L'ESERCITO DEGLI 'STUDENTI VOLONTARI'

Giovani disinteressati alla realtà che li circonda? Troppo spesso l'immagine che viene data dei "nostri" ragazzi non rende loro giustizia. Troppo poco si parla infatti della loro disponibilità ad operare nell'ambito del sociale, a mettersi al servizio di realtà marginali e isolate; in pochi sanno che sono stati ben 63.000 i volontari fino ad ora avviati al servizio civile volontario, con una domanda più che doppia rispetto ai posti disponibili (36.428 domande su 14.284 posti del bando di settembre 2004).

Sono alcuni dei dati snocciolati da Roberto Marino, vice direttore dell'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, durante un seminario di ricerca sul tema "Promozione e formazione del nuovo servizio civile nazionale. Apporto delle Regioni e degli enti gestori", organizzato a Malosco (TN) dalla Fondazione Zancan. Un servizio che continua, velocemente, a crescere: da una parte le domande dei giovani, dall'altra gli enti, che a settembre 2004 avevano presentato ben 4.400 progetti. Di questi, sono stati 3.000 quelli approvati, per un totale di 36.200 posti: i progetti rifiutati provenivano da enti non accreditati, da errori o omissioni nella compilazione della scheda del progetto.
E sono soprattutto i giovani universitari o laureati a vivere l'esperienza dell'anno di volontariato, mentre scarsa è la presenza del mondo operaio, e praticamente nulla quella del mondo contadino. Questo perchè l'impostazione del nuovo servizio civile, con incoraggiamenti come i crediti formativi per gli universitari, è tale da facilitare alcune categorie rispetto ad altre. Così durante il seminario della Fondazione Zancan, è stato chiesto all'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile di prevedere, con la collaborazione delle Associazioni imprenditoriali, dei "crediti di lavoro", analoghi ai "crediti formativi" universitari e possibilmente aspettative per chi è al lavoro.
"E' necessario rendere effettivo l'accesso al nuovo servizio civile per tutti i giovani" ha sottolineato mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan e coordinatore del seminario, "ecco allora la proposta di dare incentivi anche a chi lavora, perchè si possa prendere una pausa, non retribuita, senza perdere il posto".

Tra le altre proposte avanzate durante il seminario, quella di estendere l'informazione sul servizio civile nazionale anche agli ambiti territoriali marginali e isolati, e a tutte le classi sociali: la prospettiva è infatti di raggiungere i 100.000 volontari entro l'anno. Obiettivo realizzabile anche grazie al fondamentale sostegno economico del Governo, che nella finanziaria 2005 ha riconosciuto uno stanziamento quasi doppio rispetto all'anno precedente (224 milioni di euro contro 119). C'è da dire che questi finanziamenti rischiano di essere sottratti ad un settore che ben conosciamo: se la modifica della legge quadro per il volontariato, la 266/91, proposta a Palazzo Chigi, fosse approvata, i fondi destinati alle associazioni di volontariatosubirebbero una drastica riduzione, tra il 50 e il 75%. Una manovra che rischia di portare alla chiusura di molte piccole associazioni, che magari svolgono un'attività poco visibile ma ugualmente preziosa.
Buona parte di questi fondi verrebbero destinati al Servizio Civile, il cui sviluppo rimane comunque fondamentale, per i protagonisti - l'anno di volontariato rappresenta un'utile occasione di crescita personale, un’esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, quando non diventa addirittura opportunità di lavoro - ma soprattutto per la comunità, dal momento che costituisce uno strumento per aiutare le fasce più deboli della società contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.