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Entrare in un parco divertimenti, e non poter salire sulle giostre?
E' una contraddizione in termini.
Ma è quanto accaduto, a Gardaland, a Luca, Stefano, Edoardo, Claudia, Marco, Matteo, Giulia, Giampy, Davide, e Silvia.
Lo loro colpa? Sono persone down.
Quindi non possono andare sulle giostre "pericolose".
E quasi tutte quelle di Gardaland sono ritenute tali.
Non adatte ai disabili psichici.
Peccato che i down non siano considerabili tali, ma intellettivi: fanno agonismo ad alto livello, sci, nuoto, lavorano in autonomia, si muovono per strada da soli. Eppure...

Ascoltate l'audio dell'intervista a Patrizia Tolot, presidente dell'associazione Dadi (down, autismo e disabilità intellettiva), che ha sollevato il problema, dopo una giornata da dimenticare a Gardaland.

Potete sentire l'amarezza per quanto successo, ma anche la volontà che queste cose cambino.
Perchè una situazione del genere può diventare occasione per abbattere alcune pare mentali che ancora persistono.
Non vi pare?

Noi di Disabili.com abbiamo una proposta, per Gardaland. Come segnale di buona volontà, intanto: perchè non organizzare una bella gita riparatrice al parco divertimenti, con tutti i ragazzi down coinvolti?
Magari è solo una cosa simbolica ma... ve l'immaginate la soddisfazione dei ragazzi, anche confrontata con l'umiliazione della loro prima visita?
La nostra testata giornalistica si impegna, nel caso la cosa si realizzi, a raccontare dal vivo questa "giornata del riscatto"!

Stiamo commentando in questo messaggio del forum.


Di seguito invece trovate la lettera che ha aperto il caso, con la descrizione dettagliata di quanto successo.
E' firmata sempre da Patrizia Tolot.

Allora deciso, si parte sabato 29 settembre ovviamente nel segno della piena autonomia: senza genitori, i ragazzi si sono cercati gli orari per il treno, ci si fa il biglietto, ognuno con i propri soldi per gestirsi qualche spesa e i documenti come sempre.
Tutto fila liscio, morale alle stelle, cambio in zaino per le attrazioni d'acqua, sole splendente... finalmente ci siamo!
Loro sono una selezione di 10 tra i 50 ragazzi che a diversi livelli sono inseriti nei percorsi di autonomia abitativa del progetto "Navigando", capitani coraggiosi ormai abituati a girare per la città, ad arrangiarsi nella gestione delle piccole, grandi autonomie della vita. Non parliamo poi di gite e vacanze: qui è ancora più gustoso esercitare la propria capacità di autodeterminazione.

Ma appena entrano a Gardaland il sogno si infrange, mentre alle persone nomali viene consegnata la solita mappa, a loro si attacca il marchio di disabili e viene dato il "vademecum del disabile" che con tanti bei disegnetti e simboletti pone loro il divieto ad usufruire delle attrazioni più divertenti. Gli accompagnatori (tanti quanti i ragazzi) insorgono dando voce alla rabbia dei ragazzi. Non si discute. Una volta guardati in faccia il verdetto è chiaro: siete disabili, questo è il loro regolamento, il patto per stare qui è questo. O così o fuori!
La responsabile dei percorsi di autonomia Dott.ssa Baccarin Maria Elisabetta fa notare le peculiarità di ciascuno, anche altri 2 psicologi che da anni lavorano con noi cercano di spiegare che la persona down non è un malato psichico o mentale.
Questa è invece il marchio che gli "esperti" di Gardaland sono in grado di dare alla persona down. Non è loro neppure concesso di parlare con un responsabile, le regole si rispettano.

I ragazzi si guardano spaesati, mai sono stati trattati così.
L'umiliazione e la delusione sono palpabili, la loro diversità è scritta in faccia.
Non c'è posto qui per chi ha gli occhi un po' a mandorla, disabile mentale, eterno bambolotto imbranato e stupidotto; al massimo gli regalano il dolcetto o gli fanno il cicchetto sulla guancia.
Ma stai al tuo posto, a te non è concesso crescere, questa è la tua sorte, anche se ormai il tuo fisico è quello di un uomo o di una donna, anche se hai un lavoro, anche se sei uno studente di scuola superiore di 2°, anche se sei un campione di sport ritratto in mille momenti di gloria, la tua faccia parla chiaro: devi stare nel recinto protetto dei disabili.
I muri di cemento si abbattono, ma le barriere culturali sono erbe infestanti che non muoiono mai!

Pensiamo con rimpianto a come siamo rispettati ed incentivati quando andiamo in settimana bianca prima delle nazionali, ogni anno c'è sempre qualche principiante, come quest'inverno a Sesto Pusteria. Nessuno mai si è permesso di insultarli in questo modo impedendo loro l'accesso ad impianti non sempre semplici. Hanno sciato con ogni tempo, voi sapete cosa significhi stare tutto il giorno sulle piste da discesa: sci, racchette, guanti, berretti, zaino con cambi e pranzo a sacco, creme, cellulari etc...

Ma ci presentiamo un po': Luca Bicciato lavora ai supermercati Alì, campione di nuoto. sci, tennis, così come Stefano Borgato, Edoardo Cittadini addirittura accompagnato dalla sorella maggiore, Claudia Giacomini, Marco Peruzzo, Matteo Bovo , Giulia Drago, Giampy Pavan, Davide Trolese e Silvia Zaramella tutti sportivi ed alcuni   con medaglieri fornitissimi tra nuoto e sci.

A Gardaland sono solo disabili e devono stare a guardare bambini più bassi di loro liberi di accedere a qualsiasi attrazione, come mio figlio di 11 anni, che essendo sempre stato alto dall'età di 9 anni ha praticamente provato tutto.
Grazie Gardaland! Ma un regalo vorremo farlo noi a voi: vi consegneremo dei biglietti omaggio nel mondo dell'integrazione dove vivono tutti i giorni i nostri ragazzi.
Tranquilli, noi non abbiamo barriere, qui possono girare liberamente anche gli arroganti ed ignoranti (speriamo ancora pochi) come voi!

INFO:

Ass. Down, Autismo e Disabilità Intellettiva - D.A.D.I. - ONLUS
Passaggio De Gasperi ,5 PADOVA 
Tel./Fax 049 8760801 

[Alberto Friso]

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