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cipL'idea prende corpo, il consenso cresce: a Reggio, nell'area della Fondazione Papa Giovanni XXIII a Villa Sesso, potrebbe sorgere un polo sportivo paralimpico di valore nazionale. Un punto di riferimento per l'intero centro-nord. L'ipotesi piace a Luca Pancalli, presidente nazionale del Comitato italiano paralimpico (Cip), che ieri ha visitato la Fondazione reggiana, rimanendone colpito positivamente ed esprimendo fiducia nel progetto, che sarà ora approfondito a Roma per definirne i dettagli e passare, eventualmente, al piano operativo. «Si può fare», dice Pancalli, affiancato da Gianni Scotti (presidente regionale Cip), Vincenzo Tota (presidente provinciale Cip), Uber Mazzoli (presidente Fondazione Papa Giovanni XXIII). Da tutti unanimi consensi. Unica nota stonata i contributi statali per il Cip: promessi, ma non ancora arrivati. Particolare non da poco, visto che occorrono circa 600mila euro per il primo step del centro reggiano, che sorgerebbe su 60mila mq di terreno messi a disposizione dalla Giovanni XXIII. Una struttura senza barriere, tutta su una piano, con palestra, maneggio, spazi per sport all'aperto e al coperto, uffici e sale convegni. Forse anche una piscina. Un'utopia? No, secondo Luca Pancalli: «Mi sono reso conto - dice - delle incredibili potenzialità che l'area può regalare a questo progetto e credo che si possa intraprendere un percorso virtuoso in grado di portarci a individuare come realizzare questo sogno. Da tempo ci stiamo muovendo su un percorso teso a individuare nel Paese dei poli di riferimento per disabili che vogliano approcciarsi allo svolgimento di attività motorie, dei veri e propri centri di avviamento allo sport paralimpico, per dare delle risposte che spesso non si riescono a dare in giro per l'Italia per la presenza di barriere architettoniche nell'impiantistica o per la carenza di personale qualificato. Ecco, questo potrebbe rappresentare un polo per il centro-nord, un altro lo stiamo realizzando a Roma. Delle piccole Coverciano del mondo paralimpico». Prossime tappe? «Siamo rimasti d'accordo con il presidente della Fondazione che ci vedremo a Roma tra una decina di giorni spiega Pancalli - per verificare anche con dati alla mano quale tipo di struttura sportiva possa essere effettivamente edificata per rispondere alle esigenze del mondo paralimpico. Utilizzando un po' di buon senso e ragionevolezza, bisogna partire con la volontà di non realizzare doppioni rispetto a ciò che già esiste, ma qualcosa che possa rappresentare una risorsa aggiunta per il territorio». Resta però da sciogliere il nodo dei fondi. «Siamo in fiduciosa attesa dice Pancalli e dal Ministero dell'Economia ho ricevuto delle rassicurazioni sull'iter che dovrebbe portare al riconoscimento dei fondi per il comitato paralimpico. Non perdo l'ottimismo, anche se sono moderatamente preoccupato». Si incrociano le dita. Il presidente regionale del Cip, Gianni Scotti, auspica «che tutto possa realizzarsi» e spiega che «in Emilia Romagna si stanno valutando due soluzioni: Reggio o Montecatone, nei pressi di Imola. Ma per la seconda ipotesi le difficoltà sono maggiori, pertanto quella reggiana è l'idea più gettonata al momento». Uber Mazzoli, parla invece di «un'opportunità più unica che rara. Il nostro obiettivo è fare un grande villaggio dove tutte le persone possano convivere e dove il problema del disagio diventi marginale». Piena fiducia anche da parte dell'assessore allo Sport, Mauro Del Bue, assente ieri a causa di impegni a Roma: «Il progetto fa sapere - è stato già discusso e va ancora approfondito, ma io ci credo tantissimo. Sarebbe interessante e qualificante per l'intera città . Inoltre non chiedono soldi al Comune e, in un momento di crisi, per noi questo rappresenta un ulteriore vantaggio».



Fonte: Il Resto del Carlino del 18-02-2011