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Esperta di educazione delle persone con disabilità intellettiva, ha lavorato per oltre 40 anni all'interno dell'Associazione Italiana Persone Down: ora, la pensione

Anna Contardi è andata in pensione. Assistente sociale, coordinatrice nazionale dell’Associazione Italiana Persone Down, dopo più di quarant’anni di lavoro per l’Associazione è giunta alla conclusione di questo impegno professionale a sostegno (infaticabile) delle persone con Sindrome di Down e delle loro famiglie.

Ma chi sono le persone con la Sindrome di Down? Innanzitutto come dice il nome sono persone, esseri umani come tutti noi, che anziché avere in ogni cellula 46 cromosomi ne hanno 47. La coppia n. 21 è composta non da 2, ma da 3 cromosomi: per questo la Sindrome è anche detta “Trisomia 21”. La presenza di questo cromosoma in più determina una disabilità mentale, variabile da persona a persona, ed alcune tipiche caratteristiche fisiche, tra cui gli occhi a mandorla.

Le persone con la Sindrome di Down necessitano naturalmente di un supporto per conseguire una accettabile autonomia, ma se adeguatamente seguite sin dall’infanzia possono in molti casi frequentare la scuola con un certo profitto ed anche magari aspirare ad inserirsi produttivamente nel mondo del lavoro. Non tutte le persone con la Sindrome di Down riescono a raggiungere appieno questi risultati. Come tutti gli esseri umani non possono venir omologate in un gruppo omogeneo, pertanto i livelli di autonomia dei singoli possono anche essere molto diversi, ma ciò non significa che non valga la pena (anzi, la vale tantissimo) impegnarsi perché ognuno possa al meglio sviluppare le proprie potenzialità ed inclinazioni personali.

Gli importanti traguardi raggiunti nell’ambito dell’inclusione scolastica e lavorativa sono senz’altro frutto dei tanti anni di lavoro di Anna Contardi, che, peraltro, è riuscita a costruire anche una rete di scambio tecnico-scientifico a livello europeo ed internazionale: non a caso è stata anche presidente di EDSA (European Down Syndrome Association).
Autrice di numerose pubblicazioni, i percorsi di educazione all’autonomia da lei ideati sono oggi un modello operativo applicato in Italia e all’estero.

Anna si è sempre battuta per il riconoscimento delle persone con la Sindrome di Down come persone appunto: persone che non restano eternamente bambini, ma che, come tutti, attraversano l’adolescenza, l’età adulta e la vecchiaia e che dunque hanno diritto di vivere con dignità le diverse fasi della vita. Ha sempre rifuggito forme di paternalismo caritatevole; credo che la sua “filosofia” sia ben sintetizzata in questo suo pensiero: «Qui non si tratta di essere più buoni, ma di essere tutti più bravi». Un approccio, questo, che condivido appieno e che ho fatto mio, quando in sede accademica ho avuto modo di occuparmi dei diritti delle persone con disabilità.

Credetemi, se conosco un poco Anna Contardi (e la conosco molto più di “un poco”) il suo impegno per rendere migliore il mondo che si è trovata davanti non si conclude certo qui.
Grazie Anna, grazie anche per tutto quello che ancora farai con la tua inesauribile energia.

Federico Girelli
Professore di Diritto Costituzionale Università Niccolò Cusano
Presidente del Comitato Siblings – Sorelle e fratelli di persone con disabilità

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