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Vuole poter sperare.
O almeno vuole una risposta che dopo tante forme di protesta non è ancora arrivata. Così Giuseppe Nardi, un tetraplegico di 54 anni che vive nella provincia di Latina, ha intrapreso l'ennesima battaglia, che minaccia di portare avanti fino alle estreme conseguenze: uno sciopero della fame, “per sollecitare la ricerca sulle staminali, affinchè sia adeguatamente finanziata, e per avere il permesso di andare in Cina a fare da cavia".
Questo è infatti il progetto di Nardi, probabilmente ispirato all'iniziativa lanciata pochi mesi fa da Ambrogio Fogar: "Le ho provate veramente tutte - spiega - e ora, oltre a chiedere un impegno per la ricerca in questo settore al quale mancano fondi, metto a disposizione il mio corpo. C'è un problema, non mi chiamo Fogar e non ho i suoi soldi, quindi in Cina a provare non posso andarci ma nemmeno voglio aspettare che in Italia la burocrazia faccia il suo corso e le case farmaceutiche decidano che è ora di intervenire, quindi si sblocchi tutto".

Nardi, tetraplegico in seguito ad un incidente avuto 14 anni fa, riesce e parlare e a muovere la testa. Uno schiacciamento del midollo non diagnosticato in tempo lo ha costretto all'immobilità. "Se non si muoverà nulla io andrò avanti fino a farmi morire - spiega - mia moglie e i miei figli lo sanno, in queste condizioni non riesco più a stare".
Aveva già detto di essere pronto a chiedere l'eutanasia se non ci fosse stato l'impegno per la ricerca e la possibilità, per lui, di poter andare a provare in Cina. "E' un'ipotesi che non ho abbandonato, in Svizzera ma anche in Belgio e in Olanda è una pratica legale solo che non ho trovato avvocati disposti a seguire il mio caso, mi dicono tutti che non è proponibile". 

Con questa forma di protesta, Nardi si rivolge al Ministro della salute Francesco Storace, chiedendo un intervento. "Io non ho nulla da perdere - spiega - e per questo chiedo di poter provare, potrebbe essere un esperimento importante per tutte le persone che si trovano nella mia condizione". E conclude: "Tanto meglio morire che che vivere senza avere nemmeno la speranza che qualcuno faccia ricerca e possa risolvere il tuo problema".

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[Francesca Lorandi]

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