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Sono apparse in questi giorni su numerose testate giornalistiche locali e nazionali denunce da parte di genitori di allievi e allieve in situazione di handicap che segnalano la mancata nomina dei docenti di sostegno specializzati assegnati alle classi dove sono iscritti i loro figli. Purtroppo l’imponente macchina amministrativa del Ministero e dei suoi organi periferici, che è riuscita ad assicurare un regolare inizio d’anno scolastico attraverso l’immissione in ruolo di circa 60 000 docenti precari, si è inceppata ancora una volta sulle nomine da assegnare ai supplenti di sostegno. Diverse sono le cause e le responsabilità connesse a queste problematiche ed auspicando una rapida soluzione dello stesse da parte del Ministro Letizia Moratti proviamo ad individuare le cause che ogni anno danno origine a questo disservizio. Un primo problema è la carenza di personale specializzato che non permette di assegnare i posti disponibili attraverso procedure semplici e trasparenti. Infatti, la mancata istituzione di una specifica classe di concorso per i docenti di sostegno consente il reperimento del personale necessario tra coloro che sono privi del titolo richiesto. Tale operazione risulta complessa in quando prevede la formazione di graduatorie utilizzabili solo al termine delle operazioni di nomina dei docenti di tutte le altre discipline curricolari . In definitiva il sostegno continua ad essere una sorta di “terra di nessuno” dove qualsiasi docente di ruolo e non di ruolo può essere nominato solo per occupare un posto disponibile. Da quest’anno prenderà il via la formazione universitaria per i tutti i futuri docenti di sostegno attraverso la laurea in Scienze della Formazione Primaria per i docenti della scuola dell’infanzia ed elementare e le SISS per i docenti della scuola secondaria. Un’accurata programmazione degli accessi a questi corsi e un’equa distribuzione dei corsi su tutto il territorio nazionale consentirebbe di formare in tempi brevi i docenti di sostegno specializzati necessari nelle scuole di ogni ordine e grado. Un secondo problema evidenziato in queste ultime settimane riguarda la competenza assegnata ai dirigenti scolastici (ex presidi e direttori didattici) di riconoscere il titolo di specializzazione polivalente rilasciato dalle Università che li hanno istituiti grazie al D.I. 460 art. 6 del 24/11/98. Una procedura questa che risulterebbe di difficile applicazione per l’impossibilità di verifica il rispetto della normativa qualora il corso sia stato svolto presso Università non situate nella provincia presso la quale il docente ha presentato la domanda di supplenza. Anche su questo tema e’ auspicabile un intervento più incisivo del M.I.U.R. che rassicuri gli oltre 28 000 docenti di sostegno neo specializzati o in via di specializzazione sulla validità del titolo rilasciato e garantisca alle famiglie docenti adeguatamente formati.

Nicola Quirico - nicola@disabiliforum.com

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