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L'incontro tra Matteo e il basket in carrozzina è stato inatteso, quasi un 'colpo di fulmine', carico di meraviglie che gli hanno cambiato la vita.
Preziosissimo pivot della nazionale e nuovo 'lungo' della Tabu' Cantù, Matteo Cavagnini ha cominciato a giocare dieci anni fa'.
Possiede ottima tattica difensiva e grinta da vendere, che l'hanno reso uno dei migliori giocatori italiani.

"Mi sono avvicinato a questo sport casualmente" - racconta.
"In un ufficio incontrai  un ragazzo in carrozzina che, vedendomi zoppicare,  mi chiese se mi sarebbe piaciuto provare a fare basket.
La passione per questo straordinario sport è nata subito - aggiunge - ma è aumentata man mano che miglioravo. Ne adoro la vivacità e l'intensità del gioco".
Matteo è un ragazzo brillante, affascinante, solare.
Gestisce da anni la produzione e la qualità del settore elettrico in una ditta privata.
Le sue  passioni sono le letture: King, Grisham, innanzitutto, e poi tanto cinema, feste in discoteca,  belle serate.
Racconta con serenità e soddisfazione la sua personale vittoria sulla disabilità.
"A 14 anni ho avuto un incidente stradale, guidavo un motorino e una macchina mi ha investito.
Così ho subito l'amputazione della gamba sinistra.
Come tutti, credo, ho passato un periodo di crisi. Ero insoddisfatto, ogni cosa che facevo mi rendeva sempre più cattivo.
Passavo il tempo a rovinarmi e rovinare gli altri.
Quando ho iniziato a giocare a basket, ho ritrovato il gusto di lavorare e migliorare me stesso, la voglia di sgobbare per raggiungere un obiettivo.
Nella mia vita ha portato soprattutto la felicità e voglia di vivere.
Ma anche tante amicizie e tanti amori".
La grande passione del nazionale bresciano non ha prezzo.
Da sempre è costretto a grandi sacrifici e a macinare chilometri per giocare: Verona, Varese ancora prima.
E poi Bergamo per quattro stagioni, due nella Millennium  Padova due anni fa e, da poche settimane, gioca con il Tabu' Cantu'.

E' molto critico su palazzetti semideserti  e scarsissimi attenzione dei media durate match anche importanti.
"Bisognerebbe  pubblicizzare lo sport disabili  in maniera positiva, cosa che invece manca.
In Italia siamo indietro di 20 anni rispetto alle altre nazioni da molti punti di vista.
In Olanda, ad esempio, pubblicizzano le carrozzine in prima serata: se succedesse in Italia la gente farebbe gli scongiuri!"

"Vivo molto bene con me stesso.
Il mio sogno è farmi una famiglia e conoscere il Papa, ma anche un'Olimpiade con la Nazionale. Spero che la Federazione ci dia la possibilità di continuare ad allenarci con un po' più di continuità, costruendo un programma annuale e inserendo tornei e partite internazionali.
Sicuramente siamo sulla strada giusta per far bene, ma dobbiamo lavorare di più e meglio".

Ci tiene, infine, a parlare di uno dei suoi più grandi desideri 
"L'idea di dar vita ad una squadra di basket nel bresciano mi balena in testa da anni.
Nel frattempo, tutti gli anni organizzo una festa a Montirone, il mio paese: si chiama "Sport E".
Si esibiscono atleti di vari sport  provenienti da tutta l'Italia: cerchiamo di raggiungere quei ragazzi che non conoscono lo sport disabili.
Sono orgoglioso di dire che, alcuni ragazzi disabili si sono avvicinati allo sport proprio grazie a questa festa."

Ai navigatori di Disabili.com vuole dire che "Non bisogna esser schivi o avere paura di praticare sport, anche se può sembrare duro e  faticoso.
Nessuno si fa 'male', anzi, le amicizie che si creano portano solo bene".

Matteo Cavagnini


Siti di riferimento

www.briantea84.it/basket.htm
www.basketincarrozzina.it

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