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Il disabile come risorsa da valorizzare e non come un peso sopportato dall'azienda. Questo il messaggio lanciato - in un convegno che si e' tenuto nei giorni scorsi - dagli industriali friulani, che sono pero' apparsi decisamente preoccupati di fronte agli obblighi imposti dall'entrata in vigore della legge 68/99 per l'inserimento lavorativo. Per il presidente dell'Assindustria di Udine Adalberto Valduga "Il provvedimento sembra portare nuovi vincoli alle imprese. Nuovi vincoli - ha puntualizzato - di cui non sentivamo il bisogno in un momento come quello attuale, in cui proprio sulla flessibilita' del lavoro continuiamo a perdere punti di competitivita' rispetto agli altri Paesi Europei. Valduga non ha pero' potuto sottacere gli aspetti positivi introdotti dalla nuova normativa, come ad esempio la riduzione dal 15 al 7 per cento dell'obbligo di collocamento obbligatorio per le imprese di media e grande dimensione. Dato assolutamente negativo, a parere degli industriali, e' invece l'allargamento dell'oblligo di assunzione per le piccole aziende, quelle che contano tra i 15 e i 35 dipendenti, che prima invece ne erano esenti.Sull'interpretazione della nuova legge si e' soffermato anche il professor Arturo Maresca, ordinario di Diritto del Lavoro all'Universita' degli Studi di Roma: "Sono troppi i dubbi interpretativi - ha spiegato - per poter dire se si tratti di un buon o cattivo testo legislativo. La chiave di volta rimane la traduzione sul campo dell'nserimento mirato, ovvero del disabile adatto nel posto adatto". Di qui il ruolo decisivo degli uffici di collocamento.

Valentina Polati - valentina@disabili.com

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