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Sgominata una banda di romeni che doveva rintracciare le proprie "prede" nei centri di accoglienza del Comune.
Un blitz dei carabinieri ha salvato alcuni disabili motori guardati a vista dai sette arrestati, in un appartamento sul litorale sud romano.
Le persone disabili, portate dall'organizzazione criminale in Italia con la promessa di cure riabilitative, erano state costrette a sfruttare le loro menomazioni per impietosire la gente per strada, a Roma.
Ed era tra via del Corso, via Condotti, Piazza del Popolo e Piazza di Spagna che i carabinieri lo scorso ottobre li avevano salvati una prima volta, bloccando alcuni degli sfruttatori, e ricoverando i malcapitati in centri di accoglienza.

I sette uomini finiti ora in manette erano stati inviati a Roma dall'organizzazione con lo scopo di rintracciare i disabili, ricondurli in Romania e quindi riavviarli alla stessa attività in altre grandi città europee o, nel peggiore dei casi, farli sparire definitivamente.
Ruolo chiave nel piano criminale era affidato alle 5 donne del gruppo donne.
Per settimane hanno cercato di rintracciare per la Capitale i Centri di accoglienza dove i tre disabili erano stati ricoverati.
Ogni volta una scusa: o erano parenti o erano amiche che volevano salutarli.
Alla fine li hanno trovati e da quel momento è scattata la seconda fase, quella più impressionante dell'intera vicenda.
Obiettivo dell'organizzazione era impedire ai tre disabili di testimoniare, o per lo meno di ritrattare al processo contro i quattro aguzzini arrestati in ottobre dai Carabinieri.
E con uno di loro, Kovac, un giovane senza una gamba, ci erano riusciti.
Nelle scorse settimane, il disabile davanti al Gip che stava effettuando un incidente probatorio, ha ritrattato tutte le accuse.
Un atteggiamento che ha fatto insospettire il giudice.
Ma i Carabinieri, in realtà, non avevano mai smesso di indagare anche dopo gli arresti di ottobre, e gli uomini del maggiore Giovanni Arcangioli avevano continuato a seguire una donna romena sfuggita al primo blitz.
Attraverso lei e le donne che nel corso delle settimane l'hanno raggiunta nella Capitale, i Carabinieri di Roma sono arrivati all'appartamento di Anzio.
Qualche giorno prima, tra l'altro, il Comune di Roma aveva avvisato i militari della Capitale che due dei tre mendicanti ospiti in strutture di ricovero erano spariti.
Nell'irruzione della scorsa notte i carabinieri ne hanno nuovamente liberati due: il mendicante senza le gambe ed un altro.
Tutti e sette i romeni arrestati con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al sequestro di persona e alla riduzione in schiavitù erano nell'appartamento.
In tasca agli arrestati e ai sequestrati c'erano già i biglietti del pullman che li avrebbero riportati, questa mattina, in Romania.
I disabili sono adesso al sicuro in un Centro di accoglienza del Comune fuori Roma.

Un caso tragico, finito per fortuna nel migliore dei modi: ma cose come queste purtroppo succedono ancora.
Anche sfruttando le persone più deboli, solo per il fatto di essere disabili e quindi più facilemente oggetto del buon cuore della gente.
Ancora pietismo, e presi all'amo con la scusa del recupero dell'autonomia e forse di una nuova dignità!
Cosa ne pensate? Ne parliamo a questo indirizzo del Forum...

[Alberto Friso]

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