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sessualità   Dopo la legalizzazione della prostituzione avvenuta nel 2002, il paese di Angela Merkel si prepara a una nuova rivoluzione nel campo sessuale. Per le strade di Berlino si sente sempre più spesso parlare di €˜sexualassistenz‑¬ per anziani e disabili, un nuovo diritto degno del miglior stato liberale.

L’assistenza sessuale si respira già nei bordelli tedeschi: all’Artemis, la più grande casa chiusa della capitale, sono state eliminate le barriere architettoniche che impedivano ai disabili di accedere ai suoi servizi ed è stato assunto personale specializzato per aiutare, ad esempio, chi si muove su una sedia a rotelle.

Già la legittimazione della prostituzione ha fatto registrare numerosi passi in avanti: oggi sono circa 150 mila le €˜professioniste‑¬ registrate e regolarmente tassate, che oltre a pagare i dovuti contributi allo Stato si sottopongono periodicamente a numerosi test che scongiurano il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre anche loro ora hanno la possibilità di usufruire dei servizi pubblici sanitari e assistenziali.

Molte assicurazioni stanno considerando seriamente l’ipotesi di coprire l’assistenza sessuale nelle loro polizze di pensione o di invalidità . Stephanie Klee, portavoce del movimento di difesa delle prostitute tedesche Bsd, sostiene che la €˜professione del sesso sta lentamente diventando simile alle altre‑¬ ed è sicura che la Sexualassistenz è destinata a svilupparsi, dato che la popolazione tedesca diventa di anno in anno sempre più vecchia. Anche il direttore di una clinica per anziani di Berlino ha dichiarato ai media tedeschi l’intenzione di organizzare una €˜stanza per incontri intimi‑¬, per allietare le giornate monotone dei residenti.

La rivoluzione sessuale in atto si sente anche al di là dei confini nazionali. In Svizzera e in Austria, ad esempio, alcune autorità locali hanno già organizzato corsi professionali per la formazione di addetti alla Sexualassistenz, perche €˜l’approccio sessuale non può essere solo meccanico ma deve prevedere anche parole e gesti di affetto‑¬.



Fonte: La voce d'Italia del 29-01-2011