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Buongiorno sono Elisabetta Ruzzon presidente dell'associazione Pulcino, associazione delle famiglie di bambini nati pretermine.

In questi giorni stiamo leggendo ed ascoltando una serie di articoli e trasmissioni sulle tematiche delle nascite pretermine e volevamo soltanto ribadire il concetto che, per noi associazioni di genitori di bambini nati pretermine, si sta facendo una "strumentalizzazione" politica ed etica dell'argomento delle nascite pretermine senza in alcun modo entrare nelle vere problematiche.

Purtroppo sentiamo molti "personaggi illustri" fare dichiarazioni senza avere la precisa cognizione delle gravissime problematiche che una improvvisa nascita può comportare per il neonato e per la famiglia.

Siamo indignati e amareggiati nel riscontrare come si dia ampissimo spazio, quando i temi etici si incrociano con le "intenzioni" politiche, e che un argomento delicatissimo come l'interruzione di gravidanza, venga abbinato alle nascite pretermine quando in realtà, come ha dichiarato il Prof. Fabris, presidente della Società Italiana di Neonatologia, i casi di vitalità del feto da aborto sono impossibili.

Sarebbe auspicabile che i mezzi di informazione si occupassero con serietà delle reali problematiche delle nascite premature che dette in sintesi:

  • la scarsità delle cure appropriate nei casi di gravidanze a rischio (donne gestanti trattate molto spesso ben peggio degli embrioni che tanto si vuole tutelare) N.B. Ci stupisce constatare come illustri ginecologi siano in prima linea nella definizioni così squisitamente etiche ma che poi nella pratica si esentano dal relazionarsi veramente con i reparti di neonatologia. Nel convegno promosso dal Coordinamento Nazionale di genitori di bambini nati pretermine Vivere e dalla SIN, Società Italiana di Neonatologia, dove sul tavolo si discutevano problematiche a nostro avviso ben più gravi delle attuali disquisizioni, non è intervenuto nessun ginecologo né tanto meno ostetrico. 
  • la cronica carenza di personale infermieristico nei reparti di terapia intensiva neonatali (che causa numerosi decessi senza scandalizzare nessuna istituzione etica) 
  • l'enorme diversità da i vari reparti di neonatologia dove, in alcuni di essi assolutamente sottodimensionati, non sono ammessi i genitori se non per poche ore (e poi sosteniamo l'amore e la vita?), e che non sono in grado assolutamente di "rianimare" nemmeno un neonato di 28 settimane. 
  • la totale mancanza di strutture territoriali che siano in grado di prendersi in carico lo sviluppo di questi bambini nati estremamente pretermine, sia che abbiamo leggeri handicap, sia che vengano dimessi in ottima salute e quella che noi chiamiamo "famiglia pretermine" viene assolutamente abbandonata dalle istituzioni pubbliche.

Puntualizziamo inoltre che senza cavalcare onde mediatiche, il reparto di Neonatologia di Padova già nel 2004 ha pubblicato "La Carta di Padova" dove sono stese chiare e precise linee guida che non si discostano da quelle pubblicate, con tanta risonanza, in questi giorni e che ovviamente valgono per la realtà di Padova dove la percentuale di buona sopravvivenza (si intende senza gravi handicap) è di 50-60% sulle nascite che avvengono alla 23ma settimana.

Elisabetta Ruzzon

INFO:
L'invito è a visitare il sito dell'associazione, dove si possono trovare molte testimonianze dirette.
associazionepulcino@tiscali.it

[Marco Vivan

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