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Immigrazione in Italia: un problema di integrazione.
Che parte dal benessere, psicologico e fisico. Difficile, spesso, da raggiungere per paura, diversità culturale, carenza di informazioni. Difficile per la mancanza di persone, operatori socio-sanitari, in grado di avvicinare questi immigrati, ponendosi come guide, appoggi, informatori. Un ruolo al quale occorre essere preparati: nasce per questo a Padova, unico caso italiano insieme a Siena, il primo corso di specializzazione sull'accompagnamento delle persone immigrate ai servizi socio-sanitari. Un passo fondamentale per vivere bene nel nostro paese.

In Italia la situazione si registra la presenza di molte e diverse etnie: su 10 stranieri, 4 sono europei, 3 africani, 2 asiatici e 1 americano. Una società multiculturale e pluralistica che ha il compito di accogliere e integrare questi stranieri che, inevitabilmente, vivono una situazione di isolamento sociale e relazionale dovuto alla mancanza di sistemi di inclusione. Una situazione sospesa tra società di origine e il nuovo contesto di accoglienza. Il diritto alla salute fatica allora ad affermarsi, per la difficoltà di interpretare in termini culturali il disagio psico-sociale in cui spesso il migrante straniero si trova.
Perchè il suo modo di intendere la salute è diverso dal nostro.
Non è un caso, allora, che l'immigrato fatichi ad usufruire del servizio sanitario che è anche a sua disposizione. E vi si rivolga solo in casi urgenti.

Differenze culturali e mancanza di informazioni: la scarsa conoscenza delle norme, la complessità dell'articolazione dei servizi sul territorio e la burocrazia di chi li governa, la presenza di regole rigide di funzionamento che non vengono tradotte in percorsi accessibili, rendono difficile informare questi stranieri sui servizi offerti, che sono anche a loro disposizione. Se aggiungiamo a questo la mancata formazione interculturale degli operatori socio-sanitari, capiamo che la situazione è davvero critica. In termini di mancata integrazione, di malessere della società e anche di costi.
E alla base c'è una scadente qualità relazionale. Al quale il "corso di specializzazione sull'accompagnamento delle persone immigrate ai servizi socio-sanitari" cerca di porre rimedio. La risposta, insomma, alla necessità di preparare in modo adeguato chi accoglie e dà soccorso a queste persone. Un corso che entra a far parte di un percorso, ormai ridato da anni, per la formazione dell'Associazione volontari ospedaliera dell'Azienda Ospedaliera Università di Padova. Volontari che sono gli angeli della corsia, che mettono a disposizione di chi ne ha bisogno tempo, forze e pazienza.
Si tratta di un corso libero e aperto a tutti, anche alle persone straniere desiderose di conoscere meglio leggi e regolamneti della nostra sanità. Inizierà il 7 novembre per concludersi il 17 dello stesso mese, per un totale di quattro incontri; i titoli scelti per gli appuntamenti dicono tutto: "Verso una società multietnica: un percorso da guidare", "Immigrazione e sistema sanitario italiano", "Volontari socio-sanitari e flussi migratori" e la tavola rotonda finale  "Opportunità socio-sanitarie per lo straniero residente".

Se siete interessati, contattate il CSV di Padova:
tel. 049 8686849
e-mail. info@csvpadova.org 

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[Francesca Lorandi]

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