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ciecoIn occasione della Giornata internazionale (15 ottobre), l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti racconta la nascita e lo sviluppo di quello che resta il fondamentale strumento di orientamento per le persone con disabilità visiva in tutto il mondo. L'uso del bastone come mezzo di deambulazione e di riconoscimento delle persone cieche si perde nei meandri della storia e del mito.

Patriarchi biblici, poeti, musici, filosofi e mendicanti sono stati "fotografati" con questo oggetto il cui spessore semantico oscilla tra quello di scettro di un'autorità vaticinante e quello di sostegno di una mendicità errante. La stratificazione storica - da Isacco ai giorni nostri - ha sedimentato in questo ausilio tiflotecnico, fossile per secoli, una carica simbolica fortemente condizionante. Nel profondo dell'inconscio sociale ed individuale esso suscita sentimenti che oscillano dal rispetto all'angoscia; è a partire dagli anni trenta del '900 che il bastone bianco si è affermato istituzionalmente nel mondo politico e giuridico come ausilio di mobilità e simbolo di riconoscimento; cioè non più solo come mezzo per la deambulazione di persone dal cammino incerto, ma prioritariamente come mezzo per l'identificazione e secondariamente per la deambulazione delle persone con grave deficit visivo.