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dislessia«Non smettere mai di sorridere». Un manuale-guida per raccontare la dislessia a chi non la conosce, e far capire a chi vive con questo problema, come lo può scavalcare. È il libro che sta scrivendo L.S., 17 anni, studentessa del liceo classico €˜Motzo‑¬ di Quartu (CA).
«Ma sei dislessico?», è una frase tanto pronunciata quanto dolorosa per chi, come il milione e mezzo di persone in Italia, ne soffre, ma non per L.S. Una difficoltà che riguarda la lettura, la scrittura, a volte il calcolo e l’apprendimento. Questo testo vuole abolire etichette e luoghi comuni fornendo una visione chiara del problema, forse ancora vissuto, troppe volte, come un grave handicap sociale e cognitivo. «Ho iniziato a scrivere questo libro per offrire ai dislessici e ai loro familiari un punto di riferimento - racconta L.S. - l’importanza di avere un atteggiamento positivo nella vita». Cinquanta pagine scritte in un paio d’anni che racchiudono le esperienze più difficili e quelle positive: dalla scuola non attrezzata per gestire questo problema, al rapporto con i compagni e le insegnanti di sostegno, fondamentali nella vita di L.. «Non sempre tutto è andato liscio, la scuola all’inizio non era in grado di affrontare la dislessia, i medici non riconoscevano il mio problema, la morte di mio padre, e le difficoltà con le quali si è scontrata mia madre - spiega L., - in quinta ginnasio non avevo un’aula per studiare, ho passato quasi tutto l’anno nel corridoio, poi sono finita in uno stanzino che con la mia insegnante abbiamo opportunamente addobbato e ora sono molto contenta di quella sistemazione, ma ho ottenuto uno spazio decente solo perché mia madre ha lottato per farmelo avere». Il libro sarà pubblicato a giugno, prima in Sardegna e poi a livello nazionale. «Sono molto contenta che mia figlia abbia deciso di scrivere questo libro, perché parlarne determina una certa positività , è come se lei, parlando del problema, fosse riuscita a superarlo - racconta Ester U., madre di L.S.». Leggere e ripetere, un metodo di studio che la dislessia rifiuta, L. utilizza diverse modalità alternative di apprendimento per imparare la lezione e poi spiegarla ai professori: le rappresentazioni teatrali, l’intervista e le rappresentazioni grafiche. «Sono problematiche che in una scuola €˜tradizionale‑¬, non trovavano posto - spiega Luciano Carta, dirigente scolastico del liceo classico €˜B. R. Motzo - finalmente dall’anno scorso, i ragazzi sono tutelati dalla norma, ma ci sono ancora problemi. Noi ora cerchiamo di incentivare al massimo la conoscenza e la sensibilità , ma non è facile acquisire tecniche, siamo ancora a un livello di artigianato, €˜un po’ fai da te‑¬. È necessario adeguare la didattica e ci si deve porre il problema di come adeguarla». Quando leggere, ogni lettera, ogni sillaba, ogni parola, è una grande difficoltà da superare, ma si è attrezzati di grande positività , come dimostra questo caso.


Fonte: La Nuova Sardegna del 06-04-2011