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sedie scuolaLa presa in carico precoce favorisce lo sviluppo delle capacità adattive che consentono l’integrazione scolastica e sociale

La disabilità più diffusa nelle scuole italiane riguarda il ritardo mentale, (RM), seguito dai disturbi dell’attenzione, del linguaggio e dell’apprendimento. Ad  affermarlo è l’indagine fornita dall’Istat sullo scorso anno scolastico. Il RM  riguarda infatti più del 40% degli allievi disabili.

IL RITARDO MENTALE: DEFINIZIONE DIAGNOSTICA ‑¬â€˜ Secondo la classificazione DSM IV il RM presenta un funzionamento intellettivo generale al di sotto della media (cioè con quoziente intellettivo < 70), accompagnato da significative limitazioni nel funzionamento adattivo in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità , autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. L’esordio deve avvenire prima dei 18 anni. Il RM può avere molte cause ed è il risultato di vari processi patologici che agiscono sul sistema nervoso centrale. I soggetti spesso giungono all’osservazione per le compromissioni del funzionamento adattivo: i problemi di adattamento sono però suscettibili di miglioramento con adeguata riabilitazione; il QI cognitivo, invece, tende a rimanere stabile. Per una corretta presa in carico è utile perciò evidenziare i deficit del funzionamento adattivo da una o più fonti affidabili, come la  valutazione e la storia scolastica, medica e dello sviluppo, in modo da intervenire in maniera precoce.

EDUCAZIONE ED INTEGRAZIONE ‑¬â€˜ Da circa trent’anni in molti Paesi è in corso il progressivo inserimento degli allievi con RM nelle scuole normali e molteplici sono le iniziative per garantire una sufficiente integrazione lavorativa e sociale. Pur in un contesto inclusivo, le persone con RM hanno però bisogno di interventi abilitativi e riabilitativi che abbiano al centro l’educazione all’autonomia. In tale direzione, il bambino con RM incontra due tipi di ostacoli: le difficoltà legate al suo deficit e gli atteggiamenti ambientali inadeguati.

Spesso i genitori e talvolta gli stessi operatori e insegnanti sviluppano infatti atteggiamenti assistenziali che in realtà limitano il percorso verso l’autonomia. Occorre invece mettere in situazione, utilizzando idee ed accorgimenti adeguati: una corretta stimolazione intellettiva può essere un ottimo punto di partenza, in vista degli apprendimenti complessi di letto-scrittura e di calcolo. L’educazione del bambino con RM dovrebbe iniziare fin dai primi mesi di vita, con una stimolazione logico-cognitiva globale, che interessi tutte le aree e le potenzialità del soggetto, poiché le capacità di modellamento, di sviluppo, di apprendimento e memorizzazione sono massime nel bambino piccolo e diminuiscono con l’età . Nella scuola primaria, poi, l’insegnante dovrebbe prevedere non solo contenuti didattici, ma anche attività di sviluppo logico-percettivo, ludiche, motorie ed espressive, centrate sulla partecipazione ed aventi come obiettivo prioritario la massima autonomia realizzabile. Molti soggetti con RM, infatti, soprattutto se lieve, con un training adeguato possono sviluppare buone capacità adattive in altri ambiti, giungendo a non presentare più il livello di compromissione richiesto per la diagnosi di RM.

 

APPROFONDIMENTI:

Dati Istat sugli ultimi anni scolastici

Informazioni ritardo mentale

Gradi di gravità

In disabili.com:

Speciale SCUOLA DISABILI

TESTI INTERATTIVI PER INSEGNARE AI BAMBINI CON RITARDO COGNITIVO



Tina Naccarato

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