si terrà a maggio ad Ancona. Ci piacerebbe, alla luce della Disability Card, poter inserire tutte le novità previste per la Pediatria, e nel caso in cui non ce ne fossero mettiamo a disposizione del ministero delle Disabilità tutte le nostre competenze e conoscenze".

Per la SIPPS Aimati ha coordinato i lavori di realizzazione della guida 'Includendo 360', dedicata alla disabilità in età pediatrica, ed elaborata insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP): uno strumento utile per le famiglie, che si pone l’obiettivo di far conoscere ai genitori i diritti dei propri figli con disabilità e quelli dell'intera famiglia nella quale vivono questi bambini “perché la conoscenza genera inclusione e libertà. Al di là delle definizioni mediche, c'è un'altra definizione della disabilità in riferimento alla vita: la disabilità è la mancanza di libertà, perché quando un ragazzo è disabile, quando nasce con limitazioni di tipo fisico o mentale e cognitivo perde la libertà della scelta. E questa perdita si estende a tutta la famiglia", spiega Aimati.

Il documento, spiega ancora Aimati,"sarà aggiornato ogni anno: faremo una integrazione sull'assistenza domiciliare, sui presidi e il Sistema sanitario nazionale, così come sulla protesica (quali ausili spettano a un disabile, quando e come).

Redazione

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