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Si dà spesso in pompa magna comunicazione delle inaugurazioni, avvii di progetti (magari non ancora ben definiti).
Più raro si sia disposti a condividere con l'opinione pubblica la chiusura di un servizio, o di un progetto.
Chiaro che sia un fatto piuttosto melanconico. Ma si sa, le associazioni e le cooperative spesso fanno i salti mortali per portare avanti progetti e realtà in cui credono con forza.
Se viene però a mancare un sostegno condiviso con le istituzioni e con le realtà del territorio, il correre sempre sul filo del rasoio può anche portare a tagliarsi...

In questo modo commentiamo la chiusura del centro di formazione laboratorio per la memoria "Palestra sensoriale", deciso dall'associazione Alzheimer Verona che ne era l'anima.
Il problema non è stata la mancanza di risultati, ma di fondi, che sono inesorabilmente terminati, e che non permettono al centro di poter proseguire la sua attività.

La struttura, gestita da volontari senza scopo di lucro, è stata attivata nel 2002/2003 come modello pilota per dimostrare l'efficacia delle metodiche di riabilitazione cognitiva da proporre agli enti competenti per chiedere loro l'allestimento di centri socio-riabilitativi (CEOD per l'Alzheimer) nei distretti e circoscrizioni veronesi, anche in considerazione dell'altissima incidenza di questa particolare malattia, soprattutto nella popolazione anziana (10mila famiglie nella provincia di Verona, secondo stime ULSS 20 del 2003).
Ciò allo scopo di promuovere nuovi modelli culturali di assistenza e organizzazione territoriale oltre che offrire aiuto concreto ai familiari che possono recarsi al lavoro più serenamente.
"Infatti nel Ceod - spiega Maria Grazia Ferrari Guidorizzi, presidente di Alzheimer Verona - è stato possibile apprendere le strategie per la presa in carico di persone che vengono generalmente emarginate, spesso perché non c'è la consapevolezza che esse hanno ancora molte risorse".

I finanziamenti stanziati nel 2006 dalla Provincia di Verona e dal Centro Servizio per il Volontariato a favore del centro diurno socio-riabilitativo hanno permesso di realizzare attività ludico-ricreative fondamentali per compensare i deficit cognitivi e mantenere le abilità residue favorendo la socializzazione, obiettivo primario per migliorare la qualità della vita di queste persone, all'interno di uno spazio fisico plurisensoriale in grado di potenziare la capacità di espressione comunicativa con l'utilizzo anche di canali e codici non linguistici. In questi anni sono stati ospitati gratuitamente circa 70 persone con morbo di Alzheimer, di cui 20 solo nel 2006-2007.

In questo articolo "di protesta" ben ci sta anche una lettura polemica dell'attuale approccio alla malattia di Alzheimer. Il riferimento è a quanto si fa a Verona, ma purtroppo sappiamo come situazioni simili in negativo siano presenti anche in altri territori. L'associazione Alzheimer Verona individua questi motivi di gravità:

  • Carenza di un  piano organico territoriale: manca un piano organico territoriale, specifico per questa patologia, elaborato in sinergia  tra Comune, ULSS e Provincia.
  • Limiti di reddito: la normativa, nel fissare genericamente i limiti di reddito per accedere ai contributi, non tiene conto che questa patologia insorge generalmente quando il paziente è già in pensione.
  • Assistenza domiciliare integrata A.D.I.: è concessa solo in presenza di piaghe da decubito.
  • Carenza di centri diurni sia riabilitativi che di sollievo.
  • Carenza di sedi di accoglienza per periodi medio - brevi.
  • Carenza di residenze protette per ricoveri definitivi.
  • Mancanza di un polo unico di informazione in grado di seguire i famigliari nell’espletamento delle pratiche burocratiche dopo la diagnosi della malattia.

L'augurio è che si riesca, magari dopo un periodo non troppo lungo di inattività, a far ripartire il progetto, con il coinvolgimento di tutti i soggetti sociali del territorio.
 
INFO:

Associazione Alzheimer Verona - Onlus
Via Don Carlo Steeb, 4 - 37122 Verona 
Tel. 045 8010168
Fax. 045 593056
E mail: alz.vr@tiscali.it

Sull'alzheimer vedi anche i seguenti articoli:
1906-2006, I CENTO ANNI DELL'ALZHEIMER

ALZHEIMER IN UN FILM, PER UNA VITA MIGLIORE

LE STAMINALI NEL LIQUIDO AMNIOTICO APRONO NUOVI SCENARI ANTI MALATTIE GENETICHE


[Alberto Friso]

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