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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Davide Cervellin, non vedente, fondatore del centro Efesto.
Si tratta di una "denuncia" rivolta allo Stato,  per le conseguenze dei finanziamenti concessi alla Biblioteca per ciechi "Regina Margherita": finanziamenti ingiustificati, secondo Cervellin, che vengono peraltro sottratti a settori fondamentali come l'istruzione, l'università e la ricerca.
 
"Mi sono imbattuto in questi giorni in una proposta di legge che prevede l’aumento del contributo alla Biblioteca italiana per ciechi “Regina Margherita” di Monza di Euro 2.000.000 annui (Testo unificato C.4530 e abb.); Biblioteca di Monza che già gode di un finanziamento pubblico di oltre 4.000.000 di euro. Si tratta di un provvedimento a dir poco bizzarro che fa trasparire in maniera evidente la scarsa conoscenza dei nostri parlamentari della realtà e in particolare di come opera l’Unione Italiana Ciechi, giacché è utile ricordare che il consiglio di amministrazione della Biblioteca di Monza è composto per 4/5 da persone designate per l’appunto da questa organizzazione; e quel che è veramente incredibile è che per un provvedimento di tal genere si prevede di sottrarre per gli anni 2006-2007 questi soldi dai bilanci del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
 
Innanzitutto la Biblioteca di Monza non opera un servizio gratuito di trascrizione braille o di stampa ingrandita di testi scolastici ma chiede un contributo ai comuni del 50% sulle trascrizioni e sulle stampe, utilizzando un listino che è quattro volte il valore medio delle trascrizioni e delle stampe ingrandite che si trovano sul mercato. In questo modo, oltre al contributo pubblico dello Stato, percepisce per le stampe braille e per le stampe ingrandite il doppio del loro valore dai comuni e dalle province.
 
Può essere facilmente verificato che per l’esosità dei servizi di trascrizione di Monza, molte organizzazioni vicine alla stessa Unione Italiana Ciechi provvedono alla realizzazione dei libri per i ciechi e gli ipovedenti non ricorrendo a questa struttura.(...) 

Andrebbe poi chiarito l’aumento esponenziale delle stampe ingrandite, giacché gli alunni ipovedenti potrebbero utilizzare in maniera più efficace per lo studio altre soluzioni tecnologiche per l’ingrandimento; è di facile comprensione che stampare libri col formato dei titoli cubitali dei giornali non ha alcuna valenza didattico-formativa e, anziché rivelarsi uno strumento utile all’integrazione, determina condizioni oggettive di diversificazione e di dipendenza da supporti speciali che a breve creeranno i presupposti di marginalizzazione sociale di tanti giovani ipovedenti.
 
Come mai se in Italia ci sono molti centri di produzione braille - ormai sono ad oggi almeno una quindicina- e ci sono modalità alternative alla stampa ingrandita, se il numero degli alunni ciechi ed ipovedenti è in diminuzione e ci sono oggi a disposizione le macchine di lettura automatica dei testi a stampa, l’Unione Italiana Ciechi chiede invece un così cospicuo aumento dei finanziamenti ad una struttura che oggi potremmo definire se non inutile, certamente anacronistica?
 
Va da sé che un Paese moderno, anziché continuare ad alimentare la manovalanza clientelare dei trascrittori, dovrebbe investire di più nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni Hi-Tech per la reale vita indipendente delle persone disabili. E’ interessante constatare come, finché il nostro Parlamento discute di come dare ancora soldi all’Unione Italiana Ciechi, nella Cina dello sviluppo tumultuoso e travolgente stiano già fiorendo aziende che producono tecnologie ingrandenti, macchine di letture automatiche, display braille. Io credo sia assolutamente necessario compiere un approfondimento serio sulla materia ed evitare che i bisogni dei ciechi e degli ipovedenti vengano genericamente strumentalizzati per ottenere denaro pubblico, sottraendolo a settori strategici ed irrinunciabili come la salvaguardia del territorio e l’istruzione e la ricerca.
 
Davide Cervellin"

Centro Efesto

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