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locandina Una sconfinata giovinezzaNel suo nuovo film, "Una sconfinata giovinezza", il regista bolognese Pupi Avati ha scelto una storia insieme dolorosa e serena, quella di Lino (Fabrizio Bentivoglio) e Chicca (Francesca Neri), stimati professionisti, felicemente sposati da una vita. "Come si dice quando uno interviene interrompendo due che stanno parlando?". Questa domanda di Lino, giornalista sportivo, è la prima avvisaglia dell'Alzheimer che avanza, impietoso, cancellando il medio e il breve termine, e riportando a galla soltanto le memorie di un passato lontano. Una forma di regressione che il film restituisce alternando i piani temporali, e indovinando soprattutto nei flashback, personaggi e atmosfere tipicamente avatiane. "L'Alzheimer è il morbo dei parenti, non dei malati", spiega l'autore, riferendosi alle sofferenze che vive chi fa i conti con un familiare che, prima o poi, smette di riconoscere anche gli affetti più cari: "Non ho voluto speculare sul dolore, aggiungere disperazione a disperazione, ma raccontare come, per quanto terribile, la malattia sia un'esperienza che, certo terribile, può comunque essere accolta nella nostra vita". "Questo film - continua Avati - può essere visto come una favola per bambini: Chicca e Lino si amano tanto, ma non sono riusciti ad avere figli: finché Lino non torna bambino, e Chicca si trova ad accudire il figlio che non ha mai avuto".


Fonte: CinEuropa.org